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CR: pdl integrazione sociale immigrati (7)

22.05.2012
15:45
(ACON) Trieste, 22 mag - MPB - La proposta di legge per l'integrazione sociale delle cittadine e dei cittadini stranieri non comunitari immigrati, presentata - primo firmatario Franco Codega (PD) - dai consiglieri dei Gruppi di opposizione: PD, SA, Idv, Cittadini, punta a eliminare quanto ostacola l'esercizio dei diritti civili e sociali da parte dei cittadini immigrati provenienti da Stati non appartenenti all'Unione europea, i richiedenti asilo e i rifugiati, gli apolidi soggiornanti, residenti o domiciliati in Friuli Venezia Giulia.

Gli stranieri presenti nella nostra regione - ha ricordato Codega - sono oltre 90.000, circa il 9% della popolazione presente; più di 70.000 sono gli occupati: 32% nell'industria, 14% nelle costruzioni, 32% nei servizi, in buona parte lavoratori venuti anche su richiesta del nostro sistema economico, autorizzati dagli accordi tra Regione e ministero degli Interni.

Buono anche il livello di integrazione sociale degli immigrati: il Friuli Venezia Giulia si ritrova al secondo posto in Italia per l'indice socio-occupazionale, ovvero l'indicatore globale del CNEL, in cui sono raccolti molti aspetti di inserimento sociale e lavorativo degli stranieri. Il dato che spicca maggiormente è quello relativo all'impiego della manodopera immigrata: la regione si colloca al secondo posto in Italia con una media di quasi 17 lavoratori stranieri ogni 100. Non mancano imprenditori, dirigenti e impiegati, ossia occupazione di alto livello, anche se su percentuali decisamente più basse rispetto al resto d'Italia. Gli stranieri presenti contribuiscono al 9% del PIL della regione (circa 3,0-3,2 miliardi l'anno). Ottimale l'accesso all'istruzione dei loro bambini (gli iscritti nelle scuole sono circa 15.000 su un totale di 152.000 alunni, pari al 10%, con un buon grado di inserimento). Si stima poi in 60 milioni di euro la quantità di risorse fatte pervenire nel 2009 dai lavoratori immigrati nelle casse della Regione in termini di compartecipazione tributaria. Inoltre, secondo il Dossier Caritas, sono decine i milioni di euro (54 nel 2007) che gli immigrati mandano a casa loro come rimesse, a sostegno delle loro famiglie e delle loro economie.

Un quadro tutt'altro che negativo, eppure nei primi mesi di questa legislatura l'attuale maggioranza ha eliminato la legge regionale 5 del 2005, che disciplinava organicamente l'intero comparto e, attraverso diversi atti successivi, ha posto forti discriminazioni all'accesso al sistema dei servizi sociali dei cittadini immigrati.

Provvedimenti secondo noi sbagliati, dettati da pregiudizi e valutazioni non corrette del problema. Occorre infatti una regolamentazione organica dell'intero settore, non in un'ottica punitiva ma, al contrario, tenendo conto del valore aggiunto che rappresenta la realtà degli immigrati nelle nostre terre e considerando che gli articoli 2, 3 e 10 e 117 della nostra Costituzione, il decreto legislativo 286/1998 e le successive leggi in materia, hanno fornito il quadro di riferimento sia valoriale che normativo di livello nazionale affidando poi alle singole Regioni il compito di definire nel concreto le modalità di traduzione nel proprio territorio di quei principi e di quelle norme. Obiettivo, offrire a ogni cittadino un unico punto di riferimento per conoscere doveri e opportunità negli specifici campi di interesse e agli operatori nel settore (Enti locali, organizzazioni no profit, associazioni) dire sia il ruolo che possono giocare nelle azioni concrete di inserimento sia le risorse di cui possono disporre.

Questa legge, se approvata a suo tempo, avrebbe eliminato tanto contenzioso e dato un messaggio di attenzione - ha concluso Codega illustrando anche l'articolato.

(segue)