Pdl: Marin,una pdl per accelerare i provvedimenti amministrativi
(ACON) Trieste, 18 mag - COM/MPB - "Porre fine ai ritardi ormai
non più giustificabili dei procedimenti garantendo l'efficienza e
la funzionalità dell'azione amministrativa e tutelando allo
stesso tempo la Regione da qualsiasi tipo di ricorso davanti al
TAR".
Sono questi gli obiettivi della proposta di legge sulle "Norme
urgenti per l'accelerazione dei procedimenti amministrativi",
primo firmatario il consigliere regionale Roberto Marin (Pdl) con
la quale si vuole modificare la legge regionale 7 del 20 marzo
2000 (Testo unico delle norme in materia di procedimento
amministrativo e di diritto di accesso). La proposta presentata
da Marin è sottoscritta anche dal presidente e vicepresidente del
Gruppo Consiliare del Pdl Daniele Galasso e Franco Baritussio,
dai consiglieri regionali del Pdl Massimo Blasoni, Maurizio
Bucci, Luigi Cacitti, Piero Camber, Paride Cargnelutti,
Alessandro Colautti, Franco Dal Mas, Bruno Marini, Roberto
Novelli, Antonio Pedicini, Paolo Santin, Piero Tononi e Gaetano
Valenti, dal capogruppo del Gruppo Misto Roberto Asquini, dal
capogruppo dell'UDC Edoardo Sasco con i colleghi di Gruppo
Maurizio Salvador, Alessandro Tesolat e Giorgio Venier Romano.
Il provvedimento è stato illustrato questa mattina da Roberto
Marin nel corso di una conferenza stampa tenuta nella sede di
rappresentanza della Regione a Udine, alla quale hanno
partecipato anche Cargnelutti, Asquini e Sasco.
"Oggi - ha detto Marin - i tempi per l'emanazione di un
provvedimento amministrativo risultano essere molto lunghi e non
rispettosi della normativa nazionale sulla semplificazione
legislativa prevista dalla legge 69/2009 che ha modificato,
innovandola, la legge 241/1990 sul procedimento amministrativo.
Questi ritardi fanno sì che ad oggi la Regione risulti
soccombente di fronte agli eventuali ricorsi al TAR. E non
finisce qui, perché automaticamente una sentenza del Tribunale
Amministrativo Regionale viene trasmessa alla Corte dei Conti,
comportando, così, per l'amministrazione regionale anche un danno
erariale. A tutto questo vanno naturalmente sommati i disagi
subiti dagli utenti - imprese, associazioni e cittadini - che si
rivolgono alla Regione per ottenere un contributo, o per tutelare
un loro interesse legittimo, e che vedono trascorrere anche anni
prima di ottenere una risposta concreta".
Marin ha fatto anche alcuni esempi concreti.
"Prima di procedere alla stesura della legge - ha spiegato il
consigliere - abbiamo chiesto a tutte le Direzioni Regionali di
trasmetterci un elenco dei provvedimenti amministrativi di
competenza, emanati attraverso la predisposizione di un decreto
dirigenziale entro un termine prestabilito ai sensi di legge. Su
dieci Direzioni, soltanto quattro hanno inviato una risposta. Di
queste, la Direzione Agricoltura ha fornito un elenco di
provvedimenti amministrativi emanati a seguito di un decreto del
1993 che hanno evidenziato un termine di durata dei singoli
procedimenti dai 300 ai 500 giorni, ben superiore a quelli
previsti dalla legge 241/1990.
"La Direzione Istruzione, Università e Ricerca - ha proseguito
Marin - ha asserito che per i procedimenti di competenza non
vengono adottati specifici decreti dal direttore centrale, ma
viene fatto un rinvio alle singole leggi di settore, mentre la
Direzione Sanità ha risposto che non ha mai determinato in via
generale il termine per la conclusione dei procedimenti
amministrativi. L'unica Direzione che ha risposto in maniera
esaustiva e in tempi brevi, e alla quale va fatto un plauso, è
quella dell'Ambiente che con un decreto del direttore centrale
del 2010 ha concluso i procedimenti rispettando i termini
previsti dall'articolo 5 della legge regionale 7/2000.
