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CR: ddl riordino enti, relatore minoranza Corazza (6)

26.07.2012
16:26
(ACON) Trieste, 26 lug - MPB - Giudizio politico negativo da parte del capogruppo di Italia dei valori, Alessandro Corazza, sulla riforma di cui è per l'Aula uno dei relatori di minoranza. Dell'idea originale del ddl, annunciato il 27 settembre 2011, che si proponeva ambiziosamente di intervenire in diversi settori per una razionalizzazione che permettesse economie di scala, migliore utilizzo delle risorse umane e finanziarie, maggiore efficienza ed efficacia della macchina burocratica, sono rimasti - rileva Corazza - solo i buoni propositi perché l'unica cosa che si trova nel provvedimento è l'istituzione di nuove figure di nominati, come ad esempio i commissari che nella maggior parte dei casi si sostituiscono a organi assembleari democraticamente eletti, rimandando il merito delle decisioni di riforma ad altri momenti o ad altre disposizioni normative e regolamentari.

Il risparmio sulle spese derivante dal taglio di qualche organo assembleare, alla fine risulterà irrisorio nel quadro generale del bilancio regionale, e non giustificherà quindi i maggiori costi da sostenere in termini di personale e di ore di lavoro impegnati per applicare questa riforma, finendo per bloccare per mesi o anni la macchina regionale senza produrre risultati qualitativamente migliori. In sostanza, i tanti annunci del presidente Tondo danno l'idea più di uno spot elettorale che di un disegno di riforma innovatore - afferma il relatore che poi si sofferma criticamente in particolare su razionalizzazione dell'edilizia abitativa e riassetto delle Ater e su riforma degli Erdisu.

Per quanto riguarda la "non riforma" delle Ater, essa rappresenta un salto nel buio: non c'è alcun disegno di ammodernamento o riassetto istituzionale degli enti, c'è solo l'istituzione di un Commissario straordinario con compiti generali, che si dovrà attenere ad altrettanti principi generali senza avere un progetto concreto da portare avanti. Ciò evidenzia come nella stessa maggioranza che governa non ci sia intesa, similmente a quanto già accaduto con il commissariamento delle Comunità montane.

Quanto agli Erdisu, Corazza rammenta la fretta per approvarne la riforma in Commissione e sottolinea che quella introdotta dal Titolo V del disegno di legge è stata una forzatura della procedura, se non addirittura una irregolarità. Non è più quindi una mera questione di razionalizzazione, ma una vera e propria riforma di settore. Quanto ai tagli effettivi alla spesa, si rileva solo un risparmio quantificabile in circa 100.000 euro, corrispondente al taglio dei due CdA degli Erdisu e di un Collegio dei revisori dei conti, mentre l'eventuale personale tagliato agli Erdisu continuerà comunque a gravare sul comparto unico regionale, anche se trasferito. Il costo del direttore unico sarà però maggiore rispetto a quello attuale, perché è previsto che abbia un trattamento economico equiparato a quello dei direttori della Regione e riassorbirà pertanto, parzialmente, il risparmio indicato.

Circa la Conferenza regionale per gli studi superiori, integrata con l'aggiunta di altri due studenti, Corazza evidenzia che la componente studentesca adesso rappresenta un terzo del totale (9 studenti in tutto) ma, per i meccanismi previsti, essi avranno un ruolo decisamente marginale rispetto alla centralità e all'importanza degli studenti che formavano un terzo del CdA e potevano entrare in maniera importante in tutti gli aspetti amministrativi legati alla quotidianità dei problemi degli universitari, che adesso potranno essere raccolti e risolti esclusivamente da un Direttore generale che avrà sede a Trieste. La marginalità del ruolo emerge anche dal fatto che le proposte che formuleranno, a oggi, potranno rimanere totalmente inascoltate.

Infine, la Giunta ha accentrato diversi e maggiori poteri: tutti gli articoli dedicati agli interventi sul diritto allo studio (borse, mensa, alloggi) sono stati tolti dalla legge per essere successivamente disciplinati da un regolamento apposito che sarà licenziato dalla Giunta regionale. Una scelta grave, che toglie garanzie agli studenti consentendo alla maggioranza regionale di cambiare anche i capisaldi di questi interventi, influenzati dal colore politico che avrà, di legislatura in legislatura, chi amministrerà la Regione. (segue)