CR: portualità regionale, approvata legge (4)
(ACON) Trieste, 24 mag - RC - Approvato dai gruppi di
maggioranza e respinto da quelli di opposizione il disegno di
legge n. 192, con alcune modifiche agli articoli necessarie
soprattutto per coordinare il testo con le indicazioni date dal
ministero dei Trasporti alla Giunta regionale.
Prima della votazione, Federico Razzini (LN) ha espresso
soddisfazione per la legge che si andava ad approvare, che ha
definito importante per i cittadini al pari di quella del welfare
e del credito alle imprese. Dà risposte concrete a una parte
importante della portualità regionale, soprattutto a domande
annose. Il tempo farà emergere le eventuali migliorie necessarie,
ma intanto si tratta di uno strumento nuovo di sviluppo.
Giorgio Brandolin (PD), invece, ha fatto presente che non si
tratta di una riforma, ma del tentativo di ridurre le pastoie che
hanno bloccato sino a oggi il porto di Nogaro e il porto di
Monfalcone. E ha ricordato i limiti di questi due scali come i
loro canali di accesso, che non saranno risolti con questa legge.
Non ci auguriamo venga impugnata - ha ribadito -, ma abbiamo
questa preoccupazione. Negativa, poi, l'esclusione dell'intesa
con i Comuni nel Piano triennale delle opere; non può decidere
tutto la Regione da sola.
Nessuno ha mai detto che si tratta di una grande riforma - così
Roberto Marin (Pdl) - ma una riorganizzazione normativa. È
l'inizio di un percorso del quale dobbiamo essere orgogliosi, che
rimarca competenze che la Regione può e deve esercitare.
Vorrei ma non posso: questo è la legge per Stefano Pustetto
(SA-SEL), contrario all'enfasi di Razzini, anzi pieno di
perplessità. Non potendo agire sulle grosse linee portuali, ci
accontentiamo di muoverci su Monfalcome e Porto Nogaro. Si è
svalutata l'abilità lavorativa degli operatori portuali e li si è
marginalizzati con la creazione di un mero Comitato consultivo
dal parere oltretutto non vincolante.
A difendere da ultimo la bontà della legge, l'assessore Riccardo
Riccardi, che ha ribadito come i due nodi dell'estero e del Piano
regolatore sono centrali, ma non hanno nulla a che fare con
questo provvedimento. L'assessore ha, quindi, mutato il "vorrei
ma non posso" di Pustetto in "faccio ciò che posso" e lo faccio
con il favore dello Stato, con cui continuerà il dialogo per
arrivare a un'Autorità unica con il porto di Trieste. Gli intoppi
si verificheranno con l'applicazione della norma. Non
accentriamo, ma regolamentiamo - ha concluso - ciò che era dello
Stato e oggi è di nostra competenza, e non era di competenza di
nessun altro.
(segue)