PD:Brandolin, legge portualità, il disinteresse del centrodestra
(ACON) Trieste, 25 mag - COM/MPB - "Come gruppo consiliare del
Partito Democratico abbiamo lavorato a fondo alla nuova legge
sulla portualità: ci siamo impegnati nelle Commissioni e nelle
audizioni, abbiamo incontrato i lavoratori, le imprese e gli
operatori degli scali, ci siamo fatti portatori delle loro
esigenze. Quando però ci siamo trovati di fronte a un netto
rifiuto alla discussione, specialmente su duepunti per noi
pregiudiziali, non abbiamo potuto soprassedere. Ecco il perchè
del nostro ''no'' alla nuova legge".
A dirlo è il consigliere regionale del PD Giorgio Brandolin che
respinge l'accusa del collega leghista Federico Razzini di
'tradimento del territorio'.
"Anzi - precisa Brandolin -. Avevamo chiesto due cose a questa
Giunta: primo, che ci fosse un confronto con il Governo per
evitare future conflittualità tra la legge regionale e nazionale
(cosa fatta solo in parte); secondo, e importantissimo (anche
perchè su richiesta de i sindaci di Monfalcone e San Giorgio di
Nogaro) prevedere la partecipazione, e non solo la consultazione,
degli enti locali nella progettazione delle opere
infrastrutturali attraverso lo strumento dell'intesa. Qui, da
Riccardi, è arrivato un secco no, e anche Razzini non ha voluto
sostenere la richiesta: di conseguenza, ha votato contro gli
interessi del Comune in cui è consigliere comunale.
"Con i nostri emendamenti, votati all'unanimità, abbiamo inserito
due importanti modifiche. La prima all'articolo 1, dove viene
ribadita la necessità di coordinare lo sviluppo dell'intero
sistema portuale regionale, Monfalcone, Porto Nogaro e Trieste
(ovviamente dopo la modifica della legge nazionale, ed ecco
l'importanza di un confronto con lo Stato). La seconda,
all'articolo 13, dove per evitare speculazioni e monopoli sulle
strutture portuali, abbiamo inserito un comma (votato
all'unanimità) che nel progetto di finanza salvaguarda imprese,
lavoratori e operatori degli scali. Razzini e il centrodestra non
hanno proposto alcuna modifica sostanziale, a dimostrazione non
solo di una mancata analisi approfondita del tema, ma anche della
sudditanza all'autoritarismo dell'assessore regionale.
"Adesso, che dire? Speriamo. Speriamo che la legge favorisca e
non ostacoli le due opere di cui lo scalo di Monfalcone ha
bisogno, ovvero il piano regolatore e l'escavo del canale (che
sicuramente, però, questa legge non accellererà). Noi - conclude
Brandolin - il nostro lavoro l'abbiamo fatto, speriamo di non
dover dire adesso: Ve l'avevamo detto.".