IdV: Corazza, impugnata legge salva-Province, la Regione le tagli
(ACON) Trieste, 2 mag - COM/MPB - Il Consiglio dei ministri ha
deliberato l'impugnativa dinanzi alla Corte Costituzionale della
legge regionale 3 del 9 marzo 2012, recante "Norme urgenti in
materia di autonomie locali", in quanto disciplina le modalità di
elezione, formazione e composizione degli organi di governo dei
Comuni e delle Province in maniera difforme rispetto alle
disposizioni introdotte dal decreto legge 201/2011, il cosiddetto
'salva-Italia'. La legge in questione prevedeva che le province
del Friuli Venezia Giulia venissero 'salvate' rispetto alla
riforma introdotta dal Governo nazionale a differenza di quanto
accadrà nelle altre regioni italiane. Un provvedimento sul quale
l'Italia dei Valori - da diverso tempo in prima linea a favore
dell'abolizione delle Province tanto da promuoverla attraverso
una raccolta firme per la presentazione di una legge di
iniziativa popolare - aveva già tuonato la propria netta
contrarietà.
A ricordarlo è Alessandro Corazza, capogruppo IdV in Consiglio
regionale, che torna quindi alla carica: "Chi governa questa
regione ci ha fatto diventare agli occhi del Paese la pecora nera
tra le Regioni per quanto riguarda l'abbattimento dei costi della
politica. L'IdV aveva già denunciato nel giorno della
approvazione della legge, per bocca del consigliere regionale
Enio Agnola, l'incompatibilità della stessa con gli obiettivi
nazionali di contenimento della finanza pubblica - che è
sostanzialmente il motivo dell'impugnazione - con conseguenti
spese, impegno di risorse e perdita di tempo per la nostra
Regione, e il tutto all'unico scopo di mantenere in vita le
poltrone più care alla Lega e al Pdl.
"Con essa - insiste Corazza - è stato disatteso tra l'altro il
chiaro volere popolare concretizzatosi anche nella raccolta firme
promossa da IdV sul territorio regionale e nazionale per
presentare una legge d'iniziativa popolare allo scopo di abolire
le Province.
"Ignorare la chiara volontà dei cittadini e perseverare nel
mantenere un ente che rappresenta soprattutto un costo
sproporzionato rispetto al beneficio che porta, è un grave errore
politico" - conclude Corazza.