News


PD: Menis, senza giustificazione soldi a film su Marco D'Aviano

04.07.2012
17:15
(ACON) Trieste, 4 lug - COM/AB - Non è bastato il favore delle tenebre e nemmeno il tentativo di mimetizzarlo all'interno di un maxi emendamento di ben 20 pagine. Alla fine, il blitz della maggioranza, un finanziamento da 150.000 euro per la nuova pellicola su Marco d'Aviano firmato dal regista Renzo Martinelli, considerato uno degli intellettuali di riferimento del Carroccio, è stato smascherato.

È stato Paolo Menis (PD) a intervenire al momento della votazione per chiedere la rilevazione nominale dei voti.

"L'ho fatto - spiega - per vedere se qualcuno della maggioranza aveva il coraggio di dissociarsi da quella che considero la prova evidente della strumentalità del caso Film Commission. Abbiamo letto fiumi d'inchiostro sulla presunta necessità di ridurre le spese - sottolinea Menis - che si sono tradotte in scelte che penalizzano organismi che da anni esercitano con competenza il proprio ruolo a favore della promozione cinematografica e turistica del FVG. Scopriamo oggi cosa prenderà il posto di questa professionalità: una gestione completamente politica, fatta di finanziamenti erogati in maniera diretta senza alcuna valutazione tecnica o artistica. A tutto vantaggio di pellicole che, seppure non siano state nemmeno girate in regione, (ma in Bulgaria) hanno evidentemente ben altri argomento per finire all'attenzione dell'attuale maggioranza".

"Inutile sforzarsi per immaginare i risultati. È ancora fresco nella memoria - conclude Menis - il clamoroso flop di Barbarossa, precedente opera firmata Martinelli, nata sempre su generoso impulso leghista (tanto da annoverare anche un cameo di Umberto Bossi nei panni di un nobile lombardo) ed entrata negli annali come uno dei peggiori film della storia del cinema. Costato oltre 30 milioni di euro al botteghino ha incassato appena 800.000 euro, ma nonostante questo evidente quanto clamoroso fiasco, i vertici della Rai decisero di garantirgli pure la messa in onda televisiva, rimediando un share imbarazzante, che nella patria del Carroccio, Lombardia e Veneto in particolare, non ha raggiunto nemmeno il 10%".