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Idv: Agnola, subito un tavolo su Danieli-Elettrodotto

19.07.2012
17:01
(ACON) Trieste, 19 lug - COM/AB - "Il gruppo Danieli ha posto le sue condizioni con estrema perentorietà, la Regione annuncia percorsi burocratici; gli unici che rimangono in balia degli eventi sono le realtà presenti sul territorio. I sindaci, in particolare, si sono visti recapitare, senza alcun preavviso, il faldone con il nuovo progetto - in realtà si tratta di quello precedente con minime modifiche - per la pubblicazione e il termine di 60 giorni per le osservazioni".

Così si esprime il consigliere regionale Idv Enio Agnola, vicepresidente della II commissione, che ha guidato la delegazione all'Abs di Cargnacco ed è stato il primo firmatario dell'ordine del giorno, approvato dalla Giunta regionale, che istituisce un percorso condiviso tra tutte le parti in causa sulla vicenda Danieli-Elettrodotto.

"Ho chiesto la convocazione urgente del tavolo di confronto - aggiunge Agnola - affinché questa fase non veda i sindaci e le realtà del territorio abbandonati nella totale solitudine, come spesso è capitato in passato. Gli uffici regionali devono dare infatti la migliore assistenza possibile dal punto di vista tecnico, in particolare sulle procedure che seguiranno la pubblicazione. Il tavolo - prosegue il consigliere regionale Idv - dovrebbe essere convocato anche per prendere visione della relazione scritta da Sabino Iliceto che, quasi due mesi or sono, proprio davanti a tutti gli interessati, propose una serie di valutazioni tecniche che offrirono speranze sia ai fautori dell'interramento dell'elettrodotto, sia per quanto riguarda la fornitura alle acciaierie Abs dell'energia necessaria tramite il potenziamento della linea esistente".

"Ci sono quindi ragioni evidenti per la convocazione immediata del tavolo previsto nel documento approvato in Consiglio regionale. Tavolo che può essere benissimo quello già istituito con i consiglieri regionali e i sindaci, opportunamente ampliato. Il vero problema - conclude Agnola - è quello di convocarlo senza indugio, in quanto i ritardi della politica regionale sono stati il vero dramma di questa vicenda, segnando negativamente un territorio che avrebbe potuto coniugare al meglio sviluppo economico, posti di lavoro e difesa dell'ambiente".