PD: Brussa, legge partecipate, peggio di così non si poteva fare
(ACON) Trieste, 18 apr - COM/AB - La legge approvata dal
Consiglio regionale sul riordino e disciplina della
partecipazione della Regione a società di capitali (le
partecipate regionali) è, a giudizio del consigliere regionale
del PD Franco Brussa, relatore di minoranza del provvedimento,
una grande occasione perduta.
Occasione perduta per il presidente Tondo e la sua maggioranza di
dimostrarsi coerenti con le tante promesse e i tanti annunci
fatti in relazione al contenimento delle spese e ai costi della
politica.
Nulla di ciò è stato fatto, i consigli di amministrazione sono
stati confermati e sono stati bocciati i due emendamenti
presentati dal PD che prevedevano un unico amministratore e un
unico direttore rispettivamente in Agemont e in Promotur,
diventate oggi Agenzia.
È stata un'occasione perduta, inoltre, a parere dello stesso
Brussa, per offrire al Consiglio regionale ma anche al mondo
economico, imprenditoriale e non, le condizioni per un ampio
dibattito sul ruolo della Regione, attraverso le sue partecipate
e nel merito degli indirizzi e degli obiettivi economici, sociali
e istituzionali, necessari allo sviluppo della comunità regionale.
È stata anche, a giudizio dell'esponente PD, un'occasione perduta
per dimostrare che la nostra classe politica è pronta a farsi
carico delle diverse istanze che provengono dalla gente, e la cui
mancata risposta, o risposta sbagliata, rischia di ingenerare
ancora più sfiducia e distacco verso di essa.
In conclusione, questa è una legge che sicuramente sarà rinviata
dal Governo per alcuni suoi contenuti che contrastano con la
normativa nazionale in materia.
Una legge che ha finito per aumentare, anziché ridurre, le
proprie partecipate regionali, per le quali è previsto si possano
secretare gli atti di indirizzo, contrastando anche qua con le
norme sulla trasparenza e l'accesso agli atti.
Infine, il Consiglio regionale viene espropriato di fatto dei
suoi poteri, avendo delegato in toto al presidente della Regione
il diritto di nomina degli amministratori nelle società.
Insomma, conclude Brussa, peggio di così non si poteva fare, e le
tanto declamate ambizioni di Tondo di volere una Regione snella,
dai costi sempre più ridotti, e dove la politica non la faccia da
padrone, sono finite nel dimenticatoio.