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PD: Menosso, la riforma sanitaria che non c'è

27.06.2012
12:48
(ACON) Trieste, 27 giu - COM/AB - In merito alla legge di assestamento del bilancio 2012, la consigliera del PD Annamaria Menosso, vicepresidente del Consiglio regionale, ritiene che la manovra non offra una prospettiva di governo e un'idea di regione per il prossimo futuro.

In questo quadro un po' grigio e piatto, Menosso si sofferma sui settori sanitario e sociale e ricorda che il 27 settembre del 2011 il presidente Tondo elencò in Aula le grandi riforme che avrebbe introdotto durante il secondo tempo del suo mandato. Tra queste spiccava la riforma sanitaria che, a detta di Tondo, era tra le più urgenti.

Non si può dire che all'annuncio non sia seguito alcunché, ma si può senza dubbio affermare che non solo una qualsivoglia riforma sia lontana, ma che l'ordinaria amministrazione del settore faccia acqua da tutte le parti. Quanto alla riforma annunciata, si devono registrare gli innumerevoli passi avanti e quelli indietro. Il dibattito si è soprattutto concentrato sul numero di Aziende territoriali. Annamaria Menosso ritiene che non sia da lì che una riforma debba partire, il numero delle ASS dovrebbe essere casomai il punto di arrivo di un sistema che, con un certo numero di Aziende, sarebbe messo nelle condizioni di funzionare meglio.

Al di là del susseguirsi di spot e annunci, mai si è entrati nel merito. Decide la politica, nel senso deteriore del termine: decidono le convenienze di gruppi di interesse territoriali che danno ai politici preferenze elettorali. Una qualsivoglia riforma del settore sanitario deve poggiare su evidenze cliniche e assistenziali, bacini di utenza appropriati, casistica, e su considerazioni istituzionali e organizzative di carattere manageriale, elaborando un sistema complessivo di governo capace di garantire coerenza tra indirizzi di politica sanitaria, gestione e realizzazione degli stessi.

Di tutto ciò non si è parlato, il governo del sistema è del tutto assente.

Precisato questo, Annamaria Menosso chiude puntando l'accento su una serie di criticità che, a suo giudizio, l'Amministrazione Tondo ha lasciato colpevolmente irrisolte.

Tra queste, i tempi di attesa che si sono allungati, il mancato processo di riclassificazione delle case di riposo, il blocco dell'informatizzazione territoriale a partire dalla medicina generale e del piano della riabilitazione, la mancata redazione dei piani dell'emergenza, oncologico, materno-infantile, disabilità. Continua inoltre il ricovero in comunità fuori della regione di minori con problemi psichiatrici, rimane inattuata la rete per i disturbi alimentari, nulla è stato messo in pratica per le cure palliative e il dolore, sono al palo quasi tutti gli investimenti edilizi importanti, i punti nascita critici funzionano solo con la presenza di personale a gettone, gli operatori continuano ad accumulare moltissime ore di straordinario e di ferie, mettendo in crisi servizi e reparti.