PD: Menis, senza giustificazione soldi a film su Marco D'Aviano
(ACON) Trieste, 4 lug - COM/AB - Non è bastato il favore delle
tenebre e nemmeno il tentativo di mimetizzarlo all'interno di un
maxi emendamento di ben 20 pagine. Alla fine, il blitz della
maggioranza, un finanziamento da 150.000 euro per la nuova
pellicola su Marco d'Aviano firmato dal regista Renzo Martinelli,
considerato uno degli intellettuali di riferimento del Carroccio,
è stato smascherato.
È stato Paolo Menis (PD) a intervenire al momento della votazione
per chiedere la rilevazione nominale dei voti.
"L'ho fatto - spiega - per vedere se qualcuno della maggioranza
aveva il coraggio di dissociarsi da quella che considero la prova
evidente della strumentalità del caso Film Commission. Abbiamo
letto fiumi d'inchiostro sulla presunta necessità di ridurre le
spese - sottolinea Menis - che si sono tradotte in scelte che
penalizzano organismi che da anni esercitano con competenza il
proprio ruolo a favore della promozione cinematografica e
turistica del FVG. Scopriamo oggi cosa prenderà il posto di
questa professionalità: una gestione completamente politica,
fatta di finanziamenti erogati in maniera diretta senza alcuna
valutazione tecnica o artistica. A tutto vantaggio di pellicole
che, seppure non siano state nemmeno girate in regione, (ma in
Bulgaria) hanno evidentemente ben altri argomento per finire
all'attenzione dell'attuale maggioranza".
"Inutile sforzarsi per immaginare i risultati. È ancora fresco
nella memoria - conclude Menis - il clamoroso flop di Barbarossa,
precedente opera firmata Martinelli, nata sempre su generoso
impulso leghista (tanto da annoverare anche un cameo di Umberto
Bossi nei panni di un nobile lombardo) ed entrata negli annali
come uno dei peggiori film della storia del cinema. Costato oltre
30 milioni di euro al botteghino ha incassato appena 800.000
euro, ma nonostante questo evidente quanto clamoroso fiasco, i
vertici della Rai decisero di garantirgli pure la messa in onda
televisiva, rimediando un share imbarazzante, che nella patria
del Carroccio, Lombardia e Veneto in particolare, non ha
raggiunto nemmeno il 10%".