PD:Brussa, cultura come crescita più che come economia
(ACON) Trieste, 3 set - COM/MPB - Le iniziative culturali,
spesso di nicchia, settoriali, non sono capaci di 'accrescere'
l'economia. Lo afferma una ricerca di Unioncamere e Fondazione
Symbola dove si analizzano le interazioni tra economia, cultura e
società e il ruolo e il peso che la produzione di cultura assume
in tutte le dimensioni del sistema economico. La conclusione è
che la produzione di cultura, la propensione alla qualità e al
bello devono incrociare l'innovazione, la ricerca, la nuova
frontiere della green economy per dare forza al nuovo made in
Italy, altrimenti la cultura non traina l'economia.
L'Isontino è il fanalino di coda in regione per l'incidenza
percentuale del valore aggiunto del sistema produttivo culturale
sul totale dell'economia. Nel 2011, il plusvalore del sistema
produttivo culturale è ammontato in Italia a quasi 76 miliardi di
euro, pari al 5,4% del totale dell'economia, frutto del lavoro di
1 milione e 390 mila occupati. Nella nostra provincia il valore
aggiunto è stato di 138,6 milioni di euro, pari al 3,9% del
totale dell'economia, frutto del lavoro di 2.600 occupati.
Dati che hanno spinto il consigliere regionale del PD, Franco
Brussa a intervenire chiedendo "l'attenzione della politica sul
settore cultura, che pur dovendo fare i conti con la ristrettezza
di risorse, dovrebbe essere sostenuta e valorizzata quale
strumento di compensazione e in qualche modo di sollievo dalle
preoccupazioni quotidiane soprattutto in un periodo di crisi".
"La vita sociale è fatta di tanti aspetti, l'economia è
sicuramente uno di questi ed è sicuramente un elemento trainante.
Ma anche la cultura, soprattutto in Italia, non è aspetto di poco
conto, soprattutto in un periodo di crisi, quando l'offerta
culturale a basso costo o anche senza costo può essere motivo di
compensazione e in qualche modo di sollievo dalle preoccupazioni
quotidiane. Non si può pretendere - dice Brussa - che la cultura
possa trainare l'economia anche perché dipende da come, dove e
quando viene proposta. Non ci dovrebbe essere risparmio da parte
delle istituzioni: queste non dovrebbero volere essere gestori
della cultura, ma sostenitori della cultura. Tanti giovani
potrebbero operare nel settore culturale, ma non hanno e non
trovano sostegno.
L'Isontino come territorio e Gorizia come città - evidenzia
Brussa - hanno molte proposte, ma servirebbe un coordinamento
delle iniziative, una calendarizzazione degli eventi per evitare
che si sovrappongano o per trovare un collegamento tra vari
appuntamenti.
"Se ogni istituto, fondazione, associazione decide per sé, c'è
uno spreco di risorse e non si hanno riscontri. Bisogna essere
coscienti che servono iniziative di elite, ma anche una cultura
più semplice auspicando che il movimento di persone in massa non
venga determinato solo da manifestazioni enogastronomiche, ma
anche da attività squisitamente culturali.
"Credo che - conclude Brussa - anche la politica dovrebbe essere
promotrice in questo senso, considerato anche che la provincia di
Gorizia, per numero di attività e di associazioni è al primo
posto in Italia".