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PD: Lupieri, interventi angioplastica, direttiva disattesa

19.04.2012
16:31
(ACON) Trieste, 19 apr - COM/AB - All'interrogazione del consigliere regionale del PD Sergio Lupieri, che chiedeva la ripresa degli interventi di angioplastica in corso di CCSVI all'ospedale di Cattinara a Trieste, come approvato dal Consiglio regionale lo scorso 21 marzo, la risposta del presidente Tondo, assessore alla salute, è stata che le disposizioni della Direzione sanitaria dell'Azienda Ospedali riuniti di Trieste, che ha di fatto bloccato gli interventi, sono coerenti con la normativa.

Viene così disattesa da Tondo la petizione presentata da 10.680 cittadini per il ripristino della terapia di rivascolarizzazione dell'insufficienza venosa cronica cerebrospinale e per la promozione dell'avvio di centri multidisciplinari per la diagnosi dei CCSVI nel Friuli Venezia Giulia.

L'assessore De Anna, che ha sostituito in Aula il presidente Tondo assente per impegni istituzionali, ha aggiunto che riferirà di come gli atti siano stati disattesi e provvederà a verificare che sia attuata la volontà del Consiglio regionale, che ha legiferato affinché venga rispettata l'autonoma e libera scelta del medico nel trattare le anomalie dell'apparato vascolare.

Una situazione confusa e incerta, alla quale si aggiungono le assicurazioni di altri esponenti della maggioranza che hanno testimoniato come il presidente Tondo si sia attivato con il direttore centrale Cortiula affinché riprendano gli interventi di angioplastica a Cattinara.

Lupieri, che è vicepresidente della III Commissione Sanità, ha dichiarato di non sentirsi per nulla rassicurato né dalla Giunta né dalla maggioranza, per cui verificherà a breve che vengano ripresi a Cattinara gli interventi per la correzione delle anomalie venose, altrimenti denuncerà agli organi competenti la mancata applicazione della normativa approvata in Consiglio regionale. Qui era infatti prevalsa la necessità di farsi carico del dramma sociale dei pazienti e abbandonare l'assoluto, intransigente rigore scientifico e la rigida interpretazione di norme e articoli, quando deve prevalere una visione umana etica e solidale per una terapia attesa, a basso rischio, che prima si fa e meglio è, a basso costo.