PD: Menosso, la riforma sanitaria che non c'è
(ACON) Trieste, 27 giu - COM/AB - In merito alla legge di
assestamento del bilancio 2012, la consigliera del PD Annamaria
Menosso, vicepresidente del Consiglio regionale, ritiene che la
manovra non offra una prospettiva di governo e un'idea di regione
per il prossimo futuro.
In questo quadro un po' grigio e piatto, Menosso si sofferma sui
settori sanitario e sociale e ricorda che il 27 settembre del
2011 il presidente Tondo elencò in Aula le grandi riforme che
avrebbe introdotto durante il secondo tempo del suo mandato. Tra
queste spiccava la riforma sanitaria che, a detta di Tondo, era
tra le più urgenti.
Non si può dire che all'annuncio non sia seguito alcunché, ma si
può senza dubbio affermare che non solo una qualsivoglia riforma
sia lontana, ma che l'ordinaria amministrazione del settore
faccia acqua da tutte le parti. Quanto alla riforma annunciata,
si devono registrare gli innumerevoli passi avanti e quelli
indietro. Il dibattito si è soprattutto concentrato sul numero di
Aziende territoriali. Annamaria Menosso ritiene che non sia da lì
che una riforma debba partire, il numero delle ASS dovrebbe
essere casomai il punto di arrivo di un sistema che, con un certo
numero di Aziende, sarebbe messo nelle condizioni di funzionare
meglio.
Al di là del susseguirsi di spot e annunci, mai si è entrati nel
merito. Decide la politica, nel senso deteriore del termine:
decidono le convenienze di gruppi di interesse territoriali che
danno ai politici preferenze elettorali. Una qualsivoglia riforma
del settore sanitario deve poggiare su evidenze cliniche e
assistenziali, bacini di utenza appropriati, casistica, e su
considerazioni istituzionali e organizzative di carattere
manageriale, elaborando un sistema complessivo di governo capace
di garantire coerenza tra indirizzi di politica sanitaria,
gestione e realizzazione degli stessi.
Di tutto ciò non si è parlato, il governo del sistema è del tutto
assente.
Precisato questo, Annamaria Menosso chiude puntando l'accento su
una serie di criticità che, a suo giudizio, l'Amministrazione
Tondo ha lasciato colpevolmente irrisolte.
Tra queste, i tempi di attesa che si sono allungati, il mancato
processo di riclassificazione delle case di riposo, il blocco
dell'informatizzazione territoriale a partire dalla medicina
generale e del piano della riabilitazione, la mancata redazione
dei piani dell'emergenza, oncologico, materno-infantile,
disabilità. Continua inoltre il ricovero in comunità fuori della
regione di minori con problemi psichiatrici, rimane inattuata la
rete per i disturbi alimentari, nulla è stato messo in pratica
per le cure palliative e il dolore, sono al palo quasi tutti gli
investimenti edilizi importanti, i punti nascita critici
funzionano solo con la presenza di personale a gettone, gli
operatori continuano ad accumulare moltissime ore di
straordinario e di ferie, mettendo in crisi servizi e reparti.