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IdV: Corazza, impugnata legge salva-Province, la Regione le tagli

02.05.2012
17:50
(ACON) Trieste, 2 mag - COM/MPB - Il Consiglio dei ministri ha deliberato l'impugnativa dinanzi alla Corte Costituzionale della legge regionale 3 del 9 marzo 2012, recante "Norme urgenti in materia di autonomie locali", in quanto disciplina le modalità di elezione, formazione e composizione degli organi di governo dei Comuni e delle Province in maniera difforme rispetto alle disposizioni introdotte dal decreto legge 201/2011, il cosiddetto 'salva-Italia'. La legge in questione prevedeva che le province del Friuli Venezia Giulia venissero 'salvate' rispetto alla riforma introdotta dal Governo nazionale a differenza di quanto accadrà nelle altre regioni italiane. Un provvedimento sul quale l'Italia dei Valori - da diverso tempo in prima linea a favore dell'abolizione delle Province tanto da promuoverla attraverso una raccolta firme per la presentazione di una legge di iniziativa popolare - aveva già tuonato la propria netta contrarietà.

A ricordarlo è Alessandro Corazza, capogruppo IdV in Consiglio regionale, che torna quindi alla carica: "Chi governa questa regione ci ha fatto diventare agli occhi del Paese la pecora nera tra le Regioni per quanto riguarda l'abbattimento dei costi della politica. L'IdV aveva già denunciato nel giorno della approvazione della legge, per bocca del consigliere regionale Enio Agnola, l'incompatibilità della stessa con gli obiettivi nazionali di contenimento della finanza pubblica - che è sostanzialmente il motivo dell'impugnazione - con conseguenti spese, impegno di risorse e perdita di tempo per la nostra Regione, e il tutto all'unico scopo di mantenere in vita le poltrone più care alla Lega e al Pdl.

"Con essa - insiste Corazza - è stato disatteso tra l'altro il chiaro volere popolare concretizzatosi anche nella raccolta firme promossa da IdV sul territorio regionale e nazionale per presentare una legge d'iniziativa popolare allo scopo di abolire le Province.

"Ignorare la chiara volontà dei cittadini e perseverare nel mantenere un ente che rappresenta soprattutto un costo sproporzionato rispetto al beneficio che porta, è un grave errore politico" - conclude Corazza.