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Idv: Corazza, gli Erdisu capaci di dare risposte concrete

21.06.2012
17:09
(ACON) Trieste, 21 giu - COM/RC - La relazione triennale dell'assessore Roberto Molinaro sul Piano regionale degli interventi per il diritto e le opportunità allo studio universitario dimostra che gli Erdisu di Trieste e Udine, nel triennio 2008-2010, sono stati capaci di dare risposte concrete alle esigenze degli studenti universitari. L'impressione è sostanzialmente positiva, sostiene Alessandro Corazza, capogruppo dell'Italia dei Valori in Consiglio regionale che così sottolinea: "La riforma degli Erdisu voluta dalla Giunta Tondo, nata senza tener conto di questi buoni risultati, non è motivata quindi da un cattivo funzionamento dei due enti, bensì da altre logiche di carattere prettamente politico.

"Non vogliamo fare una opposizione strumentale. Ad esempio l'unificazione dei due enti potrebbe anche risolvere i problemi che i consorzi di Pordenone e Gorizia hanno affrontato per quanto riguarda la gestione delle mense, frequentate da studenti iscritti a entrambi gli atenei regionali.

"Non è accettabile, però, che questa riforma tolga qualsiasi potere decisionale agli studenti. Oggi un terzo dei due Consigli di amministrazione degli Erdisu è composto da rappresentanti eletti direttamente dagli stessi universitari. Domani gli studenti saranno relegati, invece, a un ruolo meramente consultivo".

Forte della sua passata esperienza di rappresentante degli studenti in seno all'Erdisu di Trieste, Corazza fa anche qualche esempio concreto: "Quando l'Ater, senza condividerlo prima con gli studenti, realizzò un progetto per conto dell'Erdisu per il recupero di un palazzo da destinare ad alloggi per gli studenti, alla fine il risultato fu totalmente inadatto alle esigenze degli universitari. Tanto che il progetto fu abbandonato, con enorme spreco di risorse e di tempo.

"Ancora, quando i fondi che la Regione aveva destinato per il trasporto furono utilizzati senza prima ascoltare gli studenti, alla fine quei fondi non furono neanche spesi tutti. Di fatto il progetto era calato dall'alto e non dava risposte concrete alle reali esigenze di mobilità degli universitari.

"Da qui la necessità che la riforma sul diritto allo studio universitario sia rivista totalmente per quanto riguarda il ruolo degli studenti, che devono avere maggiore centralità e più potere decisionale".