CR: presentata petizione contro centrale a biomasse a Opicina (TS)
(ACON) Trieste, 26 lug - AB - Sono bastati solo dieci giorni
per raccogliere 2457 firme contro la costruzione di una centrale
termolelettrica a Opicina (Trieste), alimentata a biomasse oleose
vegetali, che tradotto significa olio di palma proveniente dalla
Costa d'Avorio. E la petizione è stata presentata in Consiglio
regionale al presidente Maurizio Franz, con i consiglieri Sergio
Lupieri e Igor Gabrovec.
Valentina Baldas e Maria Monteleone, promotrici dell'iniziativa,
assieme a Maurizio Vidali, presidente del Consiglio provinciale
di Trieste, hanno illustrato i motivi della netta contrarietà
all'impianto.
Se dovesse essere costruito, brucerebbe 58.000 tonnellate
all'anno di olio di palma, che gli USA già un anno fa hanno
cancellato dalla lista delle fonti rinnovabili per le emissioni
di PM10 e per la scarsa resa, con una dispersione calorica che si
attesta al 40%. Per portare ogni anno dal porto d'arrivo a
Opicina tutto questo combustibile sono previsti 1.075 vagoni
cisterna e poi 934 autocisterne, autobotti, automezzi, tutti a
transitare su strade provinciali e comunali. Nemmeno immaginare
la concentrazione di co2, anidride carbonica, con i prevedibili
danni per la salute della gente e con il fondato rischio di
sconvolgere un ecosistema generale e, in particolare, di due zone
protette.
Tutto questo perchè? si chiedono i cittadini di Opicina, contrari
a un impianto che avrebbe dimensioni consistenti, due camini alti
35 metri e 39 serbatoi per lo stoccaggio. Non c'è una zona
industriale a cui fornire energia, sarebbe comunque
sproporzionato per il territorio che dovrebbe servire,
confliggerebbe con la vocazione agricola e naturalistica del
Carso. E il progetto non è nemmeno inserito all'interno di un
piano energetico nazionale, regionale o comunale.
Infine, alcune considerazioni sull'olio di palma. I territori
della Costa d'Avorio utilizzati per queste coltivazioni
subirebbero un degrado irreversibile dovuto alla deforestazione.
E quanto combustibile servirebbe per un trasporto via nave lungo
6.000 chilometri? La strada non è forse quella della filiera
corta, con prodotti che vengono raccolti entro 70 chilometri,
proprio per limitare l'inquinamento da trasporto?
Sono questi i motivi della contrarietà alla centrale, condivisi
da Lupieri e Gabrovec, che hanno fatto anche presente come un
progetto simile a Staranzano, già pronto, non sia ancora partito
per motivi economici e ambientali.
Il presidente Franz ha assicurato l'immediata trasmissione della
petizione alla Commissione competente per il suo esame.
(foto, immagini tv)