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Pdl: Marin,una pdl per accelerare i provvedimenti amministrativi

18.05.2012
17:08
(ACON) Trieste, 18 mag - COM/MPB - "Porre fine ai ritardi ormai non più giustificabili dei procedimenti garantendo l'efficienza e la funzionalità dell'azione amministrativa e tutelando allo stesso tempo la Regione da qualsiasi tipo di ricorso davanti al TAR".

Sono questi gli obiettivi della proposta di legge sulle "Norme urgenti per l'accelerazione dei procedimenti amministrativi", primo firmatario il consigliere regionale Roberto Marin (Pdl) con la quale si vuole modificare la legge regionale 7 del 20 marzo 2000 (Testo unico delle norme in materia di procedimento amministrativo e di diritto di accesso). La proposta presentata da Marin è sottoscritta anche dal presidente e vicepresidente del Gruppo Consiliare del Pdl Daniele Galasso e Franco Baritussio, dai consiglieri regionali del Pdl Massimo Blasoni, Maurizio Bucci, Luigi Cacitti, Piero Camber, Paride Cargnelutti, Alessandro Colautti, Franco Dal Mas, Bruno Marini, Roberto Novelli, Antonio Pedicini, Paolo Santin, Piero Tononi e Gaetano Valenti, dal capogruppo del Gruppo Misto Roberto Asquini, dal capogruppo dell'UDC Edoardo Sasco con i colleghi di Gruppo Maurizio Salvador, Alessandro Tesolat e Giorgio Venier Romano.

Il provvedimento è stato illustrato questa mattina da Roberto Marin nel corso di una conferenza stampa tenuta nella sede di rappresentanza della Regione a Udine, alla quale hanno partecipato anche Cargnelutti, Asquini e Sasco.

"Oggi - ha detto Marin - i tempi per l'emanazione di un provvedimento amministrativo risultano essere molto lunghi e non rispettosi della normativa nazionale sulla semplificazione legislativa prevista dalla legge 69/2009 che ha modificato, innovandola, la legge 241/1990 sul procedimento amministrativo. Questi ritardi fanno sì che ad oggi la Regione risulti soccombente di fronte agli eventuali ricorsi al TAR. E non finisce qui, perché automaticamente una sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale viene trasmessa alla Corte dei Conti, comportando, così, per l'amministrazione regionale anche un danno erariale. A tutto questo vanno naturalmente sommati i disagi subiti dagli utenti - imprese, associazioni e cittadini - che si rivolgono alla Regione per ottenere un contributo, o per tutelare un loro interesse legittimo, e che vedono trascorrere anche anni prima di ottenere una risposta concreta".

Marin ha fatto anche alcuni esempi concreti.

"Prima di procedere alla stesura della legge - ha spiegato il consigliere - abbiamo chiesto a tutte le Direzioni Regionali di trasmetterci un elenco dei provvedimenti amministrativi di competenza, emanati attraverso la predisposizione di un decreto dirigenziale entro un termine prestabilito ai sensi di legge. Su dieci Direzioni, soltanto quattro hanno inviato una risposta. Di queste, la Direzione Agricoltura ha fornito un elenco di provvedimenti amministrativi emanati a seguito di un decreto del 1993 che hanno evidenziato un termine di durata dei singoli procedimenti dai 300 ai 500 giorni, ben superiore a quelli previsti dalla legge 241/1990.

"La Direzione Istruzione, Università e Ricerca - ha proseguito Marin - ha asserito che per i procedimenti di competenza non vengono adottati specifici decreti dal direttore centrale, ma viene fatto un rinvio alle singole leggi di settore, mentre la Direzione Sanità ha risposto che non ha mai determinato in via generale il termine per la conclusione dei procedimenti amministrativi. L'unica Direzione che ha risposto in maniera esaustiva e in tempi brevi, e alla quale va fatto un plauso, è quella dell'Ambiente che con un decreto del direttore centrale del 2010 ha concluso i procedimenti rispettando i termini previsti dall'articolo 5 della legge regionale 7/2000.

"Per cercare di porre rimedio a questa situazione, la proposta di legge sull'accelerazione dei procedimenti amministrativi, prevede termini non superiori ai 90 giorni per la conclusione dei procedimenti di competenza dell'Amministrazione regionale, salvo il caso in cui, per la natura degli interessi pubblici tutelati e della particolare complessità della pratica, sono indispensabili termini superiori che comunque non possono superare i 120 giorni complessivi, inclusi i controlli di ragioneria. Il termine ordinario per la conclusione di un procedimento amministrativo semplice, viene ridotto da 60 a 30 giorni. Oltretutto, i termini possono essere sospesi una sola volta e per un periodo non superiore ai trenta giorni. Qualora i suddetti termini comunque non vengano rispettati, si prevede una responsabilità disciplinare ed amministrativo-contabile del responsabile del procedimento (dirigente) ed un risarcimento a titolo di indennizzo all'interessato per il mero ritardo.

"Sempre nell'ottica dell'accelerazione delle pratiche e del rispetto dei termini previsti - ha spiegato ancora Marin - la proposta di legge prevede la possibilità di ricorrere a misure di mobilità temporanea del personale tra una Direzione e l'altra, a seconda delle necessità e dei carichi di lavoro; compito affidato al Segretariato Generale. Il testo istituisce, inoltre, una Banca dati dei procedimenti amministrativi, attraverso la collaborazione dell'Insiel, con la quale i cittadini possono controllare, grazie a una password personale, a che punto è la loro pratica.

"Le disposizioni di modifica della legge regionale 7/2000 saranno applicate non soltanto alla Regione, ma anche a tutti gli Enti Locali che attualmente osservano le prescrizioni della legge nazionale 241/1990. Una proposta di legge, quindi - ha concluso Marin - che tutela sia l'utente che l'amministrazione regionale e gli enti locali, e per la quale, si auspica, quindi, una rapida approvazione da parte del Consiglio Regionale".

"In un periodo di crisi - ha osservato Cargnelutti - non è pensabile che l'economia si possa fermare in attesa che la Pubblica Amministrazione concluda i procedimenti: meglio un no subito che un sì, ma dopo tre anni, perché in questo lasso di tempo l'impresa che ha richiesto il contributo avrà sicuramente già perso il cliente. Naturalmente nessuno vuole mettere il Consiglio Regionale contro i dirigenti regionali, ma bisogna prendere atto che i tempi sono cambiati e che le procedure vanno accelerate".

"Va dato merito a Marin - ha dichiarato Asquini - che ha fortemente voluto questa legge. Una legge che va a svegliare il can che dorme, perché, se anche una sola delle disposizioni che prevede, verrà attuata, come Consiglio Regionale avremo fatto un ottimo servizio alla comunità, tenendo, però, ben presente che, rispetto alla situazione nazionale, già oggi il FVG si distingue per la diligenza nell'azione amministrativa".

"L'estensione delle suddette norme a tutto il sistema delle Autonomie Locali della Regione - ha evidenziato Sasco - va nell'ottica della tutela del cittadino a ogni livello di amministrazione secondo il principio di sussidiarietà. Ormai non è più pensabile che, ad esempio, le imprese che hanno fatto domanda sul decreto anti-crisi, dopo un anno e mezzo non hanno ancora visto la conclusione delle pratiche. Il nostro compito è ora quello di far sì che l'accelerazione dei procedimenti amministrativi non rimanga solo teoria, ma si trasformi in pratica".