LN: Razzini, Ferriera di Servola (TS) e Ilva di Taranto
(ACON) Trieste, 14 ago - COM/RC - Se una fabbrica, che risulta
micidiale per la salute di migliaia di persone, deve essere
chiusa o risanata, non capisco perché ci si scagli contro la
decisione dei magistrati. Anzi, lo stesso dovrebbe avvenire anche
per Trieste, se le cose alla Ferriera non cambiassero.
Il commento è di Federico Razzini, consigliere regionale della
Lega Nord che, partendo dalla vicenda Ilva di Taranto, con la
chiusura dello stabilimento imposta dalla magistratura, afferma
che lo stesso dovrebbe accadere per l'impianto siderurgico di
Servola.
Occorre salvaguardare l'occupazione di centinaia di lavoratori -
fa sapere Razzini - ma non si può mettere a rischio la salute e
la qualità della vita di decine di migliaia di altri cittadini
anch'essi lavoratori, bambini, pensionati.
Il consigliere, che è presidente della II Commissione consiliare,
competente in materia di attività economiche, ha intenzione di
convocare un tavolo regionale sulla Ferriera al più presto e
ribadisce: "Possibile mai che a noi, che abbiamo i conti sani, lo
Stato spesso non riconosce nemmeno il dovuto, mentre per Taranto
si trovano con la bacchetta magica centinaia di milioni di euro
per bonificare? È evidente che se non vuol chiudere anche la
Ferriera, questa deve quantomeno essere dotata di tutte le
tecnologie per non inquinare. Non vedo alternative: o si obbliga
la proprietà a fare gli interventi antinquinamento, e in tempi
rapidi, o si chiede al Governo di metter mano ai soldi pubblici
come per Taranto. Mi risulta che l'Ilva sia di privati come la
Ferriera, e non credo che i triestini debbano avere meno diritti
dei tarantini".