LN: Picco, i detenuti lavorino e si rendano utili
(ACON) Trieste, 1 ago - COM/AB - I detenuti? Che lavorino
perché in carcere "costano e non producono. Mentre è giusto che
risarciscano la società dopo averla danneggiata".
È la proposta che Enore Picco, consigliere regionale della Lega
Nord, suggerisce alla Giunta tramite un'interrogazione.
Picco traccia l'identikit del detenuto medio e spiega: "Oltre il
95% della popolazione carceraria è costituita da soggetti di
sesso maschile, spesso giovani (il 17,4% del totale ha 30-34
anni) e rappresenta quindi un potenziale inespresso di forza
lavoro. Dietro le sbarre un individuo non viene messo nelle
condizioni di riscattarsi, e rischia di restare prigioniero anche
della propria psiche, tormentata dal rimorso e minacciata dalla
depressione. Non a caso il suicidio è la causa più comune di
morte nelle carceri, mostruosamente superiore, in termini
percentuali, rispetto a quanto avviene nella popolazione comune:
tra le 15 e le 18 volte più frequente. Esercitare un'attività
fisica anche gravosa, dispendiosa e fisicamente faticosa
alleggerirebbe le menti dei detenuti, e fungerebbe da
antidepressivo. Soprattutto, capovolgerebbe il rapporto tra
carcerato e società: da peso a risorsa, da costo a carico di
tutti a soggetto incaricato a migliorare il territorio, tramite
opportuni interventi di manutenzione presso fiumi, strade o
boschi".
Picco ricorda che "il ministro Severino aveva proposto di spedire
i detenuti a partecipare ai lavori di ricostruzione dell'Emilia
dopo il terremoto. Io non dico di metterli a contatto con la
popolazione, né di affidare loro incarichi troppo delicati. Ma di
farli lavorare per la comunità".