Commissione speciale riordino Province: secondo giorno audizioni (1)
(ACON) Trieste, 23 ago - RC - La seconda giornata di audizioni
davanti alla Commissione speciale per la razionalizzazione delle
Province - presidente Antonio Pedicini del Pdl - si è aperta con
le considerazioni di Enrico Gherghetta, presidente della
Provincia di Gorizia che si è espresso in termini personali
quanto alla salvaguardia di ogni forma di democrazia e di
rappresentanza elettorale, ma soprattutto come presidente
dell'Unione delle Province Italiane (UPI) FVG affermando che
queste ultime sono enti da mantenere.
Le Province - ha quindi detto - sono enti di area vasta che fanno
economie di scala e gli stessi servizi, se erogati dai Comuni o
dalla Regione, avrebbero costi maggiori. Perciò il primo limite è
di carattere economico. Inoltre, le loro funzioni andrebbero al
90% alla Regione, che le gestirebbe con difficoltà. Non è chiaro
con cosa si andrebbe a sostituire questi soggetti: i comprensori,
piuttosto che le Aster, sono già stati un flop. Sparirebbero le
differenze territoriali, linguistiche in primis, e la Regione
sarebbe a rischio specialità. Impensabile diventino enti di
secondo grado, allora sì che è meglio chiuderle; sarebbero
carrozzoni di cui ce ne sono già anche troppi in regione. Al pari
è impensabile che i mandati in corso vengano interrotti. Quanto
alle competenze, ci vuole una riforma complessiva. La
ripartizione territoriale, insomma, è una questione che non può
attenere solo alle Province, ma al sistema totale.
Ettore Romoli, sindaco di Gorizia ma da presidente del Consiglio
delle autonomie locali, ha parlato in termini di offerta di
collaborazione tra Commissione speciale e CAL, come già avanzata
direttamente al presidente del Consiglio regionale, Maurizio
Franz. La Regione Sardegna sta già operando in tal senso - ha
reso noto. Non rivendichiamo nessuna decisione, ma che ci sia
concesso di predisporre la nostra proposta istruttoria da
trasmettere a chi di dovere, ovvero a questa Commissione
consiliare.
Mario Pezzetta ha sottolineato il senso di responsabilità
dell'ANCI di cui è presidente e ha affermato che, però, non è
loro intenzione fare solo passerella. Contrario alle unioni dei
Comuni, la soluzione invece sta nei Comuni federati. Oggi
riproporre gli Aster è insufficiente - ha rimarcato - perché si
devono proporre ambiti competitivi, cosa che sarebbero le
federazioni di Comuni. La riforma deve riguardare tutti, non solo
le Province. Poi certo i Comuni non possono restare a guardare,
ma non lasceremo che sia cancellata la nostra storia.
Il Comitato paritetico per i problemi della minoranza slovena ha
chiesto di ricevere dalla Commissione speciale la bozza di
proposta di legge, una volta formulata, affinché il Comitato
possa esprimersi a riguardo e fornire le proprie considerazioni e
le eventuali richieste di modifica.
Dalle Assemblee delle unioni dei Comuni montani la richiesta di
non fare confusione tra riordino istituzionale e risparmio, ma di
considerare anche i costi che ricadrebbero sui 15mila dipendenti
pubblici della regione. Le unioni, poi, devono essere qualcosa di
serio e non solo parole sulla carta, ma sono un percorso
necessario che quelli della montagna hanno già iniziato tre anni
fa; però ci vuole una scelta generale di riorganizzazione del
territorio perché già quella dei Comuni montani è stata fatta
partire senza un disegno complessivo.
Prima di concedere una serie di considerazioni ai consiglieri, il
presidente Pedicini ha dato la parola all'assessore regionale
Elio De Anna che ha assicurato che al momento non esiste un
disegno di legge della Giunta, la quale attende gli esiti dei
lavori della Commissione speciale sebbene nel frattempo continui
a confrontarsi con CAL, UPI e ANCI per essere pronta quando dovrà
valutare la proposta consiliare.
(segue)
(foto; immagini tv)