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PD: Lupieri, riforma Tondo rischia di uccidele sanità pubblica

13.06.2012
16:36
(ACON) Trieste, 13 giu - COM/AB - Il presidente Tondo, assessore alla sanità, e la sua maggioranza, affrontano la riforma del Servizio sanitario regionale enfatizzando la riduzione del numero della aziende sanitarie a 1 o 3 unicamente per nascondere la vera finalità del provvedimento, cioè la parità tra soggetti erogatori pubblici e privati nell'ambito della programmazione regionale.

A sostenerlo è Sergio Lupieri, consigliere regionale del PD e vicepresidente della III Commissione sanità e politiche sociali, che aggiunge.

Infatti, la proposta Tondo rischia di uccidere la sanità pubblica aprendo in modo indiscriminato le porte ai privati, con esternalizzazioni sempre più diffuse e grande ricorso alle privatizzazioni, con logiche di mercato che anziché favorire l'appropriatezza e quindi la razionalizzazione della spesa, porteranno inevitabilmente a stimolare produzione e offerta, in coerenza con il perseguimento del profitto che, sia pur legittimo, tende notoriamente a indurre una domanda di servizi più remunerativi per chi li produce. Quindi un fornitore agevolato dal vantaggio di ottenere accreditamento per settori circoscritti ed economicamente appetibili, e senza l'esigenza di verifiche e controlli sempre più onerosi da parte dell'acquirente pubblico.

Nessun accenno invece nel testo della proposta Tondo a principi e modalità che favoriscano formule di partenariato pubblico-privato no profit, con valorizzazione del terzo settore e quindi dell'economia e del capitale sociale locale.

Invece la riorganizzazione dell'assistenza territoriale regionale su un ridotto numero di aziende, dibattuta ampiamente fin dalla passata legislatura, non presenta parametri e criteri oggettivi per questo o quel tipo di scelta, in quanto le variabili di cui tener conto sono molteplici.

Certamente il fine di una simile riorganizzazione è la facilitazione dei percorsi di presa in carico e cura dei pazienti, ma qualcuno deve spiegare come ciò avviene, e cioè come così facendo si produca salute entro i vincoli del bilancio.

Perché è altrettanto vero che i buoni risultati di salute si ottengono anche attraverso la buona programmazione di interventi di cura integrati, l'adozione di protocolli condivisi che evitano doppioni, lo scambio di buone pratiche, la definizione di percorsi diagnostico terapeutici, l'integrazione ospedale territorio, la continuità assistenziale, le cure primarie, tutte cose sulle quali Tondo dovrebbe e potrebbe già lavorare per una manutenzione seria del sistema salute.