Commissione speciale riordino Province: prime audizioni (2)
(ACON) Trieste, 21 ago - RC - A seguire, si sono espressi molti
dei presidenti dei Gruppi politici presenti ai lavori della
Commissione speciale consiliare. E se Claudio Grizon, capogruppo
Pdl Trieste, ha sostenuto che si tratta di una manovra imposta
dal Governo Monti sulla base di falsità anche perché non è vero
che ce lo chiede l'Europa, i leghisti Franco Zotti di Gorizia,
Paolo Polidori di Trieste ed Enzo Dal Bianco di Pordenone hanno
parlato di Nord che deve rimediare ai buchi di bilancio fatti dal
Centro-Sud, di principi del federalismo che vanno difesi, di enti
che funzionano e dunque perché cancellarli, semmai potenziarli.
Alessandro Zanella, capogruppo PD Gorizia, ha affermato che
sopprimere solo la sua Provincia non ha senso, allora si devono
sopprimere tutte; Stefano Cosma, capogruppo Fli Gorizia, ha
ribadito che non è il Consiglio delle Autonomie locali che può
dire cosa fare; Enrico Bullian, capogruppo PRC Gorizia, ha
rimarcato che è giusto rispettare la durata naturale dei mandati
e che le Province non diventino di secondo livello, ma
soprattutto si deve pensare a chi trasferire i compiti delle
Province e solo allora chiedere ai cittadini di esprimersi; e per
un ampliamento delle loro competenze si è detto anche Mario
Lavencic, capogruppo SEL Gorizia.
Per Francesco Martines, capogruppo PD Udine, non si tratta del
fatto che costano "solo" 2 euro al cittadino, ma il fatto che
questo le percepisce come un ente che non funziona; per Paola
Schiratti, capogruppo Misto - esponente Idv Udine, va rivisto
l'apparato regionale perché la Regione non ha bisogno di quasi
3.000 dipendenti per operare, e vanno riformati anche i Comuni
perché anche i loro servizi non funzionano bene, vanno accorpati
sulla base di 20/30 mila abitanti.
Se Antonio Sartori di Borgoricco, capogruppo Pdl Pordenone, ha
parlato in termini di rimodulazione delle Province in base alle
esigenze del territorio, il collega Giorgio Zanin del PD ha
sollevato la questione del comparto unico, ovvero le conseguenze
negative che ci saranno sui dipendenti e ha auspicato un
trattamento uniforme (oggi un dipendente regionale costa,
mediamente, 64.333 euro all'anno, contro i 42.299 euro di un
dipendente provinciale e i 38.603 euro di un dipendente
comunale).
Resti un organo elettivo - ha rimarcato Elena Legisa, capogruppo
Federazione della Sinistra di Trieste, mentre Sandy Klun,
capogruppo PD Trieste, ha affermato la sua contrarietà a farsi
schiacciare da un "Grande Friuli" e ha sostenuto che si può fare
un ragionamento solo a patto che Trieste resti capoluogo
regionale. Di posizione netta e contraria il collega di Un'altra
Trieste, Francesco Cervesi, a detta del quale così com'è, la sua
Provincia non ha senso di esistere, va bene diventi città
metropolitana. Non si tratta di affermare che chi ha governato
prima non ha lavorato bene, ma semplicemente sono cambiati i
tempi. Che senso ha - ha concluso - un ufficio di 30 persone che
riceve soldi dalla Regione per gestire 120 chilometri di strade e
21 edifici scolastici? Eliminare le Province, soprattutto quella
di Trieste, significa eliminare i passaggi intermedi e
burocratici, dunque significa far arrivare i soldi prima a chi li
deve spendere.
La Commissione speciale si è così data appuntamento a dopodomani,
giovedì 23 agosto, per la seconda giornata di audizioni.
(fine)