"Per cercare di porre rimedio a questa situazione, la proposta di
legge sull'accelerazione dei procedimenti amministrativi, prevede
termini non superiori ai 90 giorni per la conclusione dei
procedimenti di competenza dell'Amministrazione regionale, salvo
il caso in cui, per la natura degli interessi pubblici tutelati e
della particolare complessità della pratica, sono indispensabili
termini superiori che comunque non possono superare i 120 giorni
complessivi, inclusi i controlli di ragioneria. Il termine
ordinario per la conclusione di un procedimento amministrativo
semplice, viene ridotto da 60 a 30 giorni. Oltretutto, i termini
possono essere sospesi una sola volta e per un periodo non
superiore ai trenta giorni. Qualora i suddetti termini comunque
non vengano rispettati, si prevede una responsabilità
disciplinare ed amministrativo-contabile del responsabile del
procedimento (dirigente) ed un risarcimento a titolo di
indennizzo all'interessato per il mero ritardo.
"Sempre nell'ottica dell'accelerazione delle pratiche e del
rispetto dei termini previsti - ha spiegato ancora Marin - la
proposta di legge prevede la possibilità di ricorrere a misure di
mobilità temporanea del personale tra una Direzione e l'altra, a
seconda delle necessità e dei carichi di lavoro; compito affidato
al Segretariato Generale. Il testo istituisce, inoltre, una Banca
dati dei procedimenti amministrativi, attraverso la
collaborazione dell'Insiel, con la quale i cittadini possono
controllare, grazie a una password personale, a che punto è la
loro pratica.
"Le disposizioni di modifica della legge regionale 7/2000 saranno
applicate non soltanto alla Regione, ma anche a tutti gli Enti
Locali che attualmente osservano le prescrizioni della legge
nazionale 241/1990. Una proposta di legge, quindi - ha concluso
Marin - che tutela sia l'utente che l'amministrazione regionale e
gli enti locali, e per la quale, si auspica, quindi, una rapida
approvazione da parte del Consiglio Regionale".
"In un periodo di crisi - ha osservato Cargnelutti - non è
pensabile che l'economia si possa fermare in attesa che la
Pubblica Amministrazione concluda i procedimenti: meglio un no
subito che un sì, ma dopo tre anni, perché in questo lasso di
tempo l'impresa che ha richiesto il contributo avrà sicuramente
già perso il cliente. Naturalmente nessuno vuole mettere il
Consiglio Regionale contro i dirigenti regionali, ma bisogna
prendere atto che i tempi sono cambiati e che le procedure vanno
accelerate".
"Va dato merito a Marin - ha dichiarato Asquini - che ha
fortemente voluto questa legge. Una legge che va a svegliare il
can che dorme, perché, se anche una sola delle disposizioni che
prevede, verrà attuata, come Consiglio Regionale avremo fatto un
ottimo servizio alla comunità, tenendo, però, ben presente che,
rispetto alla situazione nazionale, già oggi il FVG si distingue
per la diligenza nell'azione amministrativa".
"L'estensione delle suddette norme a tutto il sistema delle
Autonomie Locali della Regione - ha evidenziato Sasco - va
nell'ottica della tutela del cittadino a ogni livello di
amministrazione secondo il principio di sussidiarietà. Ormai non
è più pensabile che, ad esempio, le imprese che hanno fatto
domanda sul decreto anti-crisi, dopo un anno e mezzo non hanno
ancora visto la conclusione delle pratiche. Il nostro compito è
ora quello di far sì che l'accelerazione dei procedimenti
amministrativi non rimanga solo teoria, ma si trasformi in
pratica".