Pari opportunità: dare giustizia a domande vittime di violenza
(ACON) Trieste, 5 lug - COM/AB - La violenza sulle donne non si
ferma, anzi, peggiora: sono ben 57 i casi di donne uccise in
Italia dall'inizio dell'anno. Il problema è gravissimo e
colpiscono il silenzio e l'apatia della nostra società. Anche
nella nostra regione le donne continuano a essere vittime della
violenza domestica, fisica e morale.
La Commissione regionale per le pari opportunità tra uomo e donna
del Friuli Venezia Giulia ha chiesto alle donne di essere
coraggiose a denunciare ogni violenza commessa nei loro
confronti. "Uscire dalla violenza si può": oltre a essere un
impegno, è anche il titolo dato a una brochure sul problema, già
divulgata e che è intento della Commissione aggiornare,
pubblicare e diffondere anche in lingue diverse dall'italiano.
Tutte le Istituzioni hanno la responsabilità di prevenire,
indagare e punire gli atti di violenza sulle donne in qualsiasi
luogo essi si verifichino: in casa, sul lavoro, nelle comunità.
Perciò la Commissione desidera inviare un appello alla
Magistratura: è emerso che le difficoltà nell'accertamento dei
fatti-reato, data la natura domestica delle violenze nonché la
rigida applicazione del principio di verifica della
"attendibilità della persona offesa parte civile" in quanto
sarebbe portatrice di un interesse economico, rendono vano il
dettato normativo introdotto dal legislatore per la protezione
della vittima della violenza.
È evidente che la mancata risposta delle Istituzioni alla domanda
di giustizia rende ancor più gravoso il percorso di recupero
delle donne che hanno subito violenza e che il nostro invito a
rompere il silenzio non solo non ha avuto un risultato positivo,
bensì peggiorativo per la dignità negata in giudizio.
Tutto ciò premesso, la Commissione pari opportunità del Friuli
Venezia Giulia chiede alla Magistratura, ovvero al Consiglio
superiore della magistratura che, nel rispetto delle funzioni che
le sono costituzionalmente affidate e delle leggi in vigore,
operi tutte le azioni, sia nell'ambito della formazione dei
magistrati che nell'attività della procedura di accertamento e
investigazione della polizia giudiziaria, affinché sia data
giustizia alla domanda della vittima di violenza.