News


Citt: basta coi fuoristrada negli alvei dei fiumi regionali

02.05.2012
12:49
(ACON) Trieste, 2 mag - COM/AB - Ancora una volta abbiamo assistito a uno spettacolare e assai costoso intervento di soccorso che si è reso necessario per trarre in salvo un'allegra comitiva di fuoristradisti colta di sorpresa dalla piena del Tagliamento all'altezza del Comune di S. Vito al Tagliamento.

Da tempo il Friuli Venezia Giulia, anche per effetto della pubblicità indotta da manifestazioni sportive come l'Italian Baja, è diventato la meta privilegiata per una moltitudine appassionati di fuoristrada, 4x4, Quad e moto da cross, provenienti dalle regioni limitrofe, in particolare dal Veneto e dalle vicine Austria, Slovenia e Germania.

Esiste, ed è molto organizzata, una rete di agenzie specializzate che fornisce tutte le indicazioni necessarie ai fuoristradisti per scorazzare negli alvei dei fiumi della nostra regione, e in modo particolare lungo il Tagliamento, senza correre il rischio di incorrere in sanzioni o multe.

E regolarmente, due tre volte l'anno, leggiamo di questi interventi di salvataggio a opera dei Vigili del fuoco o della Protezione civile, interventi rischiosi e costosi, totalmente a carico della comunità regionale in quanto non è possibile rivalersi in alcun modo su questi sconsiderati turisti in cerca di emozioni forti.

La denuncia arriva dal gruppo del Cittadini-Libertà civica in Consiglio regionale, che già un anno fa intervenì in una situazione analoga con un'interrogazione urgente in cui chiedeva alla Giunta cosa intendesse fare per mettere un freno a questa deregulation, sollecitando una norma finalizzata - integrando così l'attuale LR 17/2009 che regola il transito solo per le manifestazioni motoristiche e ciclistiche all'interno delle aree golenali del demanio idrico regionale - a vietare il transito motoristico lungo gli alvei dei nostri fiumi.

Si segnalava, inoltre, che la Regione Veneto da tempo aveva vietato tutto ciò lungo il fiume Piave e che proprio questo divieto spingeva gli appassionati delle vicine province venete a scorazzare lungo il Tagliamento, il Cellina e il Meduna.

Allora la risposta della Giunta fu assai vaga e faceva riferimento alla possibilità che "potranno essere valutate … eventuali iniziative di carattere normativo o regolamentare finalizzate a una più compiuta disciplina dei transiti privati". In sostanza nulla: evidentemente c'è bisogno che ci scappi il morto perché si prenda il coraggio di affrontare questo ricorrente problema.

Adesso basta. È necessario - a giudizio del Gruppo consiliare dei Cittadini - che l'assessore regionale all'Ambiente convochi i sindaci dei Comuni interessati da questo problema e concerti con loro le iniziative necessarie per tutelare questi habitat naturali, per informare adeguatamente questi incauti fuoristradisti dei rischi che corrono considerate le caratteristiche morfologiche di questi fiumi e, soprattutto, per individuare le sanzioni cui potrebbero andare incontro.