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Idv: Agnola, con la Danieli va avviato un rapporto costruttivo

04.05.2012
15:08
(ACON) Trieste, 4 mag - COM/AB - Il consigliere regionale dell'Italia dei Valori Enio Agnola interviene sulla questione del nuovo stabilimento produttivo della Danieli, dopo che sull'argomento aveva già interrogato l'assessore alle attività produttive Seganti sollecitando iniziative da parte della Regione e promuovendo, in qualità di vicepresidente della II Commissione consiliare, l'avvio di un costante rapporto con l'azienda friulana affinché l'occasione del nuovo stabilimento diventasse un'esperienza virtuosa sul cui felice esito possa prendere spunto l'intero sistema economico regionale.

"Esprimo soddisfazione - ha dichiarato Agnola - nel vedere che il complesso aziendale della Danieli offre alla Regione la possibilità di misurarsi in una sfida fondamentale, che è quella di creare le condizioni affinché si insedi in Friuli un'attività di produzione di alto livello tecnologico in grado di valorizzare le professionalità presenti nella nostra Regione e la. Va accolta l'esigenza espressa dall'azienda di essere dotata delle risorse energetiche necessarie a sviluppare questa attività. Sono sicuro che si possano ottemperare le esigenze di questa e di altre aziende con quella di una rete elettrodottistica compatibile con l'ambiente". "Creare oggi un conflitto tra esigenze del mondo produttivo e salvaguardia dell'ambiente - ha spiegato Agnola - è un elemento della vecchia politica dove si rifugia una classe dirigente più orientata al non fare che a costruire le condizioni fondamentali per la sopravvivenza economica della nostra regione e alla creazione di tanti nuovi posti di lavoro. È inoltre necessario iniziare immediatamente un lavoro profondo, che deve avere come obiettivo non solo le industrie Danieli, ma tutto il tessuto produttivo della nostra Regione, fatto di iniziative concrete sul fronte dell'istruzione e della formazione professionale, per dotare queste realtà delle maestranze necessarie. Vanno anche eliminate le barriere burocratiche che penalizzano gli imprenditori pronti a investire ma che spesso in passato, proprio a causa di esse, sono stati costretti a rivolgere le loro iniziative altrove".