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III Comm: dibattito disegno di legge Fondo previdenza complementare

03.05.2012
15:25
(ACON) Trieste, 3 mag - RC - Un disegno di legge con cui istituire un Fondo territoriale di previdenza complementare in favore dei residenti in Friuli Venezia Giulia, dei lavoratori dipendenti pubblici e privati, dei lavoratori autonomi e dei liberi professionisti, dei lavoratori soci di cooperative, oltre che in favore delle persone fiscalmente a carico dei soggetti destinatari, nel rispetto di quanto stabilito dalle disposizioni in materia pensionistica e di previdenza complementare.

La Regione non diventerà gestore del Fondo, ma creerà coesione attorno a un progetto; la Regione solo offre delle possibilità. Aiutiamo i cittadini ad aiutarsi - ha affermato l'assessore Andrea Garlatti entrando nel merito del provvedimento, nel corso del dibattito generale tenuto in III Commissione consiliare presieduta da Giorgio Venier Romano (UDC).

La rilevanza numerica delle adesioni è fondamentale per una adeguata consistenza economica del Fondo medesimo, che sarà senza scopo di lucro e istituito in forma di associazione. La Regione ha previsto uno stanziamento per il 2012 pari a un milione di euro; ogni aderente vedrà versata ogni mese una quota contributiva di 150/200 euro, metà garantita dal datore - ha spiegato l'assessore rispondendo, così, a una preoccupazione di Bruno Zvech (PD) sul coinvolgimento obbligatorio dei datori di lavoro - che potrà detrarre il 33% della quota. Si stima che i sottoscrittori saranno oltre 30.000, ma il numero - è stata la risposta a Stefano Pustetto (SA-SEL) - lo decideremo realmente alla fine, in seguito a un ulteriore studio; certo è che si dovrà raggiungere la quota stabilita come minima o non si partirà.

Sempre di Pustetto e Zvech la richiesta di prevedere che la Regione garantisca almeno la restituzione del versato, in caso di default. La cosa è effettivamente prevista in Trentino Alto Adige - ha reso noto Garlatti - dove l'adesione al fondo è del 45% con 110.000 iscritti e i rendimenti più alti d'Italia, proprio grazie alla presenza sul territorio del gestore, aspetto che dà fiducia agli aderenti. Verificheremo il da farsi, però il sistema non può fallire - è stato detto poi anche a Sergio Lupieri (PD), preoccupato della possibilità di una cattiva gestione del Fondo - perché tanto uno versa e tanto gli sarà restituito; al massimo non avrà gli interessi. Unica possibilità di fallimento - è intervenuto Roberto Asquini (Misto) - è se il sistema collassa globalmente, a livello statale; ecco che la più ampia diversificazione del paniere è l'unico rimedio possibile.

"Quale il vantaggio di offrire l'ennesimo prodotto, visto che ce ne sono già tanti?" - ha chiesto allora Franco Codega (PD). Il vantaggio sta nel fatto - ha detto Garlatti - che avremo un Fondo territoriale, unico, e non "N" fondi piccoli, molti dei quali già in difficoltà. Inoltre, l'indirizzo lo darà chi mette i soldi, sarà il proprio rappresentante che darà le linee guida, all'opposto di oggi che uno mette i soldi e poi può solo controllarne il rendimento passivamente. E questi sono aspetti che lo renderanno sempre "giovane" - è stato detto ad Annamaria Menosso (PD), preoccupata che se oggi il Fondo attira aderenti in quanto novità sul mercato, tra 20/30 anni sia visto come, appunto, vecchio e non più interessante.

Non da ultimo, i consiglieri hanno chiesto che per la prossima seduta, quando si passerà alla votazione dell'articolato, siano fornite le simulazioni sui rendimenti del Fondo in base alle quote versate negli anni.

In apertura di lavori, la Commissione aveva approfondito l'argomento con il Comitato promotore del Fondo stesso, FP-CGIL, FPL-UIL, UGL e Confagricoltura.

(immagini tv)