PD: Lupieri, sanità, riforma Tondo esternalizza e privatizza
(ACON) Trieste, 19 apr - COM/MPB - "Il disegno di legge di
riordino del Servizio sanitario regionale lo orienta verso il
modello lombardo proprio quando la sanità lombarda guarda alla
nostra, considerate le grandi problematiche che là si sono
create. Infatti la proposta Tondo rischia di uccidere la sanità
pubblica aprendo le porte ai privati, con esternalizzazioni
sempre più diffuse, con grande ricorso alle privatizzazioni,
creando carrozzoni ed accorpamenti, tutte operazioni già
rivelatisi demagogiche e non utili ai cittadini".
A dirlo è il consigliere regionale del PD Sergio Lupieri,
vicepresidente della III Commissione, competente per i temi della
sanità e assistenza.
"Al di là dell'arrivare a un'Azienda sanitaria unica o meno, il
problema reale - per Lupieri - è riproporre il modello di sanità
firmato Formigoni che ha già dimostrato di non essere in grado di
fare salute, con distorsioni che hanno portato anche alla
privatizzazione ed esternalizzazione dell'emergenza.
"Nel disegno di legge Tondo - prosegue il consigliere - vi è poi
il progetto, neanche tanto larvato, che in Friuli, a Udine e
Pordenone, vada costruito il cuore pulsante della salute della
regione, concentrando sanità e servizi sociali.
"Con un unico dipartimento regionale di salute mentale - avverte
Lupieri - viene poi sferrato un colpo micidiale alla psichiatria
triestina e a quel modello di cultura psichiatrica, e non, alla
quale Basaglia si era ispirato. E anche in questo campo è
prevedibile il ricorso al privato.
"Abbiamo sempre sostenuto come il privato debba partecipare
all'attività del pubblico, specie in salute, ma sempre sotto il
controllo e il governo del pubblico, e non diventarne parte
dominante tanto da partecipare alla programmazione e
pianificazione socio-sanitaria regionale.
"Infine - lamenta il consigliere - non si parla, in questo ddl,
di percorsi diagnostico-terapeutici e assistenziali strutturati e
standardizzati, né di gestione del rischio clinico, né di
misurazione delle performance, né di come sarebbe meglio che
l'evoluzione verso criteri di maggiore efficacia ed efficienza
partissero dall'interno e dal basso, come ha dimostrato
l'esperienza di questi anni".