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Commissione speciale riordino Province: prime audizioni (2)

21.08.2012
16:36
(ACON) Trieste, 21 ago - RC - A seguire, si sono espressi molti dei presidenti dei Gruppi politici presenti ai lavori della Commissione speciale consiliare. E se Claudio Grizon, capogruppo Pdl Trieste, ha sostenuto che si tratta di una manovra imposta dal Governo Monti sulla base di falsità anche perché non è vero che ce lo chiede l'Europa, i leghisti Franco Zotti di Gorizia, Paolo Polidori di Trieste ed Enzo Dal Bianco di Pordenone hanno parlato di Nord che deve rimediare ai buchi di bilancio fatti dal Centro-Sud, di principi del federalismo che vanno difesi, di enti che funzionano e dunque perché cancellarli, semmai potenziarli.

Alessandro Zanella, capogruppo PD Gorizia, ha affermato che sopprimere solo la sua Provincia non ha senso, allora si devono sopprimere tutte; Stefano Cosma, capogruppo Fli Gorizia, ha ribadito che non è il Consiglio delle Autonomie locali che può dire cosa fare; Enrico Bullian, capogruppo PRC Gorizia, ha rimarcato che è giusto rispettare la durata naturale dei mandati e che le Province non diventino di secondo livello, ma soprattutto si deve pensare a chi trasferire i compiti delle Province e solo allora chiedere ai cittadini di esprimersi; e per un ampliamento delle loro competenze si è detto anche Mario Lavencic, capogruppo SEL Gorizia.

Per Francesco Martines, capogruppo PD Udine, non si tratta del fatto che costano "solo" 2 euro al cittadino, ma il fatto che questo le percepisce come un ente che non funziona; per Paola Schiratti, capogruppo Misto - esponente Idv Udine, va rivisto l'apparato regionale perché la Regione non ha bisogno di quasi 3.000 dipendenti per operare, e vanno riformati anche i Comuni perché anche i loro servizi non funzionano bene, vanno accorpati sulla base di 20/30 mila abitanti.

Se Antonio Sartori di Borgoricco, capogruppo Pdl Pordenone, ha parlato in termini di rimodulazione delle Province in base alle esigenze del territorio, il collega Giorgio Zanin del PD ha sollevato la questione del comparto unico, ovvero le conseguenze negative che ci saranno sui dipendenti e ha auspicato un trattamento uniforme (oggi un dipendente regionale costa, mediamente, 64.333 euro all'anno, contro i 42.299 euro di un dipendente provinciale e i 38.603 euro di un dipendente comunale).

Resti un organo elettivo - ha rimarcato Elena Legisa, capogruppo Federazione della Sinistra di Trieste, mentre Sandy Klun, capogruppo PD Trieste, ha affermato la sua contrarietà a farsi schiacciare da un "Grande Friuli" e ha sostenuto che si può fare un ragionamento solo a patto che Trieste resti capoluogo regionale. Di posizione netta e contraria il collega di Un'altra Trieste, Francesco Cervesi, a detta del quale così com'è, la sua Provincia non ha senso di esistere, va bene diventi città metropolitana. Non si tratta di affermare che chi ha governato prima non ha lavorato bene, ma semplicemente sono cambiati i tempi. Che senso ha - ha concluso - un ufficio di 30 persone che riceve soldi dalla Regione per gestire 120 chilometri di strade e 21 edifici scolastici? Eliminare le Province, soprattutto quella di Trieste, significa eliminare i passaggi intermedi e burocratici, dunque significa far arrivare i soldi prima a chi li deve spendere.

La Commissione speciale si è così data appuntamento a dopodomani, giovedì 23 agosto, per la seconda giornata di audizioni.

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