UAR-Fli: troppe incertezze su futuro terza corsia A4
(ACON) Trieste, 4 lug - COM/AB - "Poco importa se la
responsabilità per questi 150 milioni di euro, con il vincolo del
mantenimento della figura del Commissario straordinario, sono
ascrivibili a Gianfranco Moretton o all'assessore Riccardi. Non
possiamo restare vincolati a impegni assunti sette anni fa, nel
2005, con una delibera del Comitato Interministeriale per la
Programmazione Economica, quando la situazione economica
nazionale e globale aveva tutt'altra dimensione. Già un anno fa
la Corte dei Conti e alcuni deputatati avevano dato il campanello
d'allarme sulla sostenibilità finanziaria dell'opera. Quindi,
l'immobilismo dell'ultimo anno è quantomeno discutibile".
A sostenerlo sono i consiglieri regionali Alessia Rosolen (UAR) e
Paolo Ciano (Fli), che aggiungono.
"Il dato fondamentale è che ieri notte in Aula non sono state
date sufficienti spiegazioni sullo stato economico della terza
corsia A4. Partendo da questo dato, abbiamo ritenuto di astenerci
dal voto dell'emendamento proposto dal Partito Democratico.
Dopo infinite vicissitudini, l'obiettivo politico di questa
Giunta di mettere in campo un'operazione di immagine con
l'ampliamento della autostrada A4 si è incagliato sulle risorse
finanziarie che non arrivano, che dovrebbero arrivare, che
arriveranno ma senza aver dato sapere con quali modalità. Dopo
aver fatto passare mesi e mesi in trattative con banche e
privati, portando a casa pesanti richieste di condizionamenti per
il bilancio regionale e delle partecipate regionali. Tali
condizionamenti che si vorrebbero far passare per ordinarie
garanzie per il credito, in realtà inaccettabili per chi vede nel
bilancio di questa Regione una risorsa da utilizzare per le tante
necessità della popolazione, stremata da una recessione che non è
solo economica, è anche sociale e strutturale".
"Per progettare le grandi opere, come la terza corsia dell'A4,
bisogna partire necessariamente dai numeri, che in Aula non
abbiamo conosciuto nella loro interezza. Se attuiamo un calcolo
sul capitale finanziato, ovvero 2 miliardi di euro, partendo da
un mutuo della durata di 25 anni, calcolato su un tasso di
interesse annuale del 5 % - già di per sé estremamente basso per
le attuali condizioni di mercati del credito - si arriva a una
rata annuale di 140 milioni di euro e se poi, come si dice,
l'interesse dovesse salire al 7 o 8%? Osserviamo semplicemente
che la media degli utili di Autovie Venete, negli ultimi sei
esercizi, è pari a circa 26 milioni di euro l'anno. Da dove si
prendono i rimanenti 116 milioni di euro l'anno (per 25 anni) per
permettere il pagamento dell'importo mutuato? Allo stato attuale
dell'arte, per come è stato presento e delineato in Aula, non ci
è dato saperlo".
"Quella che sarebbe dovuta essere la madre di tutte le opere si è
trasformata in un clamoroso fallimento politico, che a causa
della sfrenata supponenza di pochi rischia di avere effetti
devastanti sull'intero sistema regionale. Ora sta a noi impedire
che questo fallimento politico diventi un tracollo finanziario
per il Friuli Venezia Giulia. Per questa Giunta è finita l'epoca
delle deleghe in bianco sulla terza corsia ed è giunto il tempo
delle spiegazioni. Non è pensabile chiedere a questa Regione, e
quindi a tutti i cittadini di ipotecare il suo futuro finanziario
senza fornire quel minimo di chiarezza che è lecito attendersi in
condizioni normali, e che a maggior ragione ci attendiamo in una
fase così critica per la nostra economia. Se pensiamo alle
conseguenze dei mancati dividendi di Autovie Venete,
significherebbe il mancato finanziamento di Friulia, vero polmone
per l'aiuto alle imprese e all'economia della Regione. Non
possiamo accettare di non sapere specificatamente quando e come
questo bando di gara verrà rimodulato senza, pertanto, riuscire a
sapere se quanto si chiede alla Regione abbia o meno una sua
sostenibilità".
"Se qualcuno ha pensato di salvarsi la faccia con i 150 milioni
di euro dei cittadini di questa regione, non lo ha fatto con il
voto di un'Altra Regione e di Futuro e Libertà. Pertanto alla
luce di queste motivazioni, ribadiamo il nostro voto di
astensione in Aula".