Idv: Agnola, subito un tavolo su Danieli-Elettrodotto
(ACON) Trieste, 19 lug - COM/AB - "Il gruppo Danieli ha posto
le sue condizioni con estrema perentorietà, la Regione annuncia
percorsi burocratici; gli unici che rimangono in balia degli
eventi sono le realtà presenti sul territorio. I sindaci, in
particolare, si sono visti recapitare, senza alcun preavviso, il
faldone con il nuovo progetto - in realtà si tratta di quello
precedente con minime modifiche - per la pubblicazione e il
termine di 60 giorni per le osservazioni".
Così si esprime il consigliere regionale Idv Enio Agnola,
vicepresidente della II commissione, che ha guidato la
delegazione all'Abs di Cargnacco ed è stato il primo firmatario
dell'ordine del giorno, approvato dalla Giunta regionale, che
istituisce un percorso condiviso tra tutte le parti in causa
sulla vicenda Danieli-Elettrodotto.
"Ho chiesto la convocazione urgente del tavolo di confronto -
aggiunge Agnola - affinché questa fase non veda i sindaci e le
realtà del territorio abbandonati nella totale solitudine, come
spesso è capitato in passato. Gli uffici regionali devono dare
infatti la migliore assistenza possibile dal punto di vista
tecnico, in particolare sulle procedure che seguiranno la
pubblicazione. Il tavolo - prosegue il consigliere regionale Idv
- dovrebbe essere convocato anche per prendere visione della
relazione scritta da Sabino Iliceto che, quasi due mesi or sono,
proprio davanti a tutti gli interessati, propose una serie di
valutazioni tecniche che offrirono speranze sia ai fautori
dell'interramento dell'elettrodotto, sia per quanto riguarda la
fornitura alle acciaierie Abs dell'energia necessaria tramite il
potenziamento della linea esistente".
"Ci sono quindi ragioni evidenti per la convocazione immediata
del tavolo previsto nel documento approvato in Consiglio
regionale. Tavolo che può essere benissimo quello già istituito
con i consiglieri regionali e i sindaci, opportunamente ampliato.
Il vero problema - conclude Agnola - è quello di convocarlo senza
indugio, in quanto i ritardi della politica regionale sono stati
il vero dramma di questa vicenda, segnando negativamente un
territorio che avrebbe potuto coniugare al meglio sviluppo
economico, posti di lavoro e difesa dell'ambiente".