PD: Brussa, dimenticati i dipendenti ex Ineos
(ACON) Trieste, 3 set - COM/MPB - Con la riprese del lavoro,
dopo le ferie estive, diventeranno ancora più evidenti la crisi e
le difficoltà che riguardano molti lavoratori del territorio e
che non dovrebbero essere dimenticate, anche perché dinanzi a
situazioni di crisi già note, ci sono altri riverberi.
"Ad esempio - ricorda il consigliere regionale del PD Franco
Brussa - la situazione dei 70 dipendenti di Progetto 3000 di
Staranzano per cui è stata firmata la cassa straordinaria per
cessata attività con ricorso alla mobilità volontaria per i
meccanici delle concessionarie e officine, mentre gli addetti del
settore commerciale potranno contare su quattro mesi di cassa
integrazione in deroga.
"La realizzazione di Progetto 3000 è recente e al momento del suo
avvio - afferma il consigliere, intervenendo sul delicato tema
lavoro-crisi-occupazione - aveva dato speranza a un comparto che
si collega a un mondo produttivo e commerciale più ampio. Ma non
bisogna dimenticarsi nemmeno di lavoratori di aziende già chiuse,
a cui sono state fatte delle promesse lavorative non mantenute.
"nfatti - ricorda Brussa - se per alcuni lavoratori del nostro
territorio sono state trovate delle soluzioni (per esempio per i
dipendenti delle Reggiane), altri sono rimasti in attesa quali i
dipendenti dello stabilimento ex Ineos, le cui speranza sono
andate deluse.
"Per questo stabilimento, contrariamente a quanto accaduto per
altre realtà produttive, l'attività è stata chiusa non a causa
della crisi, ma per una scelta autonoma dell'azienda, che ha
preferito una dislocazione più vantaggiosa. La speranza di questi
lavoratori, ma anche di esponenti istituzionali locali e
provinciali - dice Brussa - era quella di essere riassorbiti da
Mangiarotti (azienda friulana specializzata da decenni nella
fornitura di componenti ad alta tecnologia per il mercato della
trasformazione del gas, della raffinazione del petrolio e delle
centrali nucleari) che ha acquisito il sito.
"In verità sono state assunte alcune decine di persone, ma solo
un paio dell'ex Ineos.
"Il caso è singolare - prosegue il rappresentante del PD - perché
di fronte ad alcune rimostranze di dipendenti e sindacati,
l'azienda ha replicato di aver necessità di manodopera
specializzata che i lavoratori ex Ineos a suo giudizio non
avevano. Ma i dipendenti avrebbero potuto fare dei corsi di
specializzazione e quindi il problema avrebbe potuto essere
sorpassato afferma Brussa. Oltretutto, nel posteggio dello
stabilimento, si possono vedere auto con targhe di stati vicini e
ciò, pur con il dovuto rispetto per chi lavora, mette in dubbio
che la manodopera possa essere di alta professionalità.
"Resta quindi il dramma di persone che hanno perso il lavoro,
molti di una certa età, ma che magari non hanno maturato la
pensione o sono stati a contatto con l'amianto ma non possono
usufruire dei benefici di legge. Sono una sorta di lavoratori
dimenticati e credo che le istituzioni nell'ambito delle loro
possibilità - conclude il consigliere regionale Brussa -
dovrebbero mantenere alta la guardia perché ora, che sono finiti
gli ammortizzatori sociali, sono senza prospettive. Qualcuno
anche alle prese con problemi e malattie varie e quindi con
comprensibile ulteriore disagio".