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PD:Brussa, cultura come crescita più che come economia

03.09.2012
12:40
(ACON) Trieste, 3 set - COM/MPB - Le iniziative culturali, spesso di nicchia, settoriali, non sono capaci di 'accrescere' l'economia. Lo afferma una ricerca di Unioncamere e Fondazione Symbola dove si analizzano le interazioni tra economia, cultura e società e il ruolo e il peso che la produzione di cultura assume in tutte le dimensioni del sistema economico. La conclusione è che la produzione di cultura, la propensione alla qualità e al bello devono incrociare l'innovazione, la ricerca, la nuova frontiere della green economy per dare forza al nuovo made in Italy, altrimenti la cultura non traina l'economia.

L'Isontino è il fanalino di coda in regione per l'incidenza percentuale del valore aggiunto del sistema produttivo culturale sul totale dell'economia. Nel 2011, il plusvalore del sistema produttivo culturale è ammontato in Italia a quasi 76 miliardi di euro, pari al 5,4% del totale dell'economia, frutto del lavoro di 1 milione e 390 mila occupati. Nella nostra provincia il valore aggiunto è stato di 138,6 milioni di euro, pari al 3,9% del totale dell'economia, frutto del lavoro di 2.600 occupati.

Dati che hanno spinto il consigliere regionale del PD, Franco Brussa a intervenire chiedendo "l'attenzione della politica sul settore cultura, che pur dovendo fare i conti con la ristrettezza di risorse, dovrebbe essere sostenuta e valorizzata quale strumento di compensazione e in qualche modo di sollievo dalle preoccupazioni quotidiane soprattutto in un periodo di crisi".

"La vita sociale è fatta di tanti aspetti, l'economia è sicuramente uno di questi ed è sicuramente un elemento trainante. Ma anche la cultura, soprattutto in Italia, non è aspetto di poco conto, soprattutto in un periodo di crisi, quando l'offerta culturale a basso costo o anche senza costo può essere motivo di compensazione e in qualche modo di sollievo dalle preoccupazioni quotidiane. Non si può pretendere - dice Brussa - che la cultura possa trainare l'economia anche perché dipende da come, dove e quando viene proposta. Non ci dovrebbe essere risparmio da parte delle istituzioni: queste non dovrebbero volere essere gestori della cultura, ma sostenitori della cultura. Tanti giovani potrebbero operare nel settore culturale, ma non hanno e non trovano sostegno.

L'Isontino come territorio e Gorizia come città - evidenzia Brussa - hanno molte proposte, ma servirebbe un coordinamento delle iniziative, una calendarizzazione degli eventi per evitare che si sovrappongano o per trovare un collegamento tra vari appuntamenti.

"Se ogni istituto, fondazione, associazione decide per sé, c'è uno spreco di risorse e non si hanno riscontri. Bisogna essere coscienti che servono iniziative di elite, ma anche una cultura più semplice auspicando che il movimento di persone in massa non venga determinato solo da manifestazioni enogastronomiche, ma anche da attività squisitamente culturali.

"Credo che - conclude Brussa - anche la politica dovrebbe essere promotrice in questo senso, considerato anche che la provincia di Gorizia, per numero di attività e di associazioni è al primo posto in Italia".