Commissione speciale riordino Province: prime audizioni (1)
(ACON) Trieste, 21 ago - RC - Dopo aver ribadito che certe
decisioni le può prendere solo il Consiglio regionale e che non
si può ridurre tutto a una domanda secca: "Province sì, Province
no?" perché si deve pensare a una revisione d'insieme delle
autonomie locali, il presidente della Commissione speciale sulla
razionalizzazione delle Province, Antonio Pedicini (Pdl), ha dato
il via alla prima giornata di audizioni organizzata per
affrontare un tema così delicato e complesso.
Tra chi le Province vuole mantenerle così come sono, chi le
vorrebbe abolire ma, visti i tempi lunghi, tanto vale tenerle ma
ampliandone le funzioni e chi le vorrebbe eliminare tout court,
tutti si sono comunque schierati tanto contro l'idea di una
Provincia unica quanto contro l'ipotesi di farne un ente di
secondo grado, come vuole la legge nazionale n. 214 del 2011 (i
componenti non sarebbero eletti direttamente dai cittadini, ma
dai Comuni).
Parlando da coordinatore dei quattro Consigli provinciali, Marco
Quai, presidente di quello udinese, ha sostenuto che l'ente
Provincia è un ente essenziale e deve continuare a esistere, e
questo non solo in Friuli Venezia Giulia ma in tutta Italia.
Diversi gli argomenti citati per difendere la vita delle
Province: uno studio dell'Università Bocconi di Milano ha fatto
emergere che se si trasferissero i compiti e le funzioni delle
Province ai Comuni, i costi di gestione per le medesime
competenze aumenterebbero dal 10 al 25% (a seconda delle
dimensioni del Comune), a cui si devono aggiungere i costi per il
personale; vanno salvaguardate come principio di autonomia e di
specialità del Friuli Venezia Giulia; vanno mantenute le scelte
elettorali fatte democraticamente dai cittadini; posto che vanno
aboliti sprechi e doppioni, tutti i bilanci delle nostre quattro
Province hanno chiuso il 2011 in positivo, con quella di
Pordenone che ha vinto l'Oscar del bilancio a livello nazionale e
quella di Gorizia è arrivata seconda; il costo di tutte e
quattro, per ciascun cittadino è pari a 2 euro all'anno, dove
però gli investimenti sono andati a scuole, strade, palestre, con
un costo per il cittadino di 18 euro se venissero chiuse.
Gennaro Falanga ha citato da subito a quanto ammonta il proprio
compenso da presidente del Consiglio provinciale di Gorizia e a
quanto ammonta quello dei suoi consiglieri. Ha quindi rimarcato
che eliminare le Province significherebbe togliere ai cittadini
il potere di eleggere direttamente un ente che deve restare di
primo grado.
Maurizio Vidali, presidente del Consiglio provinciale di Trieste,
ha rammentato la presenza di una minoranza slovena che non
sarebbe più tutelata; per lui, Trieste città metropolitana
sarebbe solo un doppione del Comune; non è possibile sciogliere i
Consigli nei tempi previsti dalla legge nazionale 214/2011, ma
vanno rispettate le scadenze naturali dei mandati.
Ci fossero veri motivi economici - ha chiosato Mario Zambon,
presidente del Consiglio provinciale di Pordenone - non potremmo
che chinare la testa, invece il risparmio è davvero risibile,
mentre si andrebbero a intaccare i diritti delle minoranze,
quella slovena ma anche quella friulana. Ridiscutiamo gli assetti
istituzionali, ovvero ridefiniamo i confini, ma non cancelliamo
le Province.
(segue)
(foto; immagini tv)