Citt: Colussi, digitalizzare le sale cinematografiche
(ACON) Trieste, 12 giu - COM/AB - Trenta sale, 46 schermi, 830
mila spettatori: questa è la fotografia - aggiornata al 2011 -
dell'esercizio cinematografico nel Friuli Venezia Giulia. Questi
dati si riferiscono in particolare al piccolo esercizio
indipendente, rappresentato il più delle volte da sale
monoschermo localizzate quasi sempre nei centri minori: si tratta
di sale di proprietà di Comuni, società, parrocchie e gestite
molto spesso da associazioni culturali, piccoli esercenti,
cooperative e amministrazioni pubbliche.
Di questi 46 schermi in attività, solo 6 hanno già provveduto a
dotarsi di un sistema di proiezione digitale: un ritardo che
preoccupa non poco gli operatori di questo settore commerciale
tenuto conto che la scomparsa definitiva della pellicola è
prevista dal 1 gennaio 2014. Dopo quella data, le sale che
vorranno proiettare un film in pellicola dovranno farsi carico
delle spese di stampa della copia stessa: è fin troppo facile
immaginare che chi non avrà potuto adeguarsi per tempo dovrà
chiudere l'attività. In questo cambiamento epocale per
l'esercizio cinematografico, come sempre accade, i grandi gruppi
multinazionali si sono mossi subito e, grazie alle loro
disponibilità finanziarie, hanno già provveduto alla
digitalizzazione dei complessi multiplex, anche grazie all'arrivo
del 3D che consente importanti guadagni. In Friuli Venezia Giulia
questi multiplex sono solo quattro: due a Udine, uno a Fiume
Veneto e uno a Trieste.
Oggi le maggiori difficoltà si registrano fra le sale d'essai e
le sale monoschermo indipendenti che non sono in grado oggi di
affrontare un investimento che si aggira mediamente sui 70.000
euro a proiettore digitale. Il 23 dicembre scorso è stato il
giorno in cui in Europa si è raggiunto il 50% degli schermi
attivi in digitale: "In Italia - ha dichiarato Lionello Cerri
presidente dell'Anec - sono già attrezzate per le proiezioni
digitali circa 1.100 sale, più o meno un terzo dei 3.200 schermi
industriali presenti sul territorio. Un buon numero, ma
decisamente inferiore a quello degli altri paesi d'Europa, dove
la digitalizzazione avanza più spedita. Anche per merito di più
favorevoli politiche d'aiuto".
Per far fronte a questa vera e propria "emergenza digitale" molte
Regioni si sono già attivate per rendere disponibili risorse a
sostegno dei soggetti pubblici e privati coinvolti nel problema.
Ha iniziato per prima la Regione Toscana giunta già al secondo
bando (2,8 milioni di euro), seguita da Lombardia (3 milioni di
euro), Sicilia (5,5 milioni di euro), Emilia Romagna, Piemonte
(1,5 milioni di euro dai fondi europei POR FESR), Lazio, Puglia
(1,3 milioni di euro) fino alla recente decisione della Regione
Veneto di inserire nell'ultimo bilancio un primo finanziamento di
300 mila euro.
Recentemente, l'assessore Elio De Anna ha incontrato i
rappresentanti dell'ANEC del Triveneto, che hanno illustrato con
dovizia di dati l'urgenza di un intervento in questo settore.
Dall'incontro è emerso che il fabbisogno economico complessivo
per riuscire a garantire adeguatamente il passaggio al digitale
dei 40 schermi oggi in attività, prevedendo un intervento a
sostegno del 50% sul costo dell'apparecchiatura, con il limite
imposto dal "de minimis" in caso di fondi europei, assomma a
circa 1,2 - 1,3 milioni di euro: cifra che potrebbe essere
spalmata in più annualità. La LR 21/2006 prevede già una
specifica norma dedicata al finanziamento per l'innovazione
tecnologica delle sale cinematografiche riconosciute d'essai ed è
già stato redatto il relativo regolamento. L'unica modifica
necessaria riguarderebbe la percentuale dell'intervento
economico, che oggi è prevista al 70% e che andrebbe riportata al
50%.
Considerato che gli schermi riconosciuti d'essai dal MIBAC ai
sensi del decreto legislativo 28/2004 sono oggi solo 13 e che 3
di questi hanno già provveduto a dotarsi di proiettori digitali
(Kinemax di Gorizia, Kinemax di Monfalcone e David di Tolmezzo)
l'intervento ha un vero carattere di urgenza solo per una decina
di sale. Considerato poi che il costo medio di un proiettore
digitale si aggira sui 60.000 euro, sarebbe importante destinare
nella prossima variazione di bilancio la cifra di 300.000 euro
per sostenere la digitalizzazione di questi primi dieci schermi.
L'urgenza è dovuta anche al fatto che il credito d'imposta, che
consente il recupero del 30% dell'investimento, introdotto da
qualche anno dal ministero dei Beni e le Attività Culturali
(MIBAC), è stato prorogato al 31 dicembre 2012 e non vi è la
certezza che possa essere ulteriormente esteso anche per il 2013.
Successivamente - magari intervenendo con fondi europei POR FESR
- sarà possibile sostenere entro il 2013 i restanti schermi del
Friuli Venezia Giulia.
Se vogliamo salvaguardare questo importante patrimonio economico
e culturale della nostra regione non c'è un minuto da perdere.