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III Comm: illustrata pdl farmaci a base di cannabinoidi

11.09.2012
12:21
(ACON) Trieste, 11 set - RC - "Modalità di erogazione dei farmaci e delle preparazioni galeniche a base di cannabinoidi per finalità terapeutiche". Questo il titolo della legge proposta da PD, Idv e Cittadini-Libertà civica e illustrata alla III Commissione consiliare (presidente Giorgio Venier Romano dell'UDC) dalla prima firmataria, Annamaria Menosso (PD).

Lo sviluppo delle conoscenze sul sistema dei cannabinoidi endogeni - ha così esordito la consigliera - indica nuovi potenziali campi di utilizzo terapeutico. Al fine di garantire ai pazienti cure tempestive e appropriate e ai professionisti procedure più agevoli e chiare, questo provvedimento si propone da un lato di ampliare l'utilizzo dei farmaci cannabinoidi (articolo 1) e prevedere agevoli percorsi di cura (art. 4), dall'altro di introdurre prassi più lineari per il reperimento e l'acquisto (art. 3). Il tutto guardando al non dover dipendere più dalle importazioni per la cannabis medicinale in un prossimo futuro.

In commercio, nel nostro Paese, esistono solo preparazioni galeniche magistrali e il farmaco può essere ottenuto su esclusiva responsabilità del medico richiedente, potenzialmente per qualunque patologia o sintomo, senza limitazioni. Il medico può, sotto la propria responsabilità e previo consenso del paziente, impiegare una specialità medicinale al di fuori delle indicazioni di registrazione. Sono scelte terapeutiche effettuate caso per caso e non uno standard predefinito e immutabile. Di fatto, si rende possibile prescrivere e utilizzare i principi attivi derivati dai cannabinoidi e si rende disponibile un ulteriore strumento terapeutico sia per la cura palliativa e la terapia del dolore sia per quelle altre applicazioni terapeutiche sulle quali vi è sufficiente evidenza scientifica.

La proposta (art. 7) è di stipulare una convenzione a livello regionale con lo Stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze o con uno dotato delle medesime autorizzazioni alla produzione di principi attivi stupefacenti a fini medici, da individuarsi preferibilmente nella nostra regione. Tale accordo consentirà di non dipendere esclusivamente dalle importazioni per l'approvvigionamento della cannabis medicinale, nonché di razionalizzare le spese che possono in questo modo essere drasticamente ridotte al pari dei tempi di attesa.

Gli oneri previsti sono modesti - ha fatto presente Annamaria Menosso - e comunque non comportano aumenti al bilancio regionale in quanto la spesa per l'acquisto dei farmaci cannabinoidi, o della materia grezza per le preparazioni ospedaliere, andrà a sostituire in misura analoga la spesa per l'acquisto dei farmaci attualmente utilizzati per le medesime finalità terapeutiche.

Oltre a ciò, si prevede la centralizzazione degli acquisti in un'unica farmacia ospedaliera regionale da individuarsi con deliberazione giuntale (art. 6).

In conclusione, i cannabinoidi devono essere visti come un prodotto di nicchia, per lo meno allo stato attuale delle conoscenze, da utilizzare come farmaci di seconda o terza linea quando le altre terapie hanno fallito o hanno troppi effetti collaterali. Nonostante ciò, limitarne la possibilità d'uso invece di allargare il campo di libertà per il medico porterebbe a un regresso e farebbe il gioco di coloro che continuano a voler confondere l'applicazione dei cannabinoidi al campo medico con l'uso ludico della Cannabis.

(foto; immagini tv)