CR: ddl portualità regionale, assessore Riccardi (5)
(ACON) Trieste, 23 mag - RC - È nostro dovere discutere, non
trattare, con lo Stato. Non posso escludere del tutto un rischio
di impugnazione del Governo, ma è nostro dovere rivendicare
l'autonomia della Regione e dialogare con lo Stato su una materia
delicata, sulla quale però faccio presente che abbiamo già
legiferato tre volte senza ci sia stata alcuna impugnazione.
Le repliche al dibattito generale sviluppato sulla portualità di
competenza regionale sono dell'assessore Riccardo Riccardi, che
ha ribattuto punto per punto alle osservazioni e ai dubbi
dell'opposizione.
Avessimo voluto continuare ad applicare la legge n. 84/1994, non
avremmo proposto questo disegno - ha incalzato l'assessore.
Invece lo consideriamo veramente un primo passo verso il
federalismo portuale. E non c'è da aver paura del Veneto, semmai
della Liguria.
La Giunta riconosce la necessità e l'urgenza di costituire una
Autorità portuale unica, ma quando l'abbiamo proposta agli Enti
locali, ci hanno accusato di voler mettere in piedi l'ennesimo
carrozzone. Inoltre non è secondario stabilire chi sceglierà il
presidente di tale Autorità.
Oggi - ha proseguito il responsabile di Infrastrutture e
Territorio - stiamo attuando un'intesa con lo Stato che risale al
2006, ovvero alla passata legislatura; le concessioni demaniali
dei due porti sono date dalla Regione in attuazione di
quell'intesa, grazie alla quale le competenze prima dello Stato
sono diventate della Regione.
Per quanto attiene il rapporto con gli Enti locali, abbiamo
cercato la più ampia concertazione con loro: ma partecipazione
sì, confusione no. La responsabilità degli investimenti era dello
Stato, la vogliamo lasciare in capo alla Regione, a nessun altro.
E desideriamo rendere le procedure più snelle, così come abbiamo
voluto un sistema complessivo di governo leggero.
(segue)