Idv: Corazza, riforma Erdisu toglie autonomia agli studenti
(ACON) Trieste, 18 lug - COM/AB - "La presunta riforma di
riordino degli enti della Regione è stata spacciata per una
manovra tesa a tagliare i costi e a eliminare gli sprechi. La
realtà è ben diversa - spiega il capogruppo dell'Italia dei
valori in Consiglio regionale Alessandro Corazza - tanto che il
mio emendamento sugli Ater, che puntava a ridurre i consigli di
amministrazione da cinque a uno solo, è stato bocciato, anche dal
PD".
"Per quanto riguarda i due Erdisu, un risparmio reale si poteva
realizzare subito con un semplice emendamento - dice il
consigliere regionale Idv: bastava tagliare, come ho proposto in
Commissione, i due direttori di servizio per ottenere quasi
200.000 euro di costi in meno, ma anche questa proposta è stata
cassata".
Per Corazza, sul taglio dei costi la maggioranza che sostiene
Tondo fa solo propaganda elettorale. "I fatti, i conti precisi,
raccontano un'altra storia. Il risparmio alla fine risulterà
irrisorio rispetto ai costi che andranno sostenuti, in termini di
personale e ore lavoro, per applicare questa riforma che finirà
per bloccare per mesi la macchina regionale senza produrre
risultati qualitativamente migliori. L'unico risparmio reale è
rappresentato da circa 100.000 euro corrispondente al taglio dei
due CdA e di un Collegio dei revisori dei conti, mentre
l'eventuale personale tagliato agli Erdisu continuerà comunque a
gravare nel comparto unico regionale, anche se trasferito".
Entrando nel merito di questi provvedimenti, secondo il
capogruppo Idv la riforma degli Ater rappresenta di fatto un
salto nel buio, visto che non c'è alcun disegno di ammodernamento
o riassetto istituzionale degli enti, ma solo il commissariamento
degli stessi, che evidenzia come nella stessa maggioranza che
governa non ci sia intesa, similmente a quanto accaduto con il
commissariamento delle Comunità montane.
"Tondo è in campagna elettorale e ha una fretta enorme dettata
dalla necessità di portare a casa qualche risultato - ribadisce
Corazza. Questo porta la sua maggioranza a forzare le normali
procedure del Consiglio regionale. Per approvare, per esempio, il
prima possibile in Commissione la riforma degli Erdisu sono stati
acquisiti i pareri delle Commissioni di merito ancora prima che
il disegno di legge fosse illustrato in I Commissione; sono state
convocate le audizioni dei soggetti interessati con un solo
giorno di preavviso; non sono stati ascoltati alcuni portatori di
interesse che lo avevano chiesto; sono state promesse audizioni
integrative che poi, puntualmente, non sono state concesse; sono
stati compressi al massimo i tempi di discussione in Commissione,
al punto da non concedere alle opposizioni nemmeno il tempo
fisico per valutare e contro-emendare le radicali modifiche
introdotte dalla Giunta; si è proseguito nell'esame del testo
senza che il Cal, il Consiglio delle autonomie locali che
rappresenta i Comuni e le Province, avesse espresso il parere di
competenza; e non è stata presa nemmeno in considerazione la
proposta di legge sulla riforma degli Erdisu presentata dalle
opposizioni che avrebbe dovuto essere esaminata congiuntamente in
un apposito Comitato ristretto da istituire in VI Commissione,
competente in materia di diritto allo studio, data la preminente
portata modificativa che aveva in questa materia, e non certo in
I Commissione come invece si è furbescamente fatto".
"L'assessore Molinaro ha infatti cambiato totalmente la
governance dell'Ardiss, l'agenzia che andrà a sostituire gli
attuali due Erdisu, accogliendo solo in parte le richieste giunte
dal mondo universitario, con gli studenti che chiedevano un
maggior peso decisionale - sostiene il consigliere regionale. La
Conferenza regionale per gli studi superiori è stata alla fine
integrata con l'aggiunta di altri due studenti e la componente
studentesca adesso rappresenta un terzo del totale. In tutto
saranno nove studenti: tre per ciascuno degli atenei di Trieste e
Udine, uno per la Sissa e due per ciascuno dei conservatori di
Trieste e Udine".
Questi nove studenti faranno parte del Consiglio di indirizzo
studentesco, che sarà chiamato a esprimere l'intesa sul Programma
triennale degli interventi predisposto dal direttore generale, e
sulla a Carta servizi, che stabilisce gli standard qualitativi e
le modalità di erogazione dei servizi per gli studenti
universitari.
Il Consiglio di indirizzo studentesco darà pareri anche sui
bilanci e potrà formulare proposte al Direttore generale. Un
emendamento di Corazza, bocciato a maggioranza in Commissione, ma
che il consigliere Idv vuole riproporre in una versione
migliorata quando la riforma arriverà alla discussione definitiva
in Aula - voleva che queste proposte venissero subito recepite e
attuate dal Direttore generale, per dare più peso e importanza al
Consiglio di indirizzo.
"Il giudizio politico su questa presunta riforma non può che
essere negativo - afferma Corazza. Gli studenti saranno infatti
chiamati a riunirsi solo un paio di volte all'anno e saranno
estromessi di fatto dalla gestione quotidiana dell'ente come
avveniva oggi. I rappresentanti non potranno così più incidere
direttamente sulle scelte dell'ente".
Altrettanto negativo, per Corazza, il fatto che tutti gli
articoli, dal 19 al 29, quelli dedicati agli interventi sul
diritto allo studio (borse, mensa) siano stati tolti dalla legge
per essere successivamente disciplinati con un regolamento
apposito che sarà licenziato dalla Giunta regionale. "Una scelta
grave che toglie garanzie agli studenti consentendo pertanto alla
maggioranza regionale di cambiare anche i capisaldi di questi
interventi".
"È una manovra verticistica, che toglie autonomia agli studenti -
conclude Corazza - per regalare un potere enorme alla Giunta di
una Regione sempre più distante dalle esigenze quotidiane degli
universitari".