PD: Pupulin, a rischio chiusura 21 uffici postali
(ACON) Trieste, 17 lug - COM/AB - Giunge da Roma l'indicazione
che Poste Italiane intende avviare entro luglio con le
organizzazioni sindacali una trattativa tesa alla chiusura, a
livello regionale, di altri 21 uffici postali e a un'ulteriore
razionalizzazione degli orari in altri 25 uffici. Non esiste
ancora un progetto definitivo, ma si teme che, come in
precedenza, si intenda agire nel rispetto delle norme che
disciplinano il servizio minimo, ma che non tengono conto della
morfologia territoriale delle realtà che si propone di chiudere o
ristrutturare.
La denuncia viene dal consigliere regionale del PD Paolo Pupulin,
che mette in evidenza come la legge imponga, infatti, di
assicurare almeno un ufficio postale nel 96% dei comuni, con una
possibilità di accesso all'ufficio postale entro la distanza
massima di 3 km dal luogo di residenza per il 75% della
popolazione, di 5 km per il 92% e di 6 km per il 97,5%. Il nostro
territorio, in particolare quello disagiato, presenta comuni che
si allargano su frazioni anche distanti, prive o con scarsi mezzi
di collegamento con le sedi comunali.
Si prosegue quindi in una progressivo ridimensionamento del
servizio postale, sostenendo che esistono tanti uffici
improduttivi, anche in una regione che ha appena visto tante
chiusure e riduzioni orarie decise da Poste italiane in modo
unilaterale e contro il parere di molti sindaci.
Contemporaneamente, l'azienda intende procedere con un ulteriore
taglio di zone sul recapito, una riorganizzazione della logistica
che porterebbe sul territorio a un ulteriore esubero di parecchi
lavoratori. La società Poste Italiane ha infatti presentato
all'attenzione del Governo Monti un proprio piano di
ristrutturazione che prevede, entro l'anno, la chiusura in tutta
la Penisola di 1156 sportelli, mentre 638 sarebbero da
razionalizzare riducendo l'orario e i giorni d'apertura.
Questa è la conclusione a cui si approda in seguito alla lettura
del documento redatto dalle Poste Italiane sul piano di
riorganizzazione che la società ha già recapitato all'Agcom,
allegando la lista delle strutture considerate antieconomiche.
Poste Italiane ha però precisato che l'elenco degli uffici
postali valutati come non economici rappresenta solo un impegno
con l'Agcom e non un piano di chiusure.
Un monitoraggio espressamente previsto dal contratto di
programma, anche ai fini della sostenibilità del servizio
universale e del sistema nel suo complesso. In tale scenario, in
Friuli Venezia Giulia si prevede la chiusura di 21 uffici
postali, in aggiunta a un'ulteriore razionalizzazione degli orari
in altri 25 uffici . Già in più occasioni, sia durante il periodo
estivo che vede ogni anno una riduzione dei servizi erogati dalla
concessionaria postale, sia in operazioni di ristrutturazioni
condotte a volte senza alcuna consultazione pubblica, le proteste
delle popolazioni interessate hanno impegnato l'Amministrazione
regionale, di concerto con quelle locali, ad avviare confronti
con gli amministratori di Poste italiane per farsi garantire i
servizi minimi nei territori più marginali della regione.
In altrettanti casi, proprio per evitare le chiusure, sono state
finanziate dalle stesse amministrazioni locali sedi a uso
pressoché gratuito, che si sommano alle risorse pubbliche
previste nel contratto di servizio.
Pupulin ha perciò chiesto, attraverso una specifica
interrogazione, alla Presidenza della Regione di intervenire per
tempo affinché le ipotesi avanzate dalla società non divengano
decisioni irreversibili senza che vi sia stata un'adeguata azione
di contrasto che impedisca soluzioni che si riverserebbero
negativamente soprattutto verso popolazioni che già vivono in
condizioni di mancanza o scarsa presenza di servizi pubblici o di
pubblica utilità.
Il consigliere del PD ha inoltre sollecitato la Giunta regionale
a concordare un'azione comune con le Amministrazioni locali
interessate dal programma di razionalizzazione per condividere i
contenuti di un confronto serio con i responsabili del distretto
del Nord-est della società concessionaria dei servizi postali.