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LN: Picco, i detenuti lavorino e si rendano utili

01.08.2012
12:22
(ACON) Trieste, 1 ago - COM/AB - I detenuti? Che lavorino perché in carcere "costano e non producono. Mentre è giusto che risarciscano la società dopo averla danneggiata".

È la proposta che Enore Picco, consigliere regionale della Lega Nord, suggerisce alla Giunta tramite un'interrogazione.

Picco traccia l'identikit del detenuto medio e spiega: "Oltre il 95% della popolazione carceraria è costituita da soggetti di sesso maschile, spesso giovani (il 17,4% del totale ha 30-34 anni) e rappresenta quindi un potenziale inespresso di forza lavoro. Dietro le sbarre un individuo non viene messo nelle condizioni di riscattarsi, e rischia di restare prigioniero anche della propria psiche, tormentata dal rimorso e minacciata dalla depressione. Non a caso il suicidio è la causa più comune di morte nelle carceri, mostruosamente superiore, in termini percentuali, rispetto a quanto avviene nella popolazione comune: tra le 15 e le 18 volte più frequente. Esercitare un'attività fisica anche gravosa, dispendiosa e fisicamente faticosa alleggerirebbe le menti dei detenuti, e fungerebbe da antidepressivo. Soprattutto, capovolgerebbe il rapporto tra carcerato e società: da peso a risorsa, da costo a carico di tutti a soggetto incaricato a migliorare il territorio, tramite opportuni interventi di manutenzione presso fiumi, strade o boschi".

Picco ricorda che "il ministro Severino aveva proposto di spedire i detenuti a partecipare ai lavori di ricostruzione dell'Emilia dopo il terremoto. Io non dico di metterli a contatto con la popolazione, né di affidare loro incarichi troppo delicati. Ma di farli lavorare per la comunità".