Convegno servizio idrico integrato: intervento Colautti (3)
(ACON) Udine, 14 mag - MPB - Per il presidente della IV
Commissione consiliare Alessandro Colautti (Pdl), che ha concluso
i lavori dopo gli interventi dei rappresentanti dei 5 ATO
(Lemene, Occidentale, Centrale, Goriziano e Triestino) e il
dibattito, il convegno sul sistema idrico integrato del Friuli
Venezia Giulia ha offerto uno spaccato importante della realtà
d'Ambito e del sofferto percorso che ha portato la Regione a
legiferare nel 2005, ma anche di quante difficoltà si incontrino
nell'affrontare argomenti come questo, in cui si combinano
politiche industriali, ambientali, di investimenti, di salute e
qualità della vita, ma anche sistema spa e gestione pubblica, in
una materia nella quale la Regione è concorrente.
In assenza di un riferimento nazionale, caleidoscopico è il
quadro delle iniziative assunte dalle diverse Regioni.Un errore,
per Colautti, lo scontro ideologico tra pubblico e privato nella
gestione acqua mentre è fondamentale avere anche da noi una
autorità unica, con un ruolo regolatore delle tariffe, che eviti
il rischio di una anarchia gestionale. Se il referendum ha
abrogato la remunerazione del capitale resta il tema dei servizi
di pubblica utilità e la necessità di un nuovo modello
tariffario, da concertare - ha aggiunto il consigliere regionale
ricordando che per le politiche degli ATO, per dare forma agli
investimenti senza intervenire sulle tariffe, sono stati previsti
100 milioni di euro (5 per 20 anni). La tariffa non può essere
autosufficente, nè il sistema integrato può continuare a
scaricare costi sulla fiscalità generale in una Regione che
gestisce in autonomia trasferimenti a enti locali, sanità e
trasporto pubblico locale - è l'analisi di Colautti secondo il
quale, in un momento in cui il modello di sviluppo regionale deve
essere rivisto, l'acqua - petrolio blu - può diventare eccellenza
anche con i sistemi in house.
Risposte complesse possono creare ricadute economiche, e sul
versante industriale e sociale, ha aggiunto Colautti ricordando
che il provvedimento che riscrive la legge 13 del 2005, varato
dalla Regione otto mesi fa, arrivato al Consiglio delle Autonomie
lì si è incagliato sul nodo del ruolo delle Province e su quello
centrale dei Comuni proprietari delle reti idriche.
Mentre si parla di revisione della spesa, per evitare aumenti dei
costi, occorre necessariamente una leale collaborazione fra enti
e che i soggetti istituzionali dialoghino e trovino sinergie per
arrivare entro l'estate a dare via libera al disegno di legge, è
stata la conclusione di Colautti.
(fine)