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PD: Moretton, su terza corsia intollerabile intervento di Riccardi

04.07.2012
17:24
(ACON) Trieste, 4 lug - COM/AB - Dobbiamo dare ragione al consigliere Paolo Ciani, che ha definito Riccardi un megalomane mettendo in guardia il presidente Tondo affinché adotti le adeguate contromisure. Non vorremmo che l'improvvisa disponibilità di Riccardi a rimettere il mandato da commissario e assessore fosse il più classico degli abbandoni della nave mentre questa affonda.

A sostenerlo è il capogruppo PD in Consiglio regionale Gianfranco Moretton che aggiunge.

Dopo le dimissioni di Kosic e di Garlatti manca solo che Riccardi, dopo aver pontificato e magnificato le proprie azioni per quattro anni, batta in ritirata rifugiandosi nell'alcova dorata di Autovie Venete rimettendo le vesti di Direttore generale. E' infatti noto a tutti che l'incarico dato un anno fa all'attuale DG Razzini sarebbe stato subordinato alla condizione di liberare il posto in caso di rientro dell'attuale assessore. Quanto al presunto consenso ottenuto da Riccardi a seguito del suo intervento in Aula sulla questione della terza corsia, l'ora tarda gli ha gli evidentemente giocato un brutto scherzo, non essendosi accorto che gli unici timidi applausi gli sono giunti da uno sparuto gruppetto di fedelissimi, con l'evidente silenzio imbarazzato della stragrande maggioranza dei consiglieri di centrodestra.

Tentare di individuare nella difficoltà di reperire le risorse finanziarie l'unico problema di un'operazione maldestra e spregiudicata sin dall'inizio, appare del tutto puerile e fuorviante. Chiunque sarebbe stato in grado di comprendere che un'operazione di questa enorme portata, poteri straordinari o meno, avrebbe avuto la necessità non di personalismi o supereroi, ma del coinvolgimento del Governo nazionale e dell'ANAS. Sentirsi propinare l'ennesima paternale da chi peraltro si trova a occupare un ruolo di grande responsabilità senza aver dimostrato competenza ed efficacia operativa, non possiamo certamente tollerarlo, anche in considerazione del fatto che non è stato investito dal voto popolare. AB