III Comm: audizioni progetti gioco lecito e d'azzardo
(ACON) Trieste, 17 mag - RC - Non dimenticare le ricadute
psicologiche, la prevenzione, il sostegno terapeutico, la
previsione di un soggetto controllore, la limitazione come aiuto
verso i più deboli, non senza evitare la retorica. E' quanto
hanno espresso alla III Commissione consiliare, presieduta da
Giorgio Venier Romano (UDC), gli intervenuti sulle due proposte
di legge sul gioco lecito e d'azzardo.
Il progetto sul gioco lecito è stato sottoscritto
trasversalmente, con la prima firma di Sergio Lupieri (PD), e
parte dal fatto che la Corte costituzionale ha concesso di
legiferare sulle sale da gioco al fine di tutelare determinate
categorie di persone e di prevenire il vizio del gioco. Il
provvedimento vuole promuovere un accesso consapevole, misurato e
responsabile al gioco lecito per prevenire l'insorgere di
fenomeni di dipendenza, salvaguardando le fasce di popolazione
maggiormente vulnerabili; inoltre intende vietare l'apertura
delle sale gioco in un raggio di 300 metri da scuole, centri
giovanili, strutture residenziali.
Il secondo progetto è di Edoardo Sasco con gli altri consiglieri
dell'UDC, e introduce il divieto di installazione dei sistemi di
gioco d'azzardo elettronico (le cosiddette slot machine) in
luoghi pubblici o aperti al pubblico, nei circoli e associazioni;
il divieto si propone di porre rimedio ai gravi effetti che
l'assuefazione a queste forme di gioco produce.
Un testo un po' debole - è stato il commento più condiviso dai
presenti - dove non tiene in giusta considerazione le ricadute
medico-psicologiche, il percorso preventivo ma soprattutto la
fase in cui gli esiti della dipendenza sono conclamati e incidono
all'interno della famiglia, quando il soggetto ha bisogno di un
sostegno terapeutico. Il gioco è raggiungibile attraverso
Internet, ciò deve far riflettere - è stato aggiunto. Va definito
meglio chi controlla il fenomeno: un osservatorio va bene, ma
deve essere strutturato meglio.
Soprattutto, dai rappresentanti dei settori medico, psicologico e
sociale è giunta la richiesta di limitare la diffusione dei
giochi a pagamento, ovvero studiare come poter fermare la
diffusione capillare delle "macchinette" in bar e tabaccherie. In
quei locali - è stato spiegato - non ci può essere un controllo
adeguato, cosa che avviene solo nelle sale gioco vere e proprie
dove l'accesso ai minori è vietato. Non basta, poi, pensare ai
più giovani perché il fenomeno è più preoccupante tra i
18-23enni, tra le donne di mezza età e tra gli anziani. Quanto a
educare al gioco responsabile, non è realistico; è come dire che
uno è diventato alcolista perché nessuno gli ha insegnato a bere.
Invece bisogna puntare sulle strutture di cura, sull'aiuto una
volta che uno è diventato giocatore dipendente.
Posizione differente da parte del rappresentante del settore del
commercio e dei locali pubblici, che ha chiesto fosse posto
l'accento che comunque di rischio si tratta. Ma soprattutto ha
fatto presente che ogni aspetto del gioco d'azzardo è già normato
da legge nazionale, sanzioni e limiti inclusi. Bisogna evitare
gli eccessi di retorica - ha detto. E le questioni legate
all'ordine pubblico e alla tutela sanitaria non rientrano nella
potestà regionale. Prevedere distanze tra le sale gioco e i
centri giovanili non ha senso, così come non è giusto far
ricadere sull'imprenditore la formazione del personale.
(immagini tv)