PD:Menis,mozione del PD a difesa della dignità della lingua friulana
(ACON) Trieste, 29 ago - COM/MPB - "Il friulano, inteso come
lingua e come patrimonio culturale, appartiene a tutti i
cittadini che vi si identificano e il suo riconoscimento
rappresenta una delle ragioni fondanti della specialità
regionale. Per questo non può essere solo la Giunta regionale,
che esprime la maggioranza, a farsi carico della sua difesa, ma
dev'essere tutto il Consiglio a lanciare un messaggio al Governo
su questo tema. Ancora di più quando di mezzo c'è la scuola".
Queste, in sintesi, le motivazioni che hanno spinto i democratici
a "presentare una mozione a difesa della dignità della lingua
friulana che, a partire dall'impugnazione della norma specifica
prevista nella legge sulla spending review, impegni la Giunta a
sostenere tutte le iniziative necessarie ad assicurarne la
salvaguardia".
"Proprio adesso, che siamo divisi tra le intenzioni del
governatore Tondo e la disponibilità del Governo - è il pensiero
dei democratici espresso dal consigliere regionale Paolo Menis,
primo firmatario del documento - sarebbe quanto mai opportuno un
segnale forte e bypartisan per testimoniare a Roma la nostra
capacità di fare fronte comune a tutela di quella che è una delle
ragioni fondanti della nostra specialità.
"È sotto gli occhi di tutti che la specialità è sotto attacco -
prosegue Paolo Menis - ma denunciarlo non basta, servono azioni
concrete per la sua difesa. Ma in realtà l'obiettivo è ancora più
grande. In vista delle prossime elezioni regionali - spiega Menis
- l'auspicio è che un simile passaggio possa servire a costruire
un modello per mettere 'in sicurezza' alcuni temi, sottraendoli
al dibattito elettorale.
"Se di friulano e della sua tutela, così come di quella delle
altre minoranze linguistiche presenti sul nostro territorio, si
dovrà discutere e farne motivo di confronto tra i diversi
schieramenti, il suo riconoscimento e la sua dignità di lingua,
dovranno invece essere un dato acquisito. Insomma una vera
conquista che trova il suo punto fermo nel certificazione dalla
legge 482/99.
"Non farlo sarebbe gravissimo - chiosa il democratico - perché
minerebbe la nostra credibilità e ci indebolirebbe ulteriormente
di fronte a possibili nuovi interventi limitativi da parte del
Governo. Oggi è toccato alla scuola pagare il conto più salato,
in futuro potrebbe toccare alla sanità, agli enti locali e a
molto altro".