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PD: Pupulin, non chiaro il futuro dell'Agenzia del lavoro

10.07.2012
14:10
(ACON) Trieste, 10 lug - COM/RC - L'avvio della discussione, in II Commissione consiliare, sul disegno di legge della Giunta regionale che prevede alcuni interventi di razionalizzazione e riordino di enti, aziende e agenzie della Regione, per Paolo Pupulin non ha chiarito in alcun modo il senso della proposta di porre fine all'attività dell'Agenzia del lavoro regionale.

Il consigliere del Pd fa presente che "mancavano sia l'assessore al Lavoro sia quello all'Economia, quasi si intendesse snobbare un disegno di legge su cui il presidente Tondo mette direttamente la faccia.

"Se la parola d'ordine ormai imperante su tagli alla spesa e alla burocrazia ha un suo potere evocativo forte e condivisibile, nel caso specifico dell'Agenzia del lavoro l'intenzione di chiuderla a fine anno non ha trovato giustificazioni né sul versante della riduzione dei costi e neppure su quello della semplificazione burocratica. Se fossero queste le motivazioni, il Gruppo del PD non porrebbe alcuna obiezione e tanto meno alcun ostacolo.

"Nella realtà, nulla di tutto questo. Anzi, finora l'Agenzia del lavoro ha svolto un'azione che in questa ormai lunga fase di crisi ha rappresentato una sede di progettazione e di gestione di programmi estremamente utili per generale riconoscimento delle stesse parti sociali.

"Spesso si è trovata a surrogare i limiti di idee e proposte dello stesso assessorato regionale al lavoro. Ha sostenuto un carico di responsabilità con un quadro di organici sottodimensionato, mettendo in sofferenza personale serio e qualificato che responsabilmente si è impegnato al di là delle poche garanzie sul proprio futuro, in particolare per il personale con contratti a tempo determinato.

"Adesso si sostiene che non vi saranno problemi e che l'attività svolta dall'Agenzia non si rifletterà in termini negativi sulle azioni di politica attiva per il lavoro, visto che le sue competenze verranno incorporate in una nuova sezione speciale, della direzione regionale.

"Si sostiene ugualmente che non ci saranno problemi, visto che il personale sarebbe trasferito nell'organico della stessa direzione, trovando un inquadramento compatibile con quello attuale regolato dal contratto nazionale del comparto degli enti di ricerca e sperimentazione.

"Tutte cose da verificare. Ma se le cose stanno veramente così, non si comprende da dove arriverebbe il risparmio e come si realizzerebbe quell'opera di semplificazione che motiverebbe una decisione destinata a creare una serie lunga di piccoli e grandi conflitti e allo stesso tempo una sicura minore efficacia nella gestione dei tanti programmi avviati.

"Non vorremmo che la fissazione del presidente Tondo nel voler chiudere servizi e istituti regionali, a prescindere dalla loro effettiva utilità, stesse nella volontà di mettere da parte la funzione di terzietà svolta dall'Agenzia con una pratica di relazioni aperte verso le organizzazioni sociali, per essere invece ristretta a una funzione sottomessa alle pure esigenze della Giunta Tondo.

"Vorrei ricordare che in 17 Regioni su 20 (sicuramente in tutte le maggiori) continuano a funzionare Agenzie del lavoro dalle caratteristiche di quella che si vuole sopprimere in Friuli Venezia Giulia. Vorrei pure richiamare il fatto che, nelle straordinarie misure decretate dal Governo Monti, non si riscontra alcuna intenzione di mettere in liquidazione le esperienze consolidate delle varie Agenzie, considerate enti strumentali delle amministrazioni regionali. Si picchia duro, piuttosto, sul versante delle società di servizi sotto controllo totale o quasi delle amministrazioni pubbliche, che risultano in contraddizione con specifiche direttive europee. Realtà che anche in Friuli Venezia Giulia, invece, al di là dei richiami della comunità e della propaganda della maggioranza, si continuano a mantenere sotto la cappa della gestione regionale.

"Nessuno ci toglie dalla testa che l'idea fissa di Tondo rimane la stessa da tanto tempo: nominare propri commissari di fiducia, al di fuori di qualsiasi possibile controllo, proprio alla fine d'una inconcludente legislatura. Si può facilmente prevedere che l'unico possibile risparmio a scapito della qualità e validità dei servizi preziosi sulle politiche attive del lavoro e per contrastare l'emergenza disoccupazione, rimanga il taglio degli organici degli operatori che sono stati assunti, attraverso concorso con contratti di consulenza od a termine, pronti ad essere sacrificati sull'altare di operazioni di pura propaganda".