Citt: basta coi fuoristrada negli alvei dei fiumi regionali
(ACON) Trieste, 2 mag - COM/AB - Ancora una volta abbiamo
assistito a uno spettacolare e assai costoso intervento di
soccorso che si è reso necessario per trarre in salvo un'allegra
comitiva di fuoristradisti colta di sorpresa dalla piena del
Tagliamento all'altezza del Comune di S. Vito al Tagliamento.
Da tempo il Friuli Venezia Giulia, anche per effetto della
pubblicità indotta da manifestazioni sportive come l'Italian
Baja, è diventato la meta privilegiata per una moltitudine
appassionati di fuoristrada, 4x4, Quad e moto da cross,
provenienti dalle regioni limitrofe, in particolare dal Veneto e
dalle vicine Austria, Slovenia e Germania.
Esiste, ed è molto organizzata, una rete di agenzie specializzate
che fornisce tutte le indicazioni necessarie ai fuoristradisti
per scorazzare negli alvei dei fiumi della nostra regione, e in
modo particolare lungo il Tagliamento, senza correre il rischio
di incorrere in sanzioni o multe.
E regolarmente, due tre volte l'anno, leggiamo di questi
interventi di salvataggio a opera dei Vigili del fuoco o della
Protezione civile, interventi rischiosi e costosi, totalmente a
carico della comunità regionale in quanto non è possibile
rivalersi in alcun modo su questi sconsiderati turisti in cerca
di emozioni forti.
La denuncia arriva dal gruppo del Cittadini-Libertà civica in
Consiglio regionale, che già un anno fa intervenì in una
situazione analoga con un'interrogazione urgente in cui chiedeva
alla Giunta cosa intendesse fare per mettere un freno a questa
deregulation, sollecitando una norma finalizzata - integrando
così l'attuale LR 17/2009 che regola il transito solo per le
manifestazioni motoristiche e ciclistiche all'interno delle aree
golenali del demanio idrico regionale - a vietare il transito
motoristico lungo gli alvei dei nostri fiumi.
Si segnalava, inoltre, che la Regione Veneto da tempo aveva
vietato tutto ciò lungo il fiume Piave e che proprio questo
divieto spingeva gli appassionati delle vicine province venete a
scorazzare lungo il Tagliamento, il Cellina e il Meduna.
Allora la risposta della Giunta fu assai vaga e faceva
riferimento alla possibilità che "potranno essere valutate
eventuali iniziative di carattere normativo o regolamentare
finalizzate a una più compiuta disciplina dei transiti privati".
In sostanza nulla: evidentemente c'è bisogno che ci scappi il
morto perché si prenda il coraggio di affrontare questo
ricorrente problema.
Adesso basta. È necessario - a giudizio del Gruppo consiliare dei
Cittadini - che l'assessore regionale all'Ambiente convochi i
sindaci dei Comuni interessati da questo problema e concerti con
loro le iniziative necessarie per tutelare questi habitat
naturali, per informare adeguatamente questi incauti
fuoristradisti dei rischi che corrono considerate le
caratteristiche morfologiche di questi fiumi e, soprattutto, per
individuare le sanzioni cui potrebbero andare incontro.