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PD: Menis, una mozione per proteggere i rifugiati libici in Italia

20.04.2012
15:43
(ACON) Trieste, 20 apr - COM/RC - Una mozione con l'obiettivo di assicurare protezione ai rifugiati libici attualmente presenti sul territorio italiano, sulla base di quanto previsto dall'articolo 20 del Testo unico sull'immigrazione e dal diritto europeo.

È quanto chiede il gruppo consiliare regionale del Partito Democratico, proprio mentre in Aula ieri si sarebbe dovuto riaprire il dibattito sull'immigrazione e le politiche di welfare del Friuli Venezia Giulia.

Quello che chiediamo è solo il rispetto della legge - spiega Paolo Menis, primo firmatario del testo - visto che il permesso di soggiorno umanitario è espressamente previsto a favore degli stranieri costretti a emigrare a causa di conflitti bellici, come accaduto in Libia. Dopo le gravi mancanze che in questi anni hanno contraddistinto l'azione della maggioranza su questo tema, vedremo se il centrodestra saprà essere coerente con l'impegno di collaborazione e solidarietà che era stato condiviso da Governo, Regioni, Province autonome ed Enti locali in occasione dell'approvazione del Piano per la gestione dell'accoglienza dei migranti. Quel documento, ricorda Menis, impegnava tutti i livelli della Repubblica "a essere coerenti e conseguenti con quella scelta politica", ecco perché il PD ha ritenuto necessario agire.

Attualmente, in base a questo Piano, in Regione sono ospitati circa un migliaio di profughi, al di fuori del circuito del sistema di protezione per richiedenti asilo e molto spesso in condizioni disomogenee, con poche attività orientate a una stabile integrazione sociale di queste persone. A oltre un anno di distanza dal loro arrivo, la maggioranza non ha ancora visto formalizzata la propria posizione giuridica e sono ancora in attesa del rilascio del primo permesso di soggiorno per la richiesta di asilo, documento necessario per accedere a servizi e misure di protezione minima a cui avrebbero diritto.

Nonostante l'impegno del ministro Cancellieri, gli atti d'impegno presentati dalla Commissione Diritti umani in Senato, e la mobilitazione di tantissime associazioni che proprio in questi giorni hanno avviato una raccolta firme - conclude Menis -, le Commissioni territoriali chiamate a esprimersi sull'ammissibilità delle domande di protezione si stanno muovendo con criteri disomogenei e contraddittori, prefigurando il rischio di un'ampia percentuale di dinieghi. Ciò rischia di provocare una notevole mole di ricorsi e di alimentare lo spazio d'ombra della clandestinità, obiettivo che con l'approvazione della nostra mozione potrebbe essere scongiurato, nel rispetto della legge e delle convenzioni europee.