Pres.Franz a Venzone per celebrazioni 36° anniversario terremoto
(ACON) Venzone, 6 mag - MPB - Il presidente del Consiglio
regionale Maurizio Franz, nel 36esimo anniversario del terremoto,
è interventuto a Venzone - con Gemona luogo simbolo della
ricostruzione - alle celebrazioni "per ricordare le vittime di
quel tragico 6 maggio 1976 e i sacrifici e il lavoro della gente
e degli amministratori di queste terre che, insieme con le
istituzioni, hanno saputo ricostruire i nostri paesi com'erano e
dov'erano, facendolo con risultati oggi sotto gli occhi di tutti".
"Una ricostruzione condotta con tecniche e modalità
d'avanguardia, riprese da molte altre realtà che hanno subito il
dramma di un sisma. Un risultato reso possibile anche dalle leggi
che Stato e Consiglio regionale hanno negli anni emanato, un
legittimo vanto per gli amministratori del Friuli, e un esempio
di buona e corretta amministrazione, un biglietto da visita da
esibire quando chiediamo che vengano confermati i principi di
autonomia e specialità del Friuli Venezia Giulia, in un momento
non facile nè per la nostra economia, nè per quella nazionale".
Franz lo ha sottolineato nell'intervento nel Municipio di
Venzone, nella cerimonia che ha concluso le celebrazioni
organizzate dall'Associazione dei Comuni terremotati nata come
continuazione dell'Associazione dei sindaci. Una evoluzione
dettata dalla volontà di proiettare l'azione dell'Associazione
verso il futuro, tanto che il presidente Fabio di Bernardo ha
chiesto l'impegno della politica per poterla trasformare in
Fondazione per dare continuità e prospettiva al grande lavoro fin
qui svolto. E il sindaco Amedeo Pascolo ha posto l'accento sul
quello che ha definito il nuovo terremoto, quello dell'economia e
del lavoro, per invocare un nuovo impegno di solidarietà.
Messaggi raccolti da Franz che, insieme con i consiglieri
regionali Sandro Della Mea e Enore Picco, aveva prima visitato,
con le autorità locali il Museo Tiere Motus - storia di un
terremoto e della sua gente - allestito a Palazzo Orgnani-Martina
e da due anni luogo in cui si fondono testimonianze della
tragedia e documentazione scientifica, e poi assistito alla Santa
Messa nel Duomo, restaurato con certosino lavoro e simbolo di una
ricostruzione non solo fisica della cittadina medievale che è
monumento nazionale.
Un itinerario fra le vie e le case e nella memoria, per unire
passato e attualità. E l'intera città testimonia quella
esperienza che ha fatto parlare ovunque di modello friulano, che
ha reso possibile ricostruire i paesi e conservare l'identità.
"I Friulani negli anni immediatamente successivi al 1976 hanno
dimostrato di saper fare, di saper utilizzare al meglio e senza
sprechi le importanti risorse che lo Stato ha destinato alla
nostra regione per la ricostruzione e per il rilancio
infrastrutturale, economico e culturale dell'intero territorio
del Friuli Venezia Giulia" - ha detto ancora il presidente del
Consiglio definendolo un esempio di federalismo, e ricordando
l'azione degli amministratori regionali del post terremoto (
Antonio Comelli, Adriano Biasutti, Salvatore Varisco, Roberto
Dominici, Romano Specogna) l'operato dei sindaci venzonesi
(Giuseppe Sacchetto, Fiorenzo Valent, Duilio Copetti, Sergio
Cescutti fino a Pascolo) e dei Consigli comunali che si sono
succeduti, affinché questo paese tornasse a essere uno splendido
borgo medievale vivo, punto di riferimento per tutto il
territorio circostante; Franz ha anche ricordato il ruolo della
Chiesa friulana con un pensiero dedicato all'arcivescovo Alfredo
Battisti , recentemente scomparso, che si impegnò ancor prima che
per la ricostruzione di tante chiese, per la rinascita morale e
spirituale delle comunità colpite dal sisma.
E se la ricostruzione del Friuli per alcuni anni ha aiutato in
maniera importante l'economia della nostra regione, oggi che
proprio l'economia è in grave difficoltà occorre prendere esempio
da quell'esperienza - ha concluso Franz. - La volontà e la
caparbietà dei friulani all'indomani del 6 maggio 1976 sia uno
sprone per nuovamente ricominciare, in un percorso comune e con
uno sforzo di rinnovata solidarietà.
(foto)