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PD: Brussa, dimenticati i dipendenti ex Ineos

03.09.2012
12:55
(ACON) Trieste, 3 set - COM/MPB - Con la riprese del lavoro, dopo le ferie estive, diventeranno ancora più evidenti la crisi e le difficoltà che riguardano molti lavoratori del territorio e che non dovrebbero essere dimenticate, anche perché dinanzi a situazioni di crisi già note, ci sono altri riverberi.

"Ad esempio - ricorda il consigliere regionale del PD Franco Brussa - la situazione dei 70 dipendenti di Progetto 3000 di Staranzano per cui è stata firmata la cassa straordinaria per cessata attività con ricorso alla mobilità volontaria per i meccanici delle concessionarie e officine, mentre gli addetti del settore commerciale potranno contare su quattro mesi di cassa integrazione in deroga.

"La realizzazione di Progetto 3000 è recente e al momento del suo avvio - afferma il consigliere, intervenendo sul delicato tema lavoro-crisi-occupazione - aveva dato speranza a un comparto che si collega a un mondo produttivo e commerciale più ampio. Ma non bisogna dimenticarsi nemmeno di lavoratori di aziende già chiuse, a cui sono state fatte delle promesse lavorative non mantenute.

"nfatti - ricorda Brussa - se per alcuni lavoratori del nostro territorio sono state trovate delle soluzioni (per esempio per i dipendenti delle Reggiane), altri sono rimasti in attesa quali i dipendenti dello stabilimento ex Ineos, le cui speranza sono andate deluse.

"Per questo stabilimento, contrariamente a quanto accaduto per altre realtà produttive, l'attività è stata chiusa non a causa della crisi, ma per una scelta autonoma dell'azienda, che ha preferito una dislocazione più vantaggiosa. La speranza di questi lavoratori, ma anche di esponenti istituzionali locali e provinciali - dice Brussa - era quella di essere riassorbiti da Mangiarotti (azienda friulana specializzata da decenni nella fornitura di componenti ad alta tecnologia per il mercato della trasformazione del gas, della raffinazione del petrolio e delle centrali nucleari) che ha acquisito il sito.

"In verità sono state assunte alcune decine di persone, ma solo un paio dell'ex Ineos.

"Il caso è singolare - prosegue il rappresentante del PD - perché di fronte ad alcune rimostranze di dipendenti e sindacati, l'azienda ha replicato di aver necessità di manodopera specializzata che i lavoratori ex Ineos a suo giudizio non avevano. Ma i dipendenti avrebbero potuto fare dei corsi di specializzazione e quindi il problema avrebbe potuto essere sorpassato afferma Brussa. Oltretutto, nel posteggio dello stabilimento, si possono vedere auto con targhe di stati vicini e ciò, pur con il dovuto rispetto per chi lavora, mette in dubbio che la manodopera possa essere di alta professionalità.

"Resta quindi il dramma di persone che hanno perso il lavoro, molti di una certa età, ma che magari non hanno maturato la pensione o sono stati a contatto con l'amianto ma non possono usufruire dei benefici di legge. Sono una sorta di lavoratori dimenticati e credo che le istituzioni nell'ambito delle loro possibilità - conclude il consigliere regionale Brussa - dovrebbero mantenere alta la guardia perché ora, che sono finiti gli ammortizzatori sociali, sono senza prospettive. Qualcuno anche alle prese con problemi e malattie varie e quindi con comprensibile ulteriore disagio".