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PD:Menis,mozione del PD a difesa della dignità della lingua friulana

29.08.2012
15:58
(ACON) Trieste, 29 ago - COM/MPB - "Il friulano, inteso come lingua e come patrimonio culturale, appartiene a tutti i cittadini che vi si identificano e il suo riconoscimento rappresenta una delle ragioni fondanti della specialità regionale. Per questo non può essere solo la Giunta regionale, che esprime la maggioranza, a farsi carico della sua difesa, ma dev'essere tutto il Consiglio a lanciare un messaggio al Governo su questo tema. Ancora di più quando di mezzo c'è la scuola".

Queste, in sintesi, le motivazioni che hanno spinto i democratici a "presentare una mozione a difesa della dignità della lingua friulana che, a partire dall'impugnazione della norma specifica prevista nella legge sulla spending review, impegni la Giunta a sostenere tutte le iniziative necessarie ad assicurarne la salvaguardia".

"Proprio adesso, che siamo divisi tra le intenzioni del governatore Tondo e la disponibilità del Governo - è il pensiero dei democratici espresso dal consigliere regionale Paolo Menis, primo firmatario del documento - sarebbe quanto mai opportuno un segnale forte e bypartisan per testimoniare a Roma la nostra capacità di fare fronte comune a tutela di quella che è una delle ragioni fondanti della nostra specialità.

"È sotto gli occhi di tutti che la specialità è sotto attacco - prosegue Paolo Menis - ma denunciarlo non basta, servono azioni concrete per la sua difesa. Ma in realtà l'obiettivo è ancora più grande. In vista delle prossime elezioni regionali - spiega Menis - l'auspicio è che un simile passaggio possa servire a costruire un modello per mettere 'in sicurezza' alcuni temi, sottraendoli al dibattito elettorale.

"Se di friulano e della sua tutela, così come di quella delle altre minoranze linguistiche presenti sul nostro territorio, si dovrà discutere e farne motivo di confronto tra i diversi schieramenti, il suo riconoscimento e la sua dignità di lingua, dovranno invece essere un dato acquisito. Insomma una vera conquista che trova il suo punto fermo nel certificazione dalla legge 482/99.

"Non farlo sarebbe gravissimo - chiosa il democratico - perché minerebbe la nostra credibilità e ci indebolirebbe ulteriormente di fronte a possibili nuovi interventi limitativi da parte del Governo. Oggi è toccato alla scuola pagare il conto più salato, in futuro potrebbe toccare alla sanità, agli enti locali e a molto altro".