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Idv: Agnola, su spending review non fare gruppo con Regioni speciali

18.07.2012
16:24
(ACON) Trieste, 18 lug - COM/AB - "La drammatica situazione finanziaria della Regione Sicilia, causata da gestioni clientelari estreme e caratterizzata da sprechi vergognosi, dimostra ancora una volta l'errore di fondo commesso ripetutamente dal presidente Tondo".

A sostenerlo è il consigliere regionale dell'Italia dei Valori Enio Agnola. "Invece di pretendere che la situazione finanziaria della nostra Regione venga valutata in termini di competenze e di compartecipazioni alle entrate tributarie, Tondo insiste nel fare gruppo con le altre Regioni a statuto speciale, con il risultato di essere associati a situazioni molto diverse. A cominciare proprio da quella siciliana".

Agnola confida che nella prossima seduta del Consiglio regionale venga discussa la mozione con la quale l'Italia dei Valori ha chiesto l'attivazione di un tavolo di analisi e approfondimento sulle compartecipazioni erariali, sui trasferimenti e sulle funzioni della Regione Friuli Venezia Giulia in rapporto alle altre Regioni a statuto speciale.

"Anche se adesso si tende a fare gruppo con le Regioni speciali del Nord, fino a pochi mesi fa il presidente Tondo si sedeva vicino a Lombardo per cercare di tutelare le prerogative in termini di finanza locale, dimenticando che la Regione Sicilia si trova nelle condizioni attuali pur trattenendo i 10 decimi di tutte le entrate tributarie, mentre la nostra Regione deve accontentarsi dei 6 decimi di Irpef".

"Inoltre - sottolinea il consigliere regionale Idv - per raggiungere i 9,1 decimi di Iva, la Regione Friuli Venezia Giulia ha dovuto farsi carico dell'intero servizio sanitario nazionale, barattando gli ultimi 1,1 decimi del valore di 100 milioni, mentre la spesa sanitaria da allora è cresciuta fino a oltre un milione. Nello stesso tempo - ricorda ancora Agnola - la regione Sardegna, per non farsi mancare nulla, ha creato altre quattro Province con poche decine di migliaia di abitanti".

Secondo il consigliere regionale Idv, lo stesso errore viene ora ripetuto andando a braccetto con la Valle D'Aosta e le Province autonome di Trento e Bolzano, con il risultato che - solo per fare alcuni esempi - mentre i nostri sindaci si tagliano le già magre indennità e riducono le Giunte per tenere accese le luci pubbliche o assicurare il trasporto scolastico, in Valle d'Aosta e nelle Province autonome ci sono decine e decine di piccoli Comuni sotto i 500 abitanti, con sindaci che prendono 5.000 e più euro al mese, con Giunte di 5 componenti e ognuno con segretari comunali in esclusiva, un lusso quest'ultimo che nella nostra regione solo i grandi Comuni possono permettersi.

"Bisogna avere il coraggio di imporre al governo Monti un riequilibrio tra le Regioni a statuto speciale - sottolinea Agnola - che ci metta nelle medesime condizioni finanziarie in rapporto alle competenze e che tenga conto delle politiche di bilancio anche degli anni scorsi, che hanno visto la nostra Regione dal 2009 applicare rigorosi tagli di spesa, mentre nelle altre quattro sono continuati sprechi e privilegi. In particolare in Valle d'Aosta e in Trentino Alto Adige le condizioni di vantaggio sono lontane anni luce da quelle del Friuli Venzia Giulia".

Per Agnola, manca in questa maggioranza una vera cultura autonomistica che porta a replicare schemi di rapporto con lo Stato centrale vetusti e controproducenti, riconducendo la nostra Regione a quel novero di Regioni che sono viste a livello nazionale come soggetti istituzionali che continuano a beneficiare di condizioni originate nel dopoguerra e oggi non più reali.

"Peccato che ciò non valga per la nostra Regione - dice Agnola - che invece, a causa dei sistemi confinari estremamente competitivi, tra le cinque Regioni a statuto speciale probabilmente è l'unica ad avere motivazioni forti per continuare a salvaguardare, aggiornandone le motivazioni, la condizione di autonomia e specialità".

"Questo percorso è ancora più urgente - conclude l'esponente dell'Idv - visto che questo governo centralista ed estremamente diffidente verso il sistema degli enti locali pare avere abbandonata ogni opzione federalista".