News


Pres.Franz a Venzone per celebrazioni 36° anniversario terremoto

06.05.2012
14:36
(ACON) Venzone, 6 mag - MPB - Il presidente del Consiglio regionale Maurizio Franz, nel 36esimo anniversario del terremoto, è interventuto a Venzone - con Gemona luogo simbolo della ricostruzione - alle celebrazioni "per ricordare le vittime di quel tragico 6 maggio 1976 e i sacrifici e il lavoro della gente e degli amministratori di queste terre che, insieme con le istituzioni, hanno saputo ricostruire i nostri paesi com'erano e dov'erano, facendolo con risultati oggi sotto gli occhi di tutti".

"Una ricostruzione condotta con tecniche e modalità d'avanguardia, riprese da molte altre realtà che hanno subito il dramma di un sisma. Un risultato reso possibile anche dalle leggi che Stato e Consiglio regionale hanno negli anni emanato, un legittimo vanto per gli amministratori del Friuli, e un esempio di buona e corretta amministrazione, un biglietto da visita da esibire quando chiediamo che vengano confermati i principi di autonomia e specialità del Friuli Venezia Giulia, in un momento non facile nè per la nostra economia, nè per quella nazionale".

Franz lo ha sottolineato nell'intervento nel Municipio di Venzone, nella cerimonia che ha concluso le celebrazioni organizzate dall'Associazione dei Comuni terremotati nata come continuazione dell'Associazione dei sindaci. Una evoluzione dettata dalla volontà di proiettare l'azione dell'Associazione verso il futuro, tanto che il presidente Fabio di Bernardo ha chiesto l'impegno della politica per poterla trasformare in Fondazione per dare continuità e prospettiva al grande lavoro fin qui svolto. E il sindaco Amedeo Pascolo ha posto l'accento sul quello che ha definito il nuovo terremoto, quello dell'economia e del lavoro, per invocare un nuovo impegno di solidarietà.

Messaggi raccolti da Franz che, insieme con i consiglieri regionali Sandro Della Mea e Enore Picco, aveva prima visitato, con le autorità locali il Museo Tiere Motus - storia di un terremoto e della sua gente - allestito a Palazzo Orgnani-Martina e da due anni luogo in cui si fondono testimonianze della tragedia e documentazione scientifica, e poi assistito alla Santa Messa nel Duomo, restaurato con certosino lavoro e simbolo di una ricostruzione non solo fisica della cittadina medievale che è monumento nazionale. Un itinerario fra le vie e le case e nella memoria, per unire passato e attualità. E l'intera città testimonia quella esperienza che ha fatto parlare ovunque di modello friulano, che ha reso possibile ricostruire i paesi e conservare l'identità.

"I Friulani negli anni immediatamente successivi al 1976 hanno dimostrato di saper fare, di saper utilizzare al meglio e senza sprechi le importanti risorse che lo Stato ha destinato alla nostra regione per la ricostruzione e per il rilancio infrastrutturale, economico e culturale dell'intero territorio del Friuli Venezia Giulia" - ha detto ancora il presidente del Consiglio definendolo un esempio di federalismo, e ricordando l'azione degli amministratori regionali del post terremoto ( Antonio Comelli, Adriano Biasutti, Salvatore Varisco, Roberto Dominici, Romano Specogna) l'operato dei sindaci venzonesi (Giuseppe Sacchetto, Fiorenzo Valent, Duilio Copetti, Sergio Cescutti fino a Pascolo) e dei Consigli comunali che si sono succeduti, affinché questo paese tornasse a essere uno splendido borgo medievale vivo, punto di riferimento per tutto il territorio circostante; Franz ha anche ricordato il ruolo della Chiesa friulana con un pensiero dedicato all'arcivescovo Alfredo Battisti , recentemente scomparso, che si impegnò ancor prima che per la ricostruzione di tante chiese, per la rinascita morale e spirituale delle comunità colpite dal sisma.

E se la ricostruzione del Friuli per alcuni anni ha aiutato in maniera importante l'economia della nostra regione, oggi che proprio l'economia è in grave difficoltà occorre prendere esempio da quell'esperienza - ha concluso Franz. - La volontà e la caparbietà dei friulani all'indomani del 6 maggio 1976 sia uno sprone per nuovamente ricominciare, in un percorso comune e con uno sforzo di rinnovata solidarietà.

(foto)