Presentata mozione equo compenso e contro precariato giornalisti
(ACON) Trieste, 24 mag - RC - Una mozione per l'equo compenso e
contro il precariato giornalistico. L'hanno sottoscritta e
presentata in conferenza stampa, con i rappresentanti sindacali
della categoria, i consiglieri regionali iscritti all'Ordine dei
giornalisti Antonio Pedicini e Massimo Blasoni con Piero Tononi
(Pdl), Igor Gabrovec (PD-Ssk), Giorgio Baiutti (PD), Enio Agnola
(Idv), Alessia Rosolen (UAR).
Il documento impegna la Giunta regionale ad attivarsi per
sollecitare l'approvazione della proposta di legge Moffa
sull'equo compenso, attualmente bloccata al Senato, e a recepirne
i contenuti anche all'interno della normativa regionale,
condizionando l'erogazione dei contributi regionali per
l'editoria al rispetto dell'equo compenso per i giornalisti
precari e per i freelance.
Durante l'incontro, i rappresentanti dell'Associazione della
stampa FVG e del Coordinamento precari e freelance FVG hanno
rimarcato come il servizio giornalistico sia un servizio per il
cittadino molto particolare e delicato, che come tale va
tutelato.
Oggi gli editori tendono, anche attraverso i mezzi informatici, a
fornire notizie utilizzando sempre meno i giornalisti, riducendo
all'osso gli organici e utilizzando la politica del trattamento
economico al ribasso. La scarsità del lavoro rende il precario
ricattabile, speranzoso di essere un giorno contrattualizzato e
dunque messo in regola, ma sono solo false speranze. Anche perché
sempre più spesso chi esce da un giornale, non viene rimpiazzato.
Attualmente 24.000 su circa 44.000 giornalisti attivi in Italia
sono precari e anche in Friuli Venezia Giulia questi ultimi sono
più della metà dei giornalisti contrattualizzati, ovvero poco
meno di 1.200 collaboratori contro 610 assunti e 180 pensionati,
con retribuzioni medie inferiori ai 7.500 euro all'anno (pagati
dai 2 ai 12 euro ad articolo) a fronte dei quasi 60.000 euro di
reddito annuo di un redattore ordinario regolarmente inquadrato.
La proposta di legge relativa all'equo compenso per i giornalisti
che lavorano come "autonomi", dopo un avvio positivo è oggi
bloccata in Senato. È un fatto grave - hanno detto i
rappresentanti sindacali - che rischia di togliere speranza ai
tanti che non hanno un rapporto di lavoro dipendente e che
operano in un mercato privo di regole. Non è solo una questione
sindacale, ma di diritto di informazione. Un'azione simile a
questa del Friuli Venezia Giulia è già portata avanti dalle
Regioni Veneto, Toscana, Piemonte e Lazio.
Da parte dei consiglieri, in particolare da Pedicini e Gabrovec
che hanno ricordato la personale esperienza giornalistica, la
promessa di un intervento legislativo, al più tardi nella
prossima Finanziaria regionale, a stabilire un criterio di
assegnazione dei contributi pubblici che faccia riferimento a
regole ben precise, come il pagamento minimo degli articoli,
sancito dal principio dell'adeguato compenso della prestazione. È
una questione di rispetto della persona - hanno concordato con i
rappresentanti di categoria.
(foto; immagini tv)