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PD: Brussa, di amianto si muore ancora ma la Giunta è ancora ferma

02.05.2012
12:58
(ACON) Trieste, 2 mag - COM/AB - Un anno fa il Consiglio regionale, a larga maggioranza, aveva approvato una mozione per la modifica della legge 22/2001 sull'amianto e il rafforzamento e potenziamento delle funzioni svolte in questo campo dall'Azienda 2 Isontina.

Purtroppo a oggi nulla è stato fatto.

È quanto denuncia il consigliere regionale del Partito Democratico Franco Brussa, primo firmatario di quella mozione.

È un ritardo colpevole e ingiustificabile - sottolinea l'esponente PD - anche alla luce dei continui e numerosi casi di morte per amianto che si sono succeduti in questi mesi. Non aver aggiornato la legge e soprattutto non aver di fatto costituito il "Centro per la ricerca, la sorveglianza e la prevenzioni dei rischi da amianto" sta privando centinaia di cittadini e i loro familiari di un punto di riferimento su come affrontare la malattia e su tutto ciò che a essa è correlato.

Questo fatto poi - sostiene Brussa - ha messo l'Azienda per i servizi sanitari 2 Isontina nell'impossibilità di dar corso alle azioni programmate in questo campo e nello stesso tempo a veder non concretizzati alcuni progetti, anche di valenza europea, elaborati al proposito.

A giudizio dell'esponente PD c'è dunque una grave responsabilità della Giunta regionale, che non ha attuato quanto invece obbligata a fare da un preciso voto del Consiglio regionale e questo fatto stride ancora maggiormente - afferma Brussa - nella considerazione che è lo stesso Renzo Tondo, presidente della Regione, ad aver assunto da ormai sei mesi la delega della sanità.

Di amianto si continua a morire - evidenzia Brussa - eppure Tondo fa finta che il problema non esista.

L'augurio che l'esponente PD si fa è quello che ci sia, a partire dai prossimi giorni e dalle prossime settimane, una mobilitazione delle istituzioni e dell'associazionismo per rivendicare, con dignità, una risposta seria e di alto profilo al tema dell'amianto. È il solo modo - conclude - per dare almeno un minimo di solidarietà e un senso di partecipazione a chi oggi vede, con poca speranza, il proprio futuro.