Citt: su riforma Province il tempo degli annunci si è consumato
(ACON) Trieste, 3 mag - COM/AB - A far notizia non dovrebbe
essere l'impugnativa del Governo della legge regionale 3 del 9
marzo 2012 "Norme urgenti in materia di autonomie locali". È
l'inevitabile esito, da noi ampiamente previsto, di una
disciplina delle modalità di elezione, formazione e composizione
degli organi di governo delle Province difforme rispetto alle
disposizioni introdotte dal decreto legge n. 201/2011.
A far notizia dovrebbero essere invece, a due mesi
dall'approvazione della legge regionale, i risultati della
concertazione in salsa friulana avviata dall'assessore alle
Autonomie locali Garlatti e prodromica alla rapida presentazione
di un disegno di legge di riforma. Concertazione che prevedeva
l'istituzione di due tavoli distinti: Regione-Comuni e
Regione-Province.
Ebbene questi tavoli, se pur formalmente costituiti, non si sono
ancora neppure riuniti. Sarà forse perché in realtà, per ciò che
attiene le Province, la "rivoluzionaria" riforma che verrà
partorita da questa maggioranza consisterà al più
nell'attribuzione alle Province di qualche nuova competenza
dismessa dalla Regione o da qualche ente inutile?
Il gruppo consiliare regionale Cittadini-Libertà Civica crede,
all'opposto, che la Regione autonoma Friuli Venezia Giulia,
avendo competenza primaria in materia di ordinamento degli Enti
locali, non dovrebbe perdere l'occasione per portare a compimento
il percorso riformista avviato con la legge regionale 1/2006
(Principi e norme fondamentali del sistema Regione - Autonomie
locali nel Friuli Venezia Giulia) affrontando una volta per tutte
il problema del governo di area vasta.
La possibilità di mettere in discussione il ruolo delle Province
rende oggi più facile che nel 2006 affrontare tale problema. In
quest'ottica non si tratta, a nostro avviso, di abolire le
Province, ma di modificarle in modo sostanziale. Di modificarne
la natura. Proprio perché possano concorrere a risolvere le
problematiche di area vasta (che certamente non troverebbero
soluzione con l'abolizione delle Province).
In questo senso, prima di discutere delle modalità elettive,
vanno delineati i tratti essenziali che l'Ente provinciale
dovrebbe assumere e che a nostro avviso potrebbero essere i
seguenti:
1) un ente essenzialmente sburocratizzato e privo di competenze
di amministrazione attiva. Amministrazione attiva che deve
competere essenzialmente ai Comuni in forma singola e associata;
2) un ente la cui competenza si risolva nell'essenziale funzione
di coordinamento e di programmazione degli interventi di area
vasta.
Se veramente si vuole attuare una riforma delle Province in
questa legislatura, il tempo degli annunci si è ormai consumato.