Commissione speciale Province: quarto giorno di audizioni (2)
(ACON) Trieste, 30 ago - RC - I presidenti delle Camere di
commercio e una minima parte della stampa regionale: sono stati
questi i soggetti che nel pomeriggio hanno risposto all'appello
della Commissione speciale presieduta da Antonio Pedicini(Pdl)
che si era organizzata per ricevere 18 tra direttori di testate
giornalistiche e televisive.
Per quanto riguarda le prime, punto comunque è stato affermare
l'esigenza di un riordino non delle sole Province, ma dell'intero
territorio. Si tratta di enti con cui le CCIAA non hanno
direttamente a che fare - è stato poi ricordato -. Manca un testo
a cui far riferimento, comunque la preoccupazione principale è
stabilire a quali altri enti andrebbero le loro funzioni e con
quali costi. Sicuramente gli enti intermedi vanno eliminati - ha
però affermato poi la CCIAA di Udine -, ma che alla Regione vada
un ruolo di indirizzo e progettualità, e si rafforzino i Comuni:
una loro miriade non ha senso, ma vanno favorire le loro unioni e
aggregazioni.
Per quanto riguarda i giornali Primorski Dnevnik e Novi Glas, la
linea comune è stata la salvaguardia della minoranza slovena, che
non sarebbe più garantita perché sparirebbe una figura
democratica vicina ai cittadini. Dunque anche da parte loro no
all'eliminazione delle Province, ma sì a una loro
riorganizzazione. Sono ben altre le situazioni che, se cambiate,
porterebbero dei risparmi. Il periodo pre-elettorale - è stato
anche affermato - non è il migliore per trattare questo tema che
si presta a far demagogia.
Eliminarne almeno alcune nell'ottica del risparmio, ma senza
intaccare i servizi, è invece l'idea dell'ANSA, che ha suggerito
garanzie anche per quanto attiene un effettivo risparmio e un
utilizzo intelligente del personale che dovesse risultare in
esubero.
All'opposto, per Voce Isontina e per Vita Cattolica si vogliono
abbattere le spese ma questo non basta per accettare tout court
la cancellazione delle Province, anzi vanno salvaguardati gli
enti di partecipazione diretta dei cittadini. Il cambiamento
istituzionale è doveroso, ma non all'insegna della spending
review. E no a enti di secondo grado - ha aggiunto Vita Cattolica
-, che oltretutto non hanno mai brillato per bravura, da Comunità
montane ad Aster. Bisogna pensare a un nuovo soggetto di area
vasta che lavori a contatto con il territorio, non formato da
uffici accentrati.
Singolare l'aspirazione del Popolo della diocesi di
Concordia-Pordenone: una grande Provincia che unisca Pordenonese,
Bassa Friulana, Portogruarese e Veneziano, come già fa la
diocesi. Invece non sarebbe gradito un ritorno alla Provincia di
Udine. Prima preoccupazione, comunque, deve essere che i servizi
arrivino alla gente in forma immediata e non troppo
burocratizzata.
Da ultima, è arrivata la doccia fredda del Piccolo di Trieste:
non è possibile mantenere l'assetto attuale e ciò significa che
voi non avete esercitato per tempo la riforma degli enti. Sapete
qual è l'andamento reale delle entrate e delle spese: è puerile
stare qui a parlare della permanenza o meno della Provincia quale
ente simulacro. In regione ci sono "stipendifici" a volontà. Ma
siamo certi che ce li possiamo permettere? Trovo discutibile che
un cittadino si senta più o meno triestino, goriziano,
pordenonese o udinese solo perché esiste l'ente Provincia, di cui
non si è mai accorto sino a oggi. Voi avreste dovuto scrivere
delle linee guida da sottoporci perché siete voi che avete avuto
un mandato da noi, con le elezioni, a trattare anche questi
argomenti. Non sono sorpreso che non abbiate scritto un testo
perché la verità è che non lo avete fatto per quattro anni. Non
esiste che uno fa proposte di riforma per il futuro, per la
legislatura seguente (vedi quella della sanità promessa dal
presidente Tondo per il 2014), ma ciascuno si deve assumere le
proprie responsabilità e fare adesso per adesso.
Non abbiamo scritto un testo prima delle audizioni appositamente
- è stata la difesa di Pedicini - perché ciascuno di noi ha una
propria idea su come muoversi, ma volevamo uscire dagli schemi
preconfezionati ed essere aperti all'ascolto. Questa Commissione
ha vita breve e già segnata: il primo ottobre saremo in Aula
magari anche con un progetto di legge, fossimo molto bravi, ma
comunque con una proposta.
L'avvio del dibattito tra i consiglieri è messo in calendario per
la prossima seduta, martedì 11 settembre.
(fine)
(foto; immagini tv)