PD: Brussa, anche la riforma della sanità penalizza Gorizia
(ACON) Trieste, 26 lug - COM/AB - Quello che era nell'aria è
avvenuto. Il presidente della Regione Tondo, dopo aver privato
l'Isontino di un rappresentante nella sua Giunta, ora ne cancella
anche la sanità.
È quanto afferma il consigliere regionale del Partito Democratico
Franco Brussa all'indomani dell'approvazione, in Giunta
regionale, del disegno di Legge di riforma della sanità che
prevede tre Aziende sanitarie e tre Aziende territoriali, con
quella isontina accorpata a Trieste.
L'unico territorio dunque che non avrà la dignità di poter
contare su un'Azienda sanitaria e territoriale autonoma, e quindi
di decidere sulla politica sanitaria e socio-assistenziale per i
suoi cittadini è quello della provincia di Gorizia.
Si tratta - a parere di Brussa - non solo di un grosso errore, ma
anche di un grave torto storico e culturale, anche in campo
sanitario, considerato che Gorizia, in passato, ha rappresentato
un punto di riferimento in diversi campi. Basterebbe pensare, in
campo sanitario, alla vicenda di Basaglia e alla sua psichiatria.
Oltretutto - continua l'esponente regionale - l'Azienda per i
servizi sanitari isontina è una tra la più virtuose, sia in
termini di gestione economica, che in riferimento al basso numero
esistente nel rapporto tra i pazienti, i medici e gli infermieri.
Non si tratta dunque - a parere di Brussa - di difendere in
maniera campanilistica un territorio, ma di rivendicarne un
diritto. Inoltre, questa maggioranza di centro destra al governo
della Regione non ha mai voluto prendere in considerazione né
quella politica sanitaria transfrontaliera che poteva diventare
un fiore all'occhiello per tutta la sanità regionale, né la
possibilità di mantenere in vita l'Azienda sanitaria allargando i
confini di sua competenza verso il cervignanese; area, questa,
collegata storicamente e culturalmente, da sempre con Gorizia e
il suo territorio, con il quale non a caso ancora oggi condivide
la Diocesi.
"L'appello che faccio, rivolto a tutte le istituzioni del
territorio - conclude Brussa - non è per una battaglia partitica
contro il centro destra, ma contro una scelta culturale,
economica e sociale sbagliata di cui Tondo e le sua maggioranza
dovranno pagarne, prima o poi, le conseguenze".