SA-PRC: Kocijancic, la destra contro poveri e lavoratori portuali
(ACON) Trieste, 1 giu - COM/AB - Prendiamo dalla cronaca più
recente due esempi dell'arroganza della destra, che sembra
riprenda a fare con maggiore zelo il proprio mestiere di
portavoce diretta degli interessi padronali e di classe: alcuni
consiglieri del centrodestra hanno proposto di abolire i pochi
sostegni ai poveri e bisognosi e di dare questi soldi alle
imprese, per favorire lo sviluppo delle stesse e contribuire, per
questo tramite, alla crescita dell'occupazione.
È bene puntualizzare - così il consigliere regionale di SA-PRC
Igor Kocijancic - che in questa crisi globale e profonda i poveri
non sono una categoria astratta dello spirito. Sono state
inventate, a proposito, numerose nuove definizioni a livello
globale tra le quali spicca quella di "working poors" "lavoratori
poveri" o, più letteralmente, "poveri con impiego" per indicare
coloro i quali - pur disponendo formalmente di un'occupazione
lavorativa - non riescono ad arrivare a fine mese.
Si tratta quindi della solita politica antipopolare che finanzia
banche e imprese promettendo ricadute positive per i lavoratori
negli anni a venire. Anni che, ormai l'abbiamo imparato bene, non
arrivano mai né sono destinati a venire, perché per qualche
oscura ragione - solitamente innescata da quegli "organismi
imparziali" che Monti non si dimentica mai di citare per
rafforzare le scelte liberiste del suo Governo - non è mai il
momento di ridistribuire la ricchezza prodotta dal Paese. Le
uniche volte in cui questo è avvenuto è stato per effetto delle
lotte degli operai e dei lavoratori negli ormai lontanissimi anni
sessanta e settanta.
A livello regionale - aggiunge Kocijancic - la destra ha nascosto
all'interno della legge sulla portualità regionale delle norme di
peggioramento delle condizioni di lavoro dei portuali,
autorizzando, in contrasto con la legge nazionale, la cosiddetta
autoproduzione e cioè il fatto che le navi fornite di mezzi e
personale possano eseguire da sole le operazioni di scarico e
carico. In nome dell'autonomia e della specificità regionale la
destra persegue apertamente una politica contro i residui diritti
dei lavoratori portuali per un'ulteriore rincorsa al ribasso del
costo del lavoro, incentivando l'autosfruttamento nelle
cooperative.
Una politica di deregolamentazione dei diritti dei lavoratori
che, con vari artefici e protagonisti ben conosciuti, stanno
portando avanti da anni all'interno del porto e che produce
sfruttamento, precariato e drammatiche contestazioni come quella
di alcuni giorni fa avvenuta allo scalo triestino.
Episodi che non dovrebbero essere necessari, perché nessun
lavoratore dovrebbe essere costretto a gesti eclatanti per poter
richiamare l'attenzione pubblica sulle pessime condizioni di
lavoro e di trattamento economico. Sarebbe interessante sapere
quale lezione abbia potuto trarre dalla vicenda in questione la
presidente dell'Autorità portuale, che ha potuto ascoltare dalla
voce di quel lavoratore e di altri portuali quali siano le
condizioni lavorative alle quali sono costretti proprio nel
giorno in cui le locandine riportavano la notizia dell'aumento
della sua indennità di funzione.
Quando la destra fa la destra - conclude Kocijancic - è ora che
tutta la sinistra riprenda a fare il suo vero lavoro politico,
facendosi guidare dalle indicazioni che emergono dal mondo del
lavoro e del non lavoro.