PD: Moretton, la sanità sia condivisa per il bene dei cittadini
(ACON) Trieste, 19 apr - COM/MPB - "La proposta di riforma
della sanità, che il presidente della Regione Tondo intende
presentare, parte col piede sbagliato, sia per la forma che la
sostanza. Infatti, è strano che i consiglieri regionali
apprendano dalla stampa l'esistenza di un progetto di riforma che
altresì è stato inviato, oltre che a vari dirigenti del comparto,
anche a molti altri portatori d'interessi".
A dirlo è il capogruppo del PD in Consiglio regionale, Gianfranco
Moretton, sostenendo che "evidentemente a Tondo non interessa il
parere del Consiglio regionale, ritenuto residuale non solo sul
piano politico, ma anche su quello legislativo".
"Nel merito della proposta di riforma sanitaria - afferma
Moretton - vorremmo capire quale sia il ritorno della nuova
organizzazione sanitaria delineata da Tondo, sia sul piano del
risparmio di spesa che su quello dell'efficienza. L'idea di
realizzare un'unica Azienda sanitaria territoriale è stata a suo
tempo soppesata in termini di risparmio economico-finanziario
dalla Bocconi di Milano, che ha calcolato un risparmio limitato
di circa 8 milioni di euro, in un contesto complessivo di 2
miliardi e 400 milioni di euro di fabbisogno dell'intero comparto.
"Poca cosa - sottolinea il capogruppo PD - rispetto a ciò che
sarebbe necessario per rendere sostenibile l'organizzazione
sociosanitaria nei prossimi anni, provata delle minori entrate
della Regione causa la crisi economica.
"Nel merito della proposta di legge, si intravede inoltre la
volontà di trasferire alle altre Province della Regione la nuova
pianificazione sanitaria prevista per la provincia di Pordenone a
titolo di sperimentazione che però, a distanza di circa due anni,
non ha prodotto gli effetti sperati, anzi, ha evidenziato forti
criticità sul piano dell'organizzazione e sulla prevenzione per
il territorio, in quanto sono stati trasferiti gli ospedali di
rete sotto la competenza dell'ospedale di riferimento.
"Ma ora - avverte Moretton - nonostante i risultati non positivi
sotto gli occhi di tutti, Tondo vuole trasferire al resto del
territorio regionale ciò che non ha funzionato a Pordenone,
coinvolgendo anche gli ospedali di riferimento di Udine e
Trieste. Ne consegue che la politica sanitaria che ha determinato
l'equilibrio tra azienda territoriale e ospedaliera verrà così
scardinata, causando l'accentramento negli ospedali di
riferimento di nuova utenza proveniente dagli ospedali di rete,
rendendo difficile, se non caotica, la gestione negli ospedali di
riferimento.
"La volontà di Tondo poi di dimezzare i Distretti sanitari senza
che le Autonomie locali abbiano modificato gli attuali assetti
degli Ambiti socioassistenziali genererà un depotenziamento delle
politiche sociosanitarie a scapito dei cittadini.
Noi pensiamo - evidenzia il consigliere - che una riforma della
sanità possa produrre effetti positivi solo attraverso un
confronto leale e serrato tale da generare una riforma largamente
condivisa.
"La proposta del Gruppo PD - spiega Moretton - intende
riconsiderare la necessità di prevedere un organo di
pianificazione intermedio che garantisca la mediazione fra il
territorio e la struttura ospedaliera di riferimento da un lato,
e un sistema di ottimizzazione dei centri di spesa per conseguire
risparmi di scala oggi inesistenti.
"Il numero delle aziende territoriali, le strutture ospedaliere
di rete e quelle di riferimento debbono essere così oggetto di
una valutazione aprioristica che garantisca un livello di
organizzazione sanitaria efficace e capace di affrontare le nuove
esigenze.
"Il Gruppo PD, inoltre, non potrà accettare una riforma calata
dall'alto e che non abbia processi di coinvolgimento
istituzionale molto ampi per la ricerca di soluzioni coese che
innanzitutto rendano protagonista il Consiglio regionale. Fare
diversamente, come non positivamente ha iniziato Tondo,
significherà - avverte infine Moretton - creare il muro contro
muro".