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UAR-Fli: troppe incertezze su futuro terza corsia A4

04.07.2012
17:41
(ACON) Trieste, 4 lug - COM/AB - "Poco importa se la responsabilità per questi 150 milioni di euro, con il vincolo del mantenimento della figura del Commissario straordinario, sono ascrivibili a Gianfranco Moretton o all'assessore Riccardi. Non possiamo restare vincolati a impegni assunti sette anni fa, nel 2005, con una delibera del Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica, quando la situazione economica nazionale e globale aveva tutt'altra dimensione. Già un anno fa la Corte dei Conti e alcuni deputatati avevano dato il campanello d'allarme sulla sostenibilità finanziaria dell'opera. Quindi, l'immobilismo dell'ultimo anno è quantomeno discutibile".

A sostenerlo sono i consiglieri regionali Alessia Rosolen (UAR) e Paolo Ciano (Fli), che aggiungono.

"Il dato fondamentale è che ieri notte in Aula non sono state date sufficienti spiegazioni sullo stato economico della terza corsia A4. Partendo da questo dato, abbiamo ritenuto di astenerci dal voto dell'emendamento proposto dal Partito Democratico.

Dopo infinite vicissitudini, l'obiettivo politico di questa Giunta di mettere in campo un'operazione di immagine con l'ampliamento della autostrada A4 si è incagliato sulle risorse finanziarie che non arrivano, che dovrebbero arrivare, che arriveranno ma senza aver dato sapere con quali modalità. Dopo aver fatto passare mesi e mesi in trattative con banche e privati, portando a casa pesanti richieste di condizionamenti per il bilancio regionale e delle partecipate regionali. Tali condizionamenti che si vorrebbero far passare per ordinarie garanzie per il credito, in realtà inaccettabili per chi vede nel bilancio di questa Regione una risorsa da utilizzare per le tante necessità della popolazione, stremata da una recessione che non è solo economica, è anche sociale e strutturale".

"Per progettare le grandi opere, come la terza corsia dell'A4, bisogna partire necessariamente dai numeri, che in Aula non abbiamo conosciuto nella loro interezza. Se attuiamo un calcolo sul capitale finanziato, ovvero 2 miliardi di euro, partendo da un mutuo della durata di 25 anni, calcolato su un tasso di interesse annuale del 5 % - già di per sé estremamente basso per le attuali condizioni di mercati del credito - si arriva a una rata annuale di 140 milioni di euro e se poi, come si dice, l'interesse dovesse salire al 7 o 8%? Osserviamo semplicemente che la media degli utili di Autovie Venete, negli ultimi sei esercizi, è pari a circa 26 milioni di euro l'anno. Da dove si prendono i rimanenti 116 milioni di euro l'anno (per 25 anni) per permettere il pagamento dell'importo mutuato? Allo stato attuale dell'arte, per come è stato presento e delineato in Aula, non ci è dato saperlo".

"Quella che sarebbe dovuta essere la madre di tutte le opere si è trasformata in un clamoroso fallimento politico, che a causa della sfrenata supponenza di pochi rischia di avere effetti devastanti sull'intero sistema regionale. Ora sta a noi impedire che questo fallimento politico diventi un tracollo finanziario per il Friuli Venezia Giulia. Per questa Giunta è finita l'epoca delle deleghe in bianco sulla terza corsia ed è giunto il tempo delle spiegazioni. Non è pensabile chiedere a questa Regione, e quindi a tutti i cittadini di ipotecare il suo futuro finanziario senza fornire quel minimo di chiarezza che è lecito attendersi in condizioni normali, e che a maggior ragione ci attendiamo in una fase così critica per la nostra economia. Se pensiamo alle conseguenze dei mancati dividendi di Autovie Venete, significherebbe il mancato finanziamento di Friulia, vero polmone per l'aiuto alle imprese e all'economia della Regione. Non possiamo accettare di non sapere specificatamente quando e come questo bando di gara verrà rimodulato senza, pertanto, riuscire a sapere se quanto si chiede alla Regione abbia o meno una sua sostenibilità".

"Se qualcuno ha pensato di salvarsi la faccia con i 150 milioni di euro dei cittadini di questa regione, non lo ha fatto con il voto di un'Altra Regione e di Futuro e Libertà. Pertanto alla luce di queste motivazioni, ribadiamo il nostro voto di astensione in Aula".