CR: pdl integrazione sociale immigrati (7)
(ACON) Trieste, 22 mag - MPB - La proposta di legge per
l'integrazione sociale delle cittadine e dei cittadini stranieri
non comunitari immigrati, presentata - primo firmatario Franco
Codega (PD) - dai consiglieri dei Gruppi di opposizione: PD, SA,
Idv, Cittadini, punta a eliminare quanto ostacola l'esercizio dei
diritti civili e sociali da parte dei cittadini immigrati
provenienti da Stati non appartenenti all'Unione europea, i
richiedenti asilo e i rifugiati, gli apolidi soggiornanti,
residenti o domiciliati in Friuli Venezia Giulia.
Gli stranieri presenti nella nostra regione - ha ricordato Codega
- sono oltre 90.000, circa il 9% della popolazione presente; più
di 70.000 sono gli occupati: 32% nell'industria, 14% nelle
costruzioni, 32% nei servizi, in buona parte lavoratori venuti
anche su richiesta del nostro sistema economico, autorizzati
dagli accordi tra Regione e ministero degli Interni.
Buono anche il livello di integrazione sociale degli immigrati:
il Friuli Venezia Giulia si ritrova al secondo posto in Italia
per l'indice socio-occupazionale, ovvero l'indicatore globale del
CNEL, in cui sono raccolti molti aspetti di inserimento sociale e
lavorativo degli stranieri. Il dato che spicca maggiormente è
quello relativo all'impiego della manodopera immigrata: la
regione si colloca al secondo posto in Italia con una media di
quasi 17 lavoratori stranieri ogni 100. Non mancano imprenditori,
dirigenti e impiegati, ossia occupazione di alto livello, anche
se su percentuali decisamente più basse rispetto al resto
d'Italia. Gli stranieri presenti contribuiscono al 9% del PIL
della regione (circa 3,0-3,2 miliardi l'anno). Ottimale l'accesso
all'istruzione dei loro bambini (gli iscritti nelle scuole sono
circa 15.000 su un totale di 152.000 alunni, pari al 10%, con un
buon grado di inserimento). Si stima poi in 60 milioni di euro la
quantità di risorse fatte pervenire nel 2009 dai lavoratori
immigrati nelle casse della Regione in termini di
compartecipazione tributaria. Inoltre, secondo il Dossier
Caritas, sono decine i milioni di euro (54 nel 2007) che gli
immigrati mandano a casa loro come rimesse, a sostegno delle loro
famiglie e delle loro economie.
Un quadro tutt'altro che negativo, eppure nei primi mesi di
questa legislatura l'attuale maggioranza ha eliminato la legge
regionale 5 del 2005, che disciplinava organicamente l'intero
comparto e, attraverso diversi atti successivi, ha posto forti
discriminazioni all'accesso al sistema dei servizi sociali dei
cittadini immigrati.
Provvedimenti secondo noi sbagliati, dettati da pregiudizi e
valutazioni non corrette del problema. Occorre infatti una
regolamentazione organica dell'intero settore, non in un'ottica
punitiva ma, al contrario, tenendo conto del valore aggiunto che
rappresenta la realtà degli immigrati nelle nostre terre e
considerando che gli articoli 2, 3 e 10 e 117 della nostra
Costituzione, il decreto legislativo 286/1998 e le successive
leggi in materia, hanno fornito il quadro di riferimento sia
valoriale che normativo di livello nazionale affidando poi alle
singole Regioni il compito di definire nel concreto le modalità
di traduzione nel proprio territorio di quei principi e di quelle
norme. Obiettivo, offrire a ogni cittadino un unico punto di
riferimento per conoscere doveri e opportunità negli specifici
campi di interesse e agli operatori nel settore (Enti locali,
organizzazioni no profit, associazioni) dire sia il ruolo che
possono giocare nelle azioni concrete di inserimento sia le
risorse di cui possono disporre.
Questa legge, se approvata a suo tempo, avrebbe eliminato tanto
contenzioso e dato un messaggio di attenzione - ha concluso
Codega illustrando anche l'articolato.
(segue)