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SA: Kocijancic, ddl sulla portualità non appassiona la maggioranza

23.05.2012
18:55
(ACON) Trieste, 23 mag - COM/MPB - "Il disegno di legge sulla portualità regionale non appassiona la maggioranza".

A dirlo è Igor Kocijancic, capogruppo di SA in Consiglio regionale, sottolineando che "l'interesse dimostrato in Aula per il ddl è risultato, finora, inversamente proporzionale alla rilevanza attribuitagli dalla Giunta e dai media locali.

"Il fatto che - fa notare il consigliere - non si sia riusciti a procedere con la discussione dell'articolato, malgrado l'esaurimento della discussione generale già nel primo pomeriggio, è significativo.

"Ribadendo il rischio di contraddizione giuridica e rimandando, in materia, alle puntuali e acute osservazioni del prof. Bartole che alludono al velleitarismo legislativo regionale, rimane anche un interrogativo riguardante il senso di questo provvedimento, che sembra non convincere nemmeno chi dovrebbe sostenerlo con convinzione, l'attuale maggioranza regionale.

"Questo ddl è ciò che resta dopo due anni di convegni e di tentativi di "lancio" del cosiddetto progetto Unicredit e di potenziamento del porto di Monfalcone, che quale primo effetto concreto della norma vedrà il proprio declassamento da porto di rango nazionale a scalo di interesse regionale.

"Inoltre, in un momento in cui sono state finalmente sbloccate e assegnate dal CIPE le risorse per la piattaforma logistica del Porto di Trieste, aprendo una nuova serie di opportunità, sarebbe stato certamente più produttivo ragionare da subito in termini di estensione dell'Autorità Portuale di Trieste anche agli scali di Monfalcone e Porto Nogaro nell'ottica di contribuire fattivamente almeno in questa regione al sistema di porti dell'Alto Adriatico, sul quale a parole sembrano tutti d'accordo, piuttosto che ostinarsi a discutere una norma di carattere interlocutorio e transitorio, che dovrà essere comunque adeguata.

"Giova ricordare, senza nulla togliere ai porti di Monfalcone e San Giorgio di Nogaro, che Trieste è, malgrado gli attuali limiti e la crisi, il secondo porto nazionale per tonnellaggio movimentato e che rimane, assieme a quello di Genova, lo scalo più importante per le comunicazioni con l'Europa, soprattutto per i collegamenti con l'est europeo.

"Inoltre - conclude Kocijancic - è lo stesso Statuto del FVG che conferisce al Porto di Trieste valenza e rilevanza centrale e strategica regionale, appare quindi ancora più difficilmente comprensibile, allo stato attuale, la creazione di una dimensione portuale regionale che prescinda da un ragionamento complessivo della situazione dei porti della regione".