Idv: Corazza visita carcere Trieste, situazioni insostenibili
(ACON) Trieste, 20 lug - COM/AB - Appena saputo della clamorosa
protesta dei detenuti, il consigliere regionale di Idv Alessandro
Corazza si è recato al carcere di via del Coroneo a Trieste.
Insieme al direttore Enrico Sbriglia, e in virtù dei poteri
ispettivi propri dei consiglieri regionali, è entrato nel
penitenziario dove "ho trovato una situazione indegna".
"Il dato più sconcertante - aggiunge Corazza - è che la metà dei
carcerati al Coroneo, circa 150 persone, è ancora in attesa di
giudizio. Fino a dodici detenuti dentro celle che dovrebbero
contenerne la metà, lavandini intasati, water rotti con secchi
d'acqua al posto dello sciacquone. Inoltre, da ben 13 giorni non
funziona l'acqua calda a causa della rottura della caldaia. Il
direttore Sbriglia - racconta il consigliere regionale Idv -
visto che il carcere è privo di disponibilità finanziarie, ha
deciso di esporsi personalmente per provvedere alla riparazione
della caldaia, che dovrebbe essere completata entro la prossima
settimana".
"Alcuni detenuti - così ancora Corazza - mi hanno confidato che a
causa delle difficili condizioni ambientali e per il caldo
insopportabile alla sera non riescono ad addormentarsi e spesso
chiedono al medico del penitenziario dei sonniferi per dormire".
"Sarebbero sufficienti appena 10.000 euro all'anno per la normale
manutenzione del carcere di via Coroneo - sottolinea Corazza.
Invece siamo in presenza di un sottofinanziamento che non è da
Paese civile. Le colpe sono da ricercare, certamente, nella
politica nazionale che non fa nulla per risolvere questi
problemi. Anche la politica locale però non è esente da colpe. In
particolare quella pordenonese - sottolinea Corazza - incapace di
sbloccare la situazione del penitenziario di Pordenone a causa di
tristi veti incrociati a difesa di interessi locali".
"Anche la Giunta Tondo però è totalmente assente - attacca il
capogruppo Idv. Già nel 2009 avevo interrogato l'allora assessore
regionale alla sanità e protezione sociale, Vladimir Kosic, per
sapere a che punto fosse il trasferimento alla Regione della
competenza in materia di sanità penitenziaria, previsto dal
decreto del 1 aprile 2008. All'epoca la Giunta, di fatto, prese
tempo per poi far cadere definitivamente la cosa, nonostante le
possibilità che come Regione avessimo di fornire da subito
l'assistenza occorrente".
"A problemi di così grande rilevanza vanno date invece risposte
strutturali - conclude l'esponente dell'Italia dei Valori. Non
solo vanno costruite nuove carceri, moderne e a misura d'uomo, ma
bisogna garantire al sistema penitenziario italiano anche
maggiori risorse finalizzate alla manutenzione delle strutture
esistenti e alle attività di rieducazione, fondamentali per un
Paese che vuole dirsi civile".