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SA-PRC: Kocijancic, la destra contro poveri e lavoratori portuali

01.06.2012
13:21
(ACON) Trieste, 1 giu - COM/AB - Prendiamo dalla cronaca più recente due esempi dell'arroganza della destra, che sembra riprenda a fare con maggiore zelo il proprio mestiere di portavoce diretta degli interessi padronali e di classe: alcuni consiglieri del centrodestra hanno proposto di abolire i pochi sostegni ai poveri e bisognosi e di dare questi soldi alle imprese, per favorire lo sviluppo delle stesse e contribuire, per questo tramite, alla crescita dell'occupazione. È bene puntualizzare - così il consigliere regionale di SA-PRC Igor Kocijancic - che in questa crisi globale e profonda i poveri non sono una categoria astratta dello spirito. Sono state inventate, a proposito, numerose nuove definizioni a livello globale tra le quali spicca quella di "working poors" "lavoratori poveri" o, più letteralmente, "poveri con impiego" per indicare coloro i quali - pur disponendo formalmente di un'occupazione lavorativa - non riescono ad arrivare a fine mese.

Si tratta quindi della solita politica antipopolare che finanzia banche e imprese promettendo ricadute positive per i lavoratori negli anni a venire. Anni che, ormai l'abbiamo imparato bene, non arrivano mai né sono destinati a venire, perché per qualche oscura ragione - solitamente innescata da quegli "organismi imparziali" che Monti non si dimentica mai di citare per rafforzare le scelte liberiste del suo Governo - non è mai il momento di ridistribuire la ricchezza prodotta dal Paese. Le uniche volte in cui questo è avvenuto è stato per effetto delle lotte degli operai e dei lavoratori negli ormai lontanissimi anni sessanta e settanta. A livello regionale - aggiunge Kocijancic - la destra ha nascosto all'interno della legge sulla portualità regionale delle norme di peggioramento delle condizioni di lavoro dei portuali, autorizzando, in contrasto con la legge nazionale, la cosiddetta autoproduzione e cioè il fatto che le navi fornite di mezzi e personale possano eseguire da sole le operazioni di scarico e carico. In nome dell'autonomia e della specificità regionale la destra persegue apertamente una politica contro i residui diritti dei lavoratori portuali per un'ulteriore rincorsa al ribasso del costo del lavoro, incentivando l'autosfruttamento nelle cooperative.

Una politica di deregolamentazione dei diritti dei lavoratori che, con vari artefici e protagonisti ben conosciuti, stanno portando avanti da anni all'interno del porto e che produce sfruttamento, precariato e drammatiche contestazioni come quella di alcuni giorni fa avvenuta allo scalo triestino.

Episodi che non dovrebbero essere necessari, perché nessun lavoratore dovrebbe essere costretto a gesti eclatanti per poter richiamare l'attenzione pubblica sulle pessime condizioni di lavoro e di trattamento economico. Sarebbe interessante sapere quale lezione abbia potuto trarre dalla vicenda in questione la presidente dell'Autorità portuale, che ha potuto ascoltare dalla voce di quel lavoratore e di altri portuali quali siano le condizioni lavorative alle quali sono costretti proprio nel giorno in cui le locandine riportavano la notizia dell'aumento della sua indennità di funzione.

Quando la destra fa la destra - conclude Kocijancic - è ora che tutta la sinistra riprenda a fare il suo vero lavoro politico, facendosi guidare dalle indicazioni che emergono dal mondo del lavoro e del non lavoro.