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Commissione speciale riordino Province: prime audizioni (1)

21.08.2012
16:36
(ACON) Trieste, 21 ago - RC - Dopo aver ribadito che certe decisioni le può prendere solo il Consiglio regionale e che non si può ridurre tutto a una domanda secca: "Province sì, Province no?" perché si deve pensare a una revisione d'insieme delle autonomie locali, il presidente della Commissione speciale sulla razionalizzazione delle Province, Antonio Pedicini (Pdl), ha dato il via alla prima giornata di audizioni organizzata per affrontare un tema così delicato e complesso.

Tra chi le Province vuole mantenerle così come sono, chi le vorrebbe abolire ma, visti i tempi lunghi, tanto vale tenerle ma ampliandone le funzioni e chi le vorrebbe eliminare tout court, tutti si sono comunque schierati tanto contro l'idea di una Provincia unica quanto contro l'ipotesi di farne un ente di secondo grado, come vuole la legge nazionale n. 214 del 2011 (i componenti non sarebbero eletti direttamente dai cittadini, ma dai Comuni).

Parlando da coordinatore dei quattro Consigli provinciali, Marco Quai, presidente di quello udinese, ha sostenuto che l'ente Provincia è un ente essenziale e deve continuare a esistere, e questo non solo in Friuli Venezia Giulia ma in tutta Italia.

Diversi gli argomenti citati per difendere la vita delle Province: uno studio dell'Università Bocconi di Milano ha fatto emergere che se si trasferissero i compiti e le funzioni delle Province ai Comuni, i costi di gestione per le medesime competenze aumenterebbero dal 10 al 25% (a seconda delle dimensioni del Comune), a cui si devono aggiungere i costi per il personale; vanno salvaguardate come principio di autonomia e di specialità del Friuli Venezia Giulia; vanno mantenute le scelte elettorali fatte democraticamente dai cittadini; posto che vanno aboliti sprechi e doppioni, tutti i bilanci delle nostre quattro Province hanno chiuso il 2011 in positivo, con quella di Pordenone che ha vinto l'Oscar del bilancio a livello nazionale e quella di Gorizia è arrivata seconda; il costo di tutte e quattro, per ciascun cittadino è pari a 2 euro all'anno, dove però gli investimenti sono andati a scuole, strade, palestre, con un costo per il cittadino di 18 euro se venissero chiuse.

Gennaro Falanga ha citato da subito a quanto ammonta il proprio compenso da presidente del Consiglio provinciale di Gorizia e a quanto ammonta quello dei suoi consiglieri. Ha quindi rimarcato che eliminare le Province significherebbe togliere ai cittadini il potere di eleggere direttamente un ente che deve restare di primo grado.

Maurizio Vidali, presidente del Consiglio provinciale di Trieste, ha rammentato la presenza di una minoranza slovena che non sarebbe più tutelata; per lui, Trieste città metropolitana sarebbe solo un doppione del Comune; non è possibile sciogliere i Consigli nei tempi previsti dalla legge nazionale 214/2011, ma vanno rispettate le scadenze naturali dei mandati.

Ci fossero veri motivi economici - ha chiosato Mario Zambon, presidente del Consiglio provinciale di Pordenone - non potremmo che chinare la testa, invece il risparmio è davvero risibile, mentre si andrebbero a intaccare i diritti delle minoranze, quella slovena ma anche quella friulana. Ridiscutiamo gli assetti istituzionali, ovvero ridefiniamo i confini, ma non cancelliamo le Province.

(segue)

(foto; immagini tv)