PD: Menis, una mozione per proteggere i rifugiati libici in Italia
(ACON) Trieste, 20 apr - COM/RC - Una mozione con l'obiettivo
di assicurare protezione ai rifugiati libici attualmente presenti
sul territorio italiano, sulla base di quanto previsto
dall'articolo 20 del Testo unico sull'immigrazione e dal diritto
europeo.
È quanto chiede il gruppo consiliare regionale del Partito
Democratico, proprio mentre in Aula ieri si sarebbe dovuto
riaprire il dibattito sull'immigrazione e le politiche di welfare
del Friuli Venezia Giulia.
Quello che chiediamo è solo il rispetto della legge - spiega
Paolo Menis, primo firmatario del testo - visto che il permesso
di soggiorno umanitario è espressamente previsto a favore degli
stranieri costretti a emigrare a causa di conflitti bellici, come
accaduto in Libia. Dopo le gravi mancanze che in questi anni
hanno contraddistinto l'azione della maggioranza su questo tema,
vedremo se il centrodestra saprà essere coerente con l'impegno di
collaborazione e solidarietà che era stato condiviso da Governo,
Regioni, Province autonome ed Enti locali in occasione
dell'approvazione del Piano per la gestione dell'accoglienza dei
migranti. Quel documento, ricorda Menis, impegnava tutti i
livelli della Repubblica "a essere coerenti e conseguenti con
quella scelta politica", ecco perché il PD ha ritenuto necessario
agire.
Attualmente, in base a questo Piano, in Regione sono ospitati
circa un migliaio di profughi, al di fuori del circuito del
sistema di protezione per richiedenti asilo e molto spesso in
condizioni disomogenee, con poche attività orientate a una
stabile integrazione sociale di queste persone. A oltre un anno
di distanza dal loro arrivo, la maggioranza non ha ancora visto
formalizzata la propria posizione giuridica e sono ancora in
attesa del rilascio del primo permesso di soggiorno per la
richiesta di asilo, documento necessario per accedere a servizi e
misure di protezione minima a cui avrebbero diritto.
Nonostante l'impegno del ministro Cancellieri, gli atti d'impegno
presentati dalla Commissione Diritti umani in Senato, e la
mobilitazione di tantissime associazioni che proprio in questi
giorni hanno avviato una raccolta firme - conclude Menis -, le
Commissioni territoriali chiamate a esprimersi sull'ammissibilità
delle domande di protezione si stanno muovendo con criteri
disomogenei e contraddittori, prefigurando il rischio di un'ampia
percentuale di dinieghi. Ciò rischia di provocare una notevole
mole di ricorsi e di alimentare lo spazio d'ombra della
clandestinità, obiettivo che con l'approvazione della nostra
mozione potrebbe essere scongiurato, nel rispetto della legge e
delle convenzioni europee.