PD: Pupulin, non chiaro il futuro dell'Agenzia del lavoro
(ACON) Trieste, 10 lug - COM/RC - L'avvio della discussione, in
II Commissione consiliare, sul disegno di legge della Giunta
regionale che prevede alcuni interventi di razionalizzazione e
riordino di enti, aziende e agenzie della Regione, per Paolo
Pupulin non ha chiarito in alcun modo il senso della proposta di
porre fine all'attività dell'Agenzia del lavoro regionale.
Il consigliere del Pd fa presente che "mancavano sia l'assessore
al Lavoro sia quello all'Economia, quasi si intendesse snobbare
un disegno di legge su cui il presidente Tondo mette direttamente
la faccia.
"Se la parola d'ordine ormai imperante su tagli alla spesa e alla
burocrazia ha un suo potere evocativo forte e condivisibile, nel
caso specifico dell'Agenzia del lavoro l'intenzione di chiuderla
a fine anno non ha trovato giustificazioni né sul versante della
riduzione dei costi e neppure su quello della semplificazione
burocratica. Se fossero queste le motivazioni, il Gruppo del PD
non porrebbe alcuna obiezione e tanto meno alcun ostacolo.
"Nella realtà, nulla di tutto questo. Anzi, finora l'Agenzia del
lavoro ha svolto un'azione che in questa ormai lunga fase di
crisi ha rappresentato una sede di progettazione e di gestione di
programmi estremamente utili per generale riconoscimento delle
stesse parti sociali.
"Spesso si è trovata a surrogare i limiti di idee e proposte
dello stesso assessorato regionale al lavoro. Ha sostenuto un
carico di responsabilità con un quadro di organici
sottodimensionato, mettendo in sofferenza personale serio e
qualificato che responsabilmente si è impegnato al di là delle
poche garanzie sul proprio futuro, in particolare per il
personale con contratti a tempo determinato.
"Adesso si sostiene che non vi saranno problemi e che l'attività
svolta dall'Agenzia non si rifletterà in termini negativi sulle
azioni di politica attiva per il lavoro, visto che le sue
competenze verranno incorporate in una nuova sezione speciale,
della direzione regionale.
"Si sostiene ugualmente che non ci saranno problemi, visto che il
personale sarebbe trasferito nell'organico della stessa
direzione, trovando un inquadramento compatibile con quello
attuale regolato dal contratto nazionale del comparto degli enti
di ricerca e sperimentazione.
"Tutte cose da verificare. Ma se le cose stanno veramente così,
non si comprende da dove arriverebbe il risparmio e come si
realizzerebbe quell'opera di semplificazione che motiverebbe una
decisione destinata a creare una serie lunga di piccoli e grandi
conflitti e allo stesso tempo una sicura minore efficacia nella
gestione dei tanti programmi avviati.
"Non vorremmo che la fissazione del presidente Tondo nel voler
chiudere servizi e istituti regionali, a prescindere dalla loro
effettiva utilità, stesse nella volontà di mettere da parte la
funzione di terzietà svolta dall'Agenzia con una pratica di
relazioni aperte verso le organizzazioni sociali, per essere
invece ristretta a una funzione sottomessa alle pure esigenze
della Giunta Tondo.
"Vorrei ricordare che in 17 Regioni su 20 (sicuramente in tutte
le maggiori) continuano a funzionare Agenzie del lavoro dalle
caratteristiche di quella che si vuole sopprimere in Friuli
Venezia Giulia. Vorrei pure richiamare il fatto che, nelle
straordinarie misure decretate dal Governo Monti, non si
riscontra alcuna intenzione di mettere in liquidazione le
esperienze consolidate delle varie Agenzie, considerate enti
strumentali delle amministrazioni regionali. Si picchia duro,
piuttosto, sul versante delle società di servizi sotto controllo
totale o quasi delle amministrazioni pubbliche, che risultano in
contraddizione con specifiche direttive europee. Realtà che anche
in Friuli Venezia Giulia, invece, al di là dei richiami della
comunità e della propaganda della maggioranza, si continuano a
mantenere sotto la cappa della gestione regionale.
"Nessuno ci toglie dalla testa che l'idea fissa di Tondo rimane
la stessa da tanto tempo: nominare propri commissari di fiducia,
al di fuori di qualsiasi possibile controllo, proprio alla fine
d'una inconcludente legislatura. Si può facilmente prevedere che
l'unico possibile risparmio a scapito della qualità e validità
dei servizi preziosi sulle politiche attive del lavoro e per
contrastare l'emergenza disoccupazione, rimanga il taglio degli
organici degli operatori che sono stati assunti, attraverso
concorso con contratti di consulenza od a termine, pronti ad
essere sacrificati sull'altare di operazioni di pura propaganda".