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NAPOLITANO IN FRIULI: LA VISITA A PORDENONE "CITTÀ CIVILE E OPEROSA"

30.05.2012
13:26
Pordenone, 30 mag - "Qui si respira un'aria di grandissima civiltà, vedo una città industre e laboriosa": così il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha definito Pordenone, dove ha concluso stamani la sua visita di due giorni in Friuli "purtroppo - e mi scuso - dovendo saltare la visita al Polo Tecnologico per la necessità di rientrare a Roma a causa della emergenza determinata dal terremoto in Emilia e per stabilire il tono della ricorrenza del 2 giugno. Sarà una celebrazione sobria, ma essa è il simbolo dell'unità e della fermezza di un popolo. Se è giusto manifestare solidarietà e dolore per i gravi fatti di questi giorni, non dobbiamo piangerci addosso, ma esprimere fiducia".

Al suo arrivo nella Sala Consiliare del Municipio - dopo essere stato salutato dalla popolazione di Pordenone - il presidente della Repubblica ha ricevuto il benvenuto del sindaco, Claudio Pedrotti, e del presidente del Consiglio comunale, Nisco Bernardi: ricordate le vittime del terremoto in Emilia, Pedrotti ha fatto riferimento alla "crisi in atto che impone un cambiamento radicale in tutti noi e anche la politica deve rinnovarsi per essere vicina ai cittadini"; Bernardi ha invece elogiato l'azione del presidente Napolitano.

Vari i temi affrontati da Napolitano nel suo intervento: le sfide da affrontare per uscire dalla crisi "senza pensare che il mondo faccia sconti all'Europa"; il ricordo dei tanti italiani emigrati nel tempo; la capacità innovativa del Friuli Venezia Giulia: a tal proposito il presidente ha affermato che "non ci si può limitare a difendere il passato, ma bisogna pensare al futuro e da qui viene un esempio all'Italia e all'Europa".

In merito alle catastrofi naturali Napolitano ha sostenuto che "bisogna che cambino i comportamenti individuali e quelli pubblici perché una prevenzione reale e concreta non è un lusso, ma una necessità che ci risparmierebbe tanti lutti e spreco di risorse".

Infine il tema delle riforme istituzionali: "i sindaci - ha affermato - sono e restano le colonne del sistema, anche quando saranno attuate le riforme. Quelle che riguardano la seconda parte della Costituzione sono attese da tempo e su di esse si può discutere: ma i valori della prima parte della nostra Carta restano tuttora validi e attuali. Sul ruolo del Capo dello Stato i padri costituenti agirono con saggezza prevedendo una figura neutra politicamente, imparziale, capace di esprimere moderazione e garanzia. Da parte mia continuerò sino a termine mandato a fare il mio dovere per il bene del Paese".

Al termine della cerimonia ufficiale, il presidente Napolitano ha incontrato riservatamente i sindaci dei Comuni che vissero la tragedia del Vajont: Erto e Casso in Friuli Venezia Giulia, Longarone e Castellavazzo in Veneto.

Nel Municipio di Pordenone la Regione era rappresentata dai vicepresidenti della Giunta, Luca Ciriani, e del Consiglio, Maurizio Salvador. Commentando la visita del Capo dello Stato Ciriani l'ha definita "importante per la nostra regione e per Pordenone. Ho ringraziato Napolitano per le espressioni che ha riservato alla nostra città e gli ho manifestato l'impegno della Protezione Civile regionale nelle zone terremotate dell'Emilia. Mi sembra che il clima di festa che ha caratterizzato questa visita sia stata l'espressione più vera dell'affetto con cui i cittadini si stringono all'espressione più alta delle nostre istituzioni". ARC/NNa