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PD: Brussa, anche la riforma della sanità penalizza Gorizia

26.07.2012
17:53
(ACON) Trieste, 26 lug - COM/AB - Quello che era nell'aria è avvenuto. Il presidente della Regione Tondo, dopo aver privato l'Isontino di un rappresentante nella sua Giunta, ora ne cancella anche la sanità.

È quanto afferma il consigliere regionale del Partito Democratico Franco Brussa all'indomani dell'approvazione, in Giunta regionale, del disegno di Legge di riforma della sanità che prevede tre Aziende sanitarie e tre Aziende territoriali, con quella isontina accorpata a Trieste.

L'unico territorio dunque che non avrà la dignità di poter contare su un'Azienda sanitaria e territoriale autonoma, e quindi di decidere sulla politica sanitaria e socio-assistenziale per i suoi cittadini è quello della provincia di Gorizia.

Si tratta - a parere di Brussa - non solo di un grosso errore, ma anche di un grave torto storico e culturale, anche in campo sanitario, considerato che Gorizia, in passato, ha rappresentato un punto di riferimento in diversi campi. Basterebbe pensare, in campo sanitario, alla vicenda di Basaglia e alla sua psichiatria.

Oltretutto - continua l'esponente regionale - l'Azienda per i servizi sanitari isontina è una tra la più virtuose, sia in termini di gestione economica, che in riferimento al basso numero esistente nel rapporto tra i pazienti, i medici e gli infermieri.

Non si tratta dunque - a parere di Brussa - di difendere in maniera campanilistica un territorio, ma di rivendicarne un diritto. Inoltre, questa maggioranza di centro destra al governo della Regione non ha mai voluto prendere in considerazione né quella politica sanitaria transfrontaliera che poteva diventare un fiore all'occhiello per tutta la sanità regionale, né la possibilità di mantenere in vita l'Azienda sanitaria allargando i confini di sua competenza verso il cervignanese; area, questa, collegata storicamente e culturalmente, da sempre con Gorizia e il suo territorio, con il quale non a caso ancora oggi condivide la Diocesi.

"L'appello che faccio, rivolto a tutte le istituzioni del territorio - conclude Brussa - non è per una battaglia partitica contro il centro destra, ma contro una scelta culturale, economica e sociale sbagliata di cui Tondo e le sua maggioranza dovranno pagarne, prima o poi, le conseguenze